Presentazione del report della Fgci sul viaggio in Cina del maggio 2023
Firenze. Il 2 marzo al Circolo Arci “La Loggetta” di Rovezzano, si è svolta l’iniziativa organizzata dalla Segreteria Federale Toscana del P.Carc “Il ruolo della Repubblica Popolare Cinese nella seconda crisi generale del capitalismo”.
L’obiettivo era presentare un approfondimento sullo sviluppo della lotta di classe nella Repubblica Popolare Cinese, sulla lotta tra le due linee in corso nel Partito Comunista Cinese e su come i comunisti italiani possono giovarsi del ruolo assunto dalla Cina ai fini del loro compito storico: fare la rivoluzione socialista in Italia.
Il dibattito ha visto la presenza, fra gli altri, di alcuni studenti medi e universitari, fra i quali un compagno di Giovani Comunisti. Giovani erano anche i due relatori: Chiara Pastacaldi, responsabile nazionale del Settore Lavoro Giovani del P.Carc e membro della Segreteria Federale Toscana, e Andrea Crescioli del Presidio di Arezzo del P.Carc.
La caratterizzazione “giovanile” dell’iniziativa è da spiegarsi col fatto che il principale materiale di riferimento è stato il report redatto dall’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano, la Fgci, sul viaggio che la stessa ha svolto in Cina, su invito del Partito Comunista Cinese, nel maggio del 2023.
Il report è stato pubblicato sul n. 19 della rivista Ragioni e Conflitti e ampi stralci sono stati pubblicati sul n. 74 de La Voce del (n)Pci.
Il report è interessante per l’inchiesta che fornisce sulla Repubblica Popolare Cinese e, in particolare, per il risalto che dà a due essenziali pilastri del socialismo: il primo, la dittatura del proletariato (organismi operai e popolari guidati dal partito comunista che tengono in mano la direzione politica del paese) e il terzo, la promozione dell’accesso della popolazione alle attività specificamente umane, quelle che distinguono la nostra specie dalle altre specie animali (attività creative, ricreative, culturali attività dalle quali la classe dominante esclude da sempre i proletari).
Per questi motivi, il Settore Lavoro Giovani del nostro Partito ha proposto alla Fgci di organizzare insieme la presentazione del report, ma questo non è stato possibile perché la dirigenza nazionale della Fgci ha anteposto non meglio specificate “divergenze di analisi, linea e pratica”.
Questa chiusura la dice lunga sulle persistenti difficoltà che esistono nel praticare politica da fronte fra partiti e organizzazioni comuniste. Ma poiché il testo della Fgci è un contributo utile per tutto il movimento comunista italiano, abbiamo deciso di organizzarne ugualmente la presentazione.
La situazione internazionale è caratterizzata da una profonda crisi dei gruppi imperialisti Usa che per porre un freno al loro declino e tenere in piedi il loro sistema di potere massacrano, bombardano, devastano interi paesi.
In questo contesto, i paesi le cui autorità vogliono liberarsi dal dominio politico-militare ed economico-finanziario degli imperialisti Usa non solo aumentano, ma si coalizzano: la Repubblica Popolare Cinese con i Brics è effettivamente diventata il centro di aggregazione di tali paesi.
L’allargamento dei Brics rafforza la spinta alla de-dollarizzazione (a mettere fine alla dipendenza dal dollaro) e questo alimenta la “terza guerra mondiale a pezzi”, cioè il ricorso alla guerra, aperta e/o ibrida da parte degli imperialisti Usa e dei loro complici. Stante, appunto, il ruolo oggettivamente assunto dalla Cina a livello internazionale, per i comunisti italiani e degli altri paesi imperialisti è importante capire cosa aspettarsi dalla Repubblica Popolare Cinese, sviluppare in modo franco e aperto il dibattito, fare inchiesta, rompere con le opposte tifoserie di chi sostiene che la Rpc è un paese imperialista e chi sostiene, invece, che la Rpc è il faro del socialismo nel mondo.
Ebbene, sia la lettura di alcuni stralci del report della Fgci che il saluto che il (n)Pci ha inviato per l’iniziativa hanno riportato il quadro di una situazione interessante da approfondire: l’elezione di Xi Jinping, nel 2012, a Segretario generale ha segnato il ritorno della sinistra alla direzione del Pcc e l’inaugurazione della via che apre al consolidamento dei tre pilastri del socialismo.
Gli aspetti che emergono dal report della Fgci e che hanno colpito i partecipanti all’iniziativa sono: la presenza capillare di cellule del Pcc all’interno delle aziende (da quelle con poche decine di dipendenti alle multinazionali), i buoni risultati sul fronte della lotta alla povertà ottenuti in province economicamente depresse, come quella del Guizhou, e l’organizzazione del partito (in particolare, il fatto che le masse popolari esercitano un controllo popolare, dal basso, su quadri e funzionari del Pcc).
Una situazione certamente non esente da contraddizioni dovute all’apertura al mercato. Ad esempio esistono (anche se non in modo diffuso e consolidato come la propaganda della classe dominante vorrebbe farci credere) problemi relativi a un eccessivo carico di lavoro per gli operai e dal report emerge che il Pcc ne è consapevole e si sta adoperando per mettere mano al problema con un’apposita legge.
C’è stato poi un dibattito sull’opera che il Pcc conduce in Africa. Infatti, l’azione svolta dalla Rpc e dal Pcc in continenti come quello africano viene presentata dai media di regime come analoga a quella dei gruppi imperialisti: aprire miniere, installare piantagioni, “ripulire” la terra dalle popolazioni che ci abitano, delocalizzarvi aziende, imporre opere pubbliche e altre operazioni speculative, vendere armi, fare investimenti. In realtà, il Pcc intesse relazioni e svolge un’azione di formazione e questo sia con i partiti che gli sono più vicini ideologicamente (comunisti, socialisti, antimperialisti, popolari) che con quelli rispetto a cui presenta divergenze ideologiche e politiche significative.
Interessante l’intervento fatto da una compagna brasiliana, che, attingendo dalla sua esperienza diretta, ha invitato ad andarci cauti nell’assumere i Brics come orizzonte strategico dei comunisti e ha posto l’accento sui limiti della democrazia borghese del presidente Lula. Effettivamente, è un errore aspettarsi che Lula “faccia il socialismo”: le masse popolari sono le uniche protagoniste e garanti della loro emancipazione e devono darsi i mezzi per raggiungerla, approfittando e mettendo alla prova chi si erge a loro difensore.
La riflessione della compagna ha permesso di entrare nel merito della teoria del multipolarismo (auspicare la convivenza pacifica di più poli, indipendentemente dal sistema sociale vigente in ciascuno di essi). La Repubblica Popolare Cinese non potrà mai svolgere il ruolo di garante di una stabilità mondiale, che è già sconvolta, proprio perché è quel ruole ciò che gli Usa intendono eliminare. In un mondo guidato dall’economia capitalista non è possibile l’esistenza di alcun equilibrio multipolare.
La linea del multipolarismo è fallace, in ultima istanza, perché porta a trascurare la lotta per l’instaurazione del socialismo nel proprio paese, cioè esattamente l’opera che il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria ha confermato essere determinante per arrivare a un mondo di pace, di progresso e di collaborazione tra paesi.
E quindi, come hanno scritto i compagni del (n)Pci nel saluto all’iniziativa di Firenze, “non si tratta di diventare più o meno fanatici sinologi o seguaci di Xi Jinping, ma di proseguire con la massima energia di cui siamo capaci nel lavoro in corso: promuovere e condurre la rivoluzione socialista nel nostro paese fino alla vittoria”. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti Ue, Usa e sionisti mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e avrà il loro aiuto. Questa è l’essenza dell’internazionalismo proletario. L’Italia può essere questo paese: dipende da noi comunisti che lo sia!
Per concludere, l’iniziativa ha confermato l’interesse e la curiosità che esiste in tanti compagni della base rossa a confrontarsi su tali tematiche. Per questo motivo, stiamo lavorando alla costruzione di analoghe iniziative di presentazione dell’opuscolo della Fgci in altri territori: la prossima è quella di venerdì 5 aprile alle ore 17:00 a Cagliari, presso la sede del Pci, in via Buragna 20, costruita insieme ai compagni del Pci e della Fgci, mentre un’altra è in fase di ideazione a Brescia. Invitiamo tutte le organizzazioni politiche, i partiti e singoli della base rossa, gli studenti e i lavoratori a partecipare!
I tre pilastri del socialismo
La dittatura del proletariato
La proprietà collettiva dei mezzi di produzione
La crescente partecipazione delle masse popolari alla gestione della società