Solidarietà alla Palestina e repressione

Il caso di Seif Bensouibat

Il 3 marzo si è svolta a Roma, presso lo Spazio Sociale Roberto Scialabba, l’iniziativa “Solidarietà con la resistenza palestinese e repressione”, organizzata dalla Federazione Lazio del P.Carc.

Sono intervenuti Andrea De Marchis del Partito dei Carc, Seif Bensouibat, lavoratore della scuola e licenziato politico per aver espresso solidarietà alla causa palestinese, e il giornalista Alberto Fazolo. Nell’ambito dell’iniziativa è stato presentato anche l’opuscolo “Breve storia della lotta antimperialista del popolo palestinese”, recentemente pubblicato a cura del P.Carc. Hanno partecipato all’assemblea circa venticinque persone.

In Italia, come nel resto del mondo, cresce inarrestabile il movimento di solidarietà con l’eroica resistenza palestinese; in questo contesto aumentano i casi di censura e repressione contro chi parteggia con essa e osa denunciare il genocidio che lo Stato sionista d’Israele sta perpetrando contro la popolazione di Gaza.

In particolare, si è parlato delle vicende dei lavoratori della scuola emarginati, vessati e addirittura licenziati per il loro schieramento antisionista. Al centro del dibattito c’era il caso di Seif, che lavorava come educatore da oltre dieci anni presso il liceo francese paritario Chateaubriand. Seif è stato perquisito, sospeso, licenziato ed è ora sottoposto a revoca del permesso di soggiorno per la pubblicazione di alcuni post di denuncia contro il genocidio in atto. Ma i casi come il suo si moltiplicano nel nostro paese. Sempre a Roma è emerso il caso di un professore del liceo scientifico Augusto Righi che è stato additato alla stampa ed è ora minacciato di provvedimenti disciplinari per aver parlato del genocidio in Palestina.

Il dibattito ha messo in luce la debolezza del nemico che oggi eleva il livello della repressione nel tentativo di venire a capo della crisi che colpisce ognuno dei sistemi politici dei paesi imperialisti. Dal dibattito è emerso che a fronte del moltiplicarsi delle operazioni in stile “colpirne uno per educarne cento”, specie nel settore della scuola, è opportuno che il movimento di solidarietà intraprenda iniziative e campagne per fronteggiare questi attacchi e rispedirli al mittente.

L’assemblea ha prodotto un appello e avviato una campagna in solidarietà con Seif. L’appello già circola nelle manifestazione romane: lo hanno diffuso i compagni del P.Carc assieme a Seif e ai presenti all’iniziativa, che si sono resi disponibili a portarlo nelle varie piazze.

Sostenere la lotta di Seif è sostenere la lotta contro la censura e la repressione che sempre più apertamente viene utilizzata per cercare di silenziare la voce di chi denuncia il genocidio e sostiene le ragioni della resistenza del popolo palestinese.

Di seguito riportiamo l’appello: invitiamo tutti ad aderirvi e a sottoscrivere economicamente per sostenere Seif.

***

Nella Palestina occupata è in corso un genocidio. Viva la scuola che non si volta dall’altra parte!

Sosteniamo Seif Bensouibat, lavoratore della scuola, sotto attacco per aver detto la verità sul genocidio della popolazione palestinese perpetrato da Israele.

Dal 7 ottobre 2023 una parte crescente delle scuole e delle università italiane è diventata oggetto di una caccia alle streghe, con ogni evidenza ordinata e organizzata dal governo Meloni e dal ministro Valditara su ordine e al servizio dei tentacolari agenti del sionismo israeliano in Italia.

È la storia di Seif Bensouibat, che lavorava come educatore da oltre dieci anni presso il liceo francese paritario Chateaubriand. Seif è stato prima perquisito dalla polizia come fosse un pericoloso terrorista, poi sospeso e licenziato per iniziativa del preside dell’istituto e infine sottoposto alla procedura di sospensione e revoca del permesso di soggiorno senza il quale non può né cambiare città né trovarsi un altro lavoro. La causa: aver pubblicato dei post su un suo account social privato (e quindi visibile solo ai suoi amici e conoscenti) nei quali denunciava i crimini di Israele e il genocidio in atto in Palestina e informava sui comunicati della Resistenza palestinese.

Questa è solo una delle molte storie di ordinaria repressione che dal 7 ottobre 2023 vanno diffondendosi nel sistema scolastico e universitario, tramite intimidazioni, provvedimenti disciplinari, fino all’attenzionamento poliziesco.

Tutto ciò accade nell’indifferenza complice delle dirigenze delle organizzazioni sindacali di regime che, come nel caso di Seif, iscritto Cgil (da dieci anni!!), abbandonano a se stessi i lavoratori colpiti, sostenendo di fatto la caccia alle streghe.

Via i bavagli, stop alla censura, fermiamo la repressione!

Mobilitiamoci per il reintegro di Seif: costruiamo la solidarietà!

Alziamo la voce in difesa di ogni lavoratore colpito per le stesse ragioni: usciamo allo scoperto e organizziamoci!

Difendiamo le scuole e le università italiane dalla violenza dello Stato che cerca di indottrinare le nuove generazioni manipolando e riscrivendo la storia in funzione degli interessi imperialisti. Lo Stato italiano con il suo supporto a Israele è complice della pulizia etnica e del genocidio in Palestina!

Per aderire all’appello: siamo.tutti.seif@gmail.com

Per sottoscrizioni a sostegno di Seif puoi contribuire attraverso
l’IBAN: IT18H0760101600001020256457

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