Irrompere nella campagna elettorale!

Fuori gli antiabortisti dai consultori!

Il 23 aprile è stata approvata al senato la norma che ammette la presenza di associazioni cosiddette pro-life nei consultori dove le donne vanno a chiedere di abortire.

L’emendamento proposto da Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, introduce nel decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con l’intento di eliminare una conquista ottenuta con le lotte delle donne negli anni ‘70 e renderla ambito di violenza e criminalizzazione per le donne oggi.

Con questa norma infatti, il governo Meloni permette alle Regioni di introdurre nei consultori gli antiabortisti per convincere le donne che scelgono di praticare l’aborto, qualunque sia la loro motivazione, a non farlo.

Le forme di convincimento che gli sono permesse sono però vere e proprie torture contro le donne. Come se la presenza di medici obiettori di coscienza non fosse già abbastanza!

A denunciarle qualche giorno fa è stato il Centro contro la violenza di Aosta, che ha riportato sui social le segnalazioni di donne che, recatesi nei presidi sanitari pubblici territoriali per accedere all’IVG, sono state costrette dagli antiabortisti ad ascoltare il battito fetale. Altre hanno raccontato di aver ricevuto la promessa di sostegni economici o beni di consumo se avessero deciso di continuare la gravidanza.

Alcuni volontari delle associazioni antiabortiste inoltre, gli stessi che le donne si ritrovano nei consultori, si occupano di gestire veri e propri cimiteri in cui vengono seppelliti i feti, all’oscuro delle donne che praticano l’aborto.

La denuncia è arrivata nel 2020 da parte di Marta Loi che dopo aver avuto accesso all’IVG ha scoperto dell’esistenza di una croce col suo nome e cognome nella sezione di un cimitero di Roma destinata alla sepoltura dei feti per la quale non aveva prestato nemmeno il consenso.

Si dicono pro vita ma le associazioni antiabortiste sono nemiche delle donne delle masse popolari. Vogliono che le donne del proletariato per abortire tornino a morire ingurgitando veleni e intrugli spesso mortali o a mettersi nella mani delle cosiddette mammane mettendo a rischio la propria vita. Cosa che non vale per chi invece può permettersi di andare ad abortire all’estero e in qualche esosa clinica privata compiacente. Promotori di sevizie psicologiche e fisiche altro che pro vita!

Le donne delle masse popolari le studentesse, le disoccupate e le proletarie devono fare quadrato e mobilitarsi per cacciare gli obiettori e gli antiabortisti dagli ospedali e dai consultori. Devono organizzarsi per fermare la criminalizzazione e la violenza che le donne sono costrette a subire quando scelgono di accedere all’IVG. Questo vuol dire difendere la legge 194 dalle manovre del governo Meloni, che ha deciso di spalancare le porte degli ospedali e dei consultori pubblici e laici alla longa manus del potere oscurantista e misogino del Vaticano!

Farlo è necessario per rompere con l’oppressione di genere e di classe che le donne sono costrette a subire, farlo oggi è possibile:

  • Organizzando blitz e presidi davanti ai consultori in cui è nota la presenza di antiabortisti. Davanti agli ospedali in cui è nota la presenza di obiettori di coscienza e in cui si permette agli antiabortisti di seppellire i feti senza il consenso delle donne.
  • Organizzando blitz e presidi davanti a consultori chiusi dalle amministrazioni locali, occuparli per imporne la riapertura e una gestione popolare che garantisca assistenza e servizi per le donne che ne fanno richiesta.

Ma farlo oggi è possibile anche facendo irruzione nella campagna elettorale in corso per le prossime elezioni europee:

  • Organizzando contestazioni durante i comizi elettorali dei partiti della maggioranza di governo, come Fratelli d’Italia, che manovrano per ridurre all’osso il diritto ad accedere all’IVG;
  • Occupando i comitati elettorali dei partiti delle Larghe Intese, come il PD e simili, che contestano le manovre del governo Meloni contro l’aborto, ma strumentalizzano senza vergogna episodi di violenza di genere e femminicidi per cavalcare l’onda del dissenso contro il governo;
  • pretendendo che i candidati delle liste come Pace terra dignità di Santoro e in parte del M5S, o i loro deputati che si sono espressi a sostegno della libera scelta delle donne come Gilda Sportiello, partecipino ai blitz e ai presidi organizzati dalle donne a difesa della legge 194.

Solo la mobilitazione delle donne organizzate e unite nella lotta per difendere il diritto all’aborto e per riprendersi le strutture pubbliche potrà cacciare gli antiabortisti e gli obiettori di coscienza dai consultori e dagli ospedali. Solo la lotta e la mobilitazione delle donne impedirà al governo Meloni e a qualunque altro governo di Larghe Intese non solo di smantellare la 194, ma anche di renderla finalmente applicabile in ogni ospedale di ogni Regione del paese.

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