La proprietà dello stabilimento ex Gkn non solo non paga di nuovo gli stipendi da tre mesi e diserta ogni tavolo di trattativa, adesso attacca direttamente lo stabilimento tenuto in vita dagli operai in assemblea permanente da quasi 3 anni. E lo fa a pochi giorni dal Festival della Letteratura Working Class, che si terrà dal 5 al 7 aprile nei pressi della fabbrica, nel (vano) tentativo di impedirlo.
Infatti, nella notte tra l’1 e il 2 aprile alcuni uomini si sono introdotti nello stabilimento e hanno tolto l’allaccio alla corrente elettrica dello stabilimento. Questo avviene a pochi giorni dall’ispezione in fabbrica condotta dalla proprietà, tramite il liquidatore Gianluca Franchi con tanto di guardie private al seguito e non ben definiti ispettori e RSPP che, giustamente, gli operai hanno cacciato via, vista la pesante provocazione fatta a chi non riceve lo stipendio da mesi nonostante sentenze, giudici e tribunali. Il modo in cui il padrone Borgomeo agisce impunemente e con arroganza, unito agli attacchi del curatore fallimentare, deve far riflettere sul grado di connivenze e coperture politiche di cui gode questa cordata di speculatori, della determinazione rabbiosa dei padroni a voler cancellare al più presto un’esperienza, quella del Collettivo di Fabbrica della GKN, che tanti insegnamenti ha dato in questi anni al movimento operaio e popolare del nostro paese e che non deve più fare scuola.
Si è trattato di un’azione che ricorda una pratica mafiosa, il che conferma ulteriormente la vera natura della società Qf e dei suoi amministratori.Un’operazione al culmine di un processo lungo anni fatto di promesse e accordi non mantenuti, tavoli di trattativa disertati e rimandati uno dopo l’altro, con l’unico obiettivo di stroncare la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori. Un’operazione che seppellisce ogni velleità di trattare per le strade suggerite dal governo Meloni, dalla Regione Toscana e dalla Città Metropolitana amministrate dal PD che non hanno fatto altro che permettere alla proprietà di non pagare gli stipendi, di sospendere ogni diritto sindacale e procedere nei fatti nel loro progetto di liquidazione, in barba a ogni legge. Resta in piedi invece e mostra tutta la sua forza l’organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori, che invitano alla solidarietà partecipando al festival e al corteo che si terrà sabato 6 aprile con partenza dallo stabilimento alle 19:30.
Lo sviluppo di questa vertenza, portata avanti nonostante i tentativi di ogni genere dei padroni e delle istituzioni di incasellarla dentro a quella ricetta che, con le dovute varianti, porta a chiudere le fabbriche e devastare i territori affamando la popolazione, è ancora tutto da definire. I lavoratori ex Gkn hanno in mano un progetto di reindustrializzazione, una cooperativa, una società di mutuo soccorso e una fitta rete di solidarietà, hanno scritto e imposto leggi come quella contro le delocalizzazioni (storpiata dal duo Todde-Orlando: altro promemoria elettorale). Il passo decisivo è quello di applicarle e farlo con urgenza, vista la situazione attuale e quella di pochi mesi fa, quando a novembre la fabbrica diventò un centro di organizzazione, mobilitazione e soccorso a sostegno dei cittadini alluvionati di Campi Bisenzio (tra cui diversi operai Gkn) che ha operato prima e meglio della Protezione Civile e delle altre cosiddette istituzioni. È già abbastanza per procedere alla requisizione a scopi pubblici, come scrivemmo allora, è un ottimo presupposto per cacciare Borgomeo senza indennizzi e facendogli restituire il maltolto: stipendi arretrati, assegni familiari, permessi, TFR. Una montagna di soldi (per ora) sottratti agli operai e di conseguenza al territorio.
Ad ostacolare continuamente questa mobilitazione sono stati il governo Meloni, sempre dalla parte della proprietà al punto da promulgare decreti ad hoc per pagare la CIG retroattiva (una cosa mai vista); l’ amministrazione regionale e metropolitana che si autodichiarano impotenti e quindi inutili (non potendo manifestare apertamente la loro complicità); la Cgil, rimasta con la testa sotto la sabbia a fare il “minimo sindacale” (e a volte anche meno) per non mobilitare le decine di migliaia di iscritti che ha nella Piana fiorentina a difesa della fabbrica e che parteciparono in massa allo storico corteo del 18 settembre 2021, che non ha mai realmente sostenuto fino in fondo la lotta ma sempre con il freno a mano tirato.
Dalla parte degli operai Gkn invece c’è la debolezza del governo attuale, le prossime elezioni che già dilaniano i gruppi di potere locali con il PD in testa, un padrone rabbioso ed evidentemente in difficoltà disposto ad ogni cosa per chiudere la partita al più presto, un’amministrazione comunale solidale (seppur timidamente) come quella di Campi Bisenzio, e soprattutto una marea di lavoratori, studenti e masse popolari del territorio solidali.
Sono tutti elementi di cui approfittare per spaccare il fronte della proprietà e del teatrino della politica complice, sfruttando anche le elezioni che si terranno a giugno, comprese le comunali di Cassino (FR), “feudo” di Borgomeo: non bisogna lasciargli tregua in nessun campo!
Questo attacco è l’occasione per invertire il lento soffocamento della mobilitazione dei lavoratori imposto dall’alto, per respingere nel campo nemico l’offensiva e dare un futuro industriale e produttivo alla fabbrica: se non ora quando?
Solidarietà a tutti lavoratori ex Gkn e a tutti i promotori del Festival della Letteratura Working Class!
Resistere un minuto più del padrone, passare dalla difesa all’attacco!
Federazione Toscana – Partito dei CARC