Un seminario di formazione alla lotta contro la repressione

Il 16 aprile 2024 si è tenuto un incontro online sul tema della lotta alla repressione, organizzato dal P.Carc e rivolto in particolare ai giovani. Hanno partecipato più di una ventina di compagni, tra membri del Partito e simpatizzanti, collegati da tutta Italia.

Tale iniziativa si inserisce in un contesto in cui il governo Meloni, supportato dal resto delle Larghe Intese, risponde alle mobilitazioni degli studenti con un uso sempre più intenso e spregiudicato della repressione. Sono tanti i giovani che partecipano al movimento popolare e che si domandano come rispondere efficacemente agli attacchi repressivi. L’incontro aveva proprio lo scopo di fornire le prime risposte a questa domanda.

Durante l’iniziativa abbiamo letto e discusso alcuni stralci del “Piccolo manuale di autodifesa legale”, un opuscolo che dà indicazioni pratiche sulla condotta da tenere durante un fermo, una perquisizione, un interrogatorio, ecc. e chiarisce alcuni aspetti ideologici essenziali.

In questo articolo ci concentriamo su due dei tanti principi evidenziati durante la discussione.

1. L’arma principale che abbiamo per contrastare la repressione è la solidarietà di classe.

Di fronte a ogni attacco repressivo non bisogna né cedere alle provocazioni né farsi intimorire, ma continuare con il lavoro politico che si sta svolgendo, denunciando pubblicamente gli attacchi subiti e chiamando alla solidarietà. Tale azione permette nell’immediato di raccogliere il supporto di chi ci sta attorno e assiste all’azione repressiva e induce le FF.OO a smorzare i toni; in generale, consente di allargare il fronte della solidarietà e apre crepe in campo nemico, è la base per trasformare le prese di posizione in unità d’azione e quindi per allargare e sviluppare la battaglia. Anche questo significa “ribaltare la repressione contro il nemico”.

2. La repressione non è fatta solo di manganelli e arresti.

È un complesso di operazioni, poliziesche, giudiziarie, ma anche mediatiche ed economiche, atte a confondere e dividere le masse facendo leva su contraddizioni come quella tra genitori e figli, per mettere gli uni contro gli altri. Vista la giovane età dei partecipanti, questo aspetto è molto sentito.

Capita spesso che i giovani abbiano difficoltà a portare avanti la propria attività politica a causa dello scarso supporto, se non dell’ostilità, dei genitori. Gli apparati repressivi e mediatici dello Stato borghese fanno leva su queste problematiche: criminalizzano i giovani e spingono i genitori a schierarsi contro l’attività militante dei figli, mettendoli in definitiva gli uni contro gli altri.

È un aspetto da tenere ben presente quando ci si rapporta con giovani compagni che subiscono la repressione. Tale aspetto però si può risolvere con il supporto di un collettivo con una giusta linea e visione di classe. Con un’analisi della situazione adeguata è possibile trattare la contraddizione con i propri genitori, facendo leva, nella maggior parte dei casi, sull’appartenenza di classe e sulla necessità concreta della rivoluzione socialista. Con un giusto orientamento, è possibile trasformare i propri genitori nei propri alleati nella lotta rivoluzionaria!

Facciamo dunque appello ai giovani che vogliono cambiare lo stato di cose presente a mettersi in contatto con il P.Carc e unirsi alla Carovana del (n)Pci!

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