È di poco fa la pubblicazione dello strumentale articolo Digos e carabinieri per la sicurezza del 25 Aprile: i Carc in piazza per la Palestina di ReggiOnline in riferimento alla connotazione anti imperialista, contro il genocidio in Palestina e per una nuova liberazione nazionale da NATO, UE e sionisti di parte della mobilitazione cittadina di domani, giorno della liberazione dal nazi-fascismo.
Non ci sorprendono né la natura, né la tempistica né tanto meno il taglio dell’articolo in quanto è un giochino già visto e rivisto e che, uniti, possiamo e dobbiamo rispedire al mittente.
Infatti, è una mossa funzionale a due scopi.
Il primo è quello di creare, incentivare e alimentare un clima di tensione e allarmismo proteso a dare copertura e giustificazione alla crescente azione repressiva del governo Meloni, a restringere i margini delle libertà conquistate con il sangue dei partigiani e delle staffette e a preparare il terreno per eventuali interventi intimidatori, provocatori e repressivi nella giornata di domani da parte delle Forze dell’Ordine. Quindi (ci) chiediamo: non sarebbe più utile usare i soldi per schierare “rinforzi” di Polizia per la Sanità, l’Istruzione, la prevenzione degli infortuni e degli omicidi sul lavoro e simili? È una questione di scelte politiche e chiunque le avvalli deve assumersene le responsabilità, a maggior ragione ora che impazzano le promesse elettorali.
Il secondo è il tentativo, tanto volgare quanto meschino, di dividere il fronte di tutte quelle realtà organizzate e non che hanno chiamato alla partecipazione in uno spezzone contro la guerra nel corteo istituzionale di domani. Infatti, la chiamata è stata lanciata dall’Assemblea reggiana per la Palestina, di cui il P. CARC fa sì parte e a cui contribuisce attivamente, quindi chi ha scritto l’articolo mente sapendo di mentire. Cosa questa tipica di chi, al fine di mestare nel torbido e alimentare la divisione fra “buoni e cattivi”, è asservito al sistema ed è al servizio delle veline della Questura.
L’importanza, in questo contesto di guerra sempre più aperta e dispiegata tanto sul fronte interno quanto nel mondo, di partecipare al corteo istituzionale quest’anno è ancora più impellente e necessaria: non è più tollerabile lasciare in mano date luminose come quelle del 25 aprile ai guerrafondai e ai complici del genocidio in terra palestinese. Mentre domani il PD e soci si sperticheranno in una retorica da antifascismo padronale (ricordandosi di essere antifascisti quando gli è comodo, come in campagna elettorale), contemporaneamente continueranno a sostenere le politiche dell’UE nella guerra, voluta dalla NATO e portata avanti per interposta persona, in Ucraina, a foraggiare l’industria bellica e a votare per missioni militari come Aspides nel Mar Rosso. In questo senso, la presenza di Romano Prodi, ex presidente dell’UE, è un dito nell’occhio: con il suo “con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più” non ha fatto altro che contribuire al mettere un cappio al collo alla sovranità nazionale del nostro paese e tutto ciò che comporta in termini di speculazione finanziaria e politiche europee antipopolari.
Ricordiamo quindi che il tricolore è dei partigiani e degli antifascisti non della NATO e dei sionisti: se veramente si vuole essere contro la guerra e si vogliono evitare “problemi di ordine pubblico”, il 25 aprile – così come ogni giorno – non va permessa l’esibizione di simboli e bandiere inneggianti al fascismo (come quelli ucraini del battaglione Azov) o a un genocidio in corso (come le bandiere dello Stato terrorista d’Israele). Permetterlo e garantirlo non sono espressioni di democrazia e pluralismo, bensì di ben chiare e definite scelte di campo. Fornire quest’agibilità inoltre, non è che una provocazione bella e buona: ad ulteriore chiarimento quindi, ogni responsabilità politica della gestione della piazza sarà della Questura e di certo non possono essere tollerati, da nessuno, bavagli in un giorno come è il 25 aprile.
È un dovere politico e storico assumersi questa responsabilità: con la necessaria determinazione a mettere in atto tutte le iniziative adeguate a isolare i provocatori e gli usurpatori del 25 Aprile e a riaffermare i valori e il contenuto della Resistenza, ma anche con la serenità di chi è consapevole di essere parte della grande maggioranza di coloro che riempiranno quella piazza, rilanciamo l’appuntamento per domani mattina ore 10:30 di fronte alla Basilica della Ghiara e invitiamo tutte e tutti, dai candidati alle prossime Amministrative (dalla lista REagire, a Movimento per Reggio Emilia fino anche a Sinistra in Comune!), ai sinceri democratici, ai lavoratori, agli antifascisti a far sentire a pieni polmoni la propria presenza.
Qui il volantino che diffondere domani.
Viva la Resistenza antifascista!