Facciamo appello per la massima partecipazione venerdì 15 marzo alla presentazione del libro di poesie “La nostalgia e la memoria” di Sante Notarnicola presso la Sala Ichòs (Via Principe di S. Nicandro 32/A, quartiere San Giovanni a Teduccio). Dalle ore 18:00 presenteremo il libro e apriremo il dibattito sui temi della serata: il legame fra la repressione di ieri e di oggi e il necessario sbocco che essa pretendeva – sia ieri sia oggi. L’iniziativa è promossa dalle Edizioni Rapporti Sociali.

Perché presentare un libro di poesie a Napoli Est, nell’area dei roghi abusivi, gli sversamenti della Q8 e il mare inquinato? Perché questa non è soltanto una raccolta di “poesieuncole”, ma è un testo di carattere essenzialmente politico: le poesie di Notarnicola vivono all’interno della dimensione storica in cui sono nate, un’epoca in cui il proletariato italiano ha lanciato il suo assalto al cielo, e per questo motivo rappresentano una fotografia istantanea del fallimento della società borghese e della necessità di un altro sistema sociale. Un fallimento che nell’area orientale di Napoli vediamo chiaramente con la distruzione e devastazione dell’ambiente, l’alto tasso di disoccupazione, l’emergenza abitativa, il degrado sociale figlio di politiche marginalizzanti verso la periferia, la criminalità organizzata, e altro ancora. Nelle poesie di Notarnicola vive l’urgenza di superare la società borghese – che già allora produsse i frutti del suo fallimento, ora marciti sempre più – e per questo è una raccolta attuale, che parla ai proletari di oggi: le esigenze che hanno determinato quell’epoca storica esistono tutt’oggi, anzi la lotta per la liberazione del genere umano dalle catene del capitalismo è sempre più un problema all’ordine del giorno per il futuro dell’umanità.

La profonda attualità del testo, motivo per il quale lo ripubblichiamo e ne promuoviamo presentazioni come queste, è perfettamente sintetizzata da alcuni versi che lo stesso Notarnicola scrive nella prefazione:” lo scenario di crisi si è ulteriormente aggravato sia sul piano interno che su quello internazionale. All’ordine del giorno, oltre al problema dell’occupazione e delle condizioni di vita, c’è quello della guerra, una guerra che è già in atto. La guerra è lo strumento che la borghesia ha storicamente praticato per asservire i popoli e risolvere le sue crisi. Su questo terreno, quello della guerra, oggi si misura la stessa esistenza della vita in tutte le sue forme. E oggi più che mai, fermare la catastrofe significa ridare nuovo impulso alla lotta rivoluzionaria”.

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1986, quando infuriava la nera reazione della borghesia contro le forze rivoluzionarie a suon di torture e repressione. Ripubblicare questo testo oggi non è un cedimento alla nostalgia o la celebrazione di un passato che non può tornare, ma è una lucida e consapevole scelta di campo. Con l’aggravarsi della crisi generale, oggi, il sistema di controrivoluzione preventiva messo in campo dalla borghesia, persegue una repressione sempre più spietata e selettiva dei comunisti e, in generale, di chiunque si oppone al catastrofico corso delle cose: lo dimostrano i daspo e i fogli di via per gli attivisti ambientali di Ultima Generazione, le manganellate brutali sugli studenti di Pisa e Firenze, la censura di alcuni temi (ad esempio la questione palestinese) come successo al liceo Flacco di Portici (NA), gli arresti di sindacalisti combattivi come Gianfranco Bignamini a Codogno (LO), i licenziamenti politici delle avanguardie di lotta nelle aziende Stellantis come successo a Delio Fantasia di Cassino, la riduzione di vincoli alla “giustizia” che sta portando avanti la riforma del ministro Nordio, le tante “scuole Diaz” che esistono nei CPR per migranti, la persecuzione mediatica del dissenso, l’accanimento giudiziario verso chi lotta contro gli omicidi sul lavoro (celebre il caso del compagno Lino Parra) e molto altro. A proposito di tutto ciò, le poesie di chi è rimasto cosciente di essere parte in causa nella guerra di classe e coerente con una scelta di campo, sono per noi un monito a realizzare l’opera in cui non siamo riusciti nel nostro paese né col Biennio rosso, né con la Resistenza, né col movimento rivoluzionario degli anni ’70: fare la rivoluzione socialista. 


È all’interno di questo ragionamento che il contributo all’iniziativa delle avanguardie di lotta in prima linea nella lotta contro gli effetti devastanti della crisi generale del capitalismo, è prezioso. Per questo raccogliamo con favore l’adesione all’iniziativa di diversi organismi come Ultima Generazione e il Tavolo Salute Mentale della Consulta Popolare Salute e Sanità di Napoli, o sindacati come il Sol COBAS e il Sindacato Lavoratori in Lotta, e per questo stiamo spingendo affinché ci siano altri che vogliono contribuire a questa discussione. Tutto ciò è prezioso per alimentare il coordinamento delle realtà esistenti sul territorio che resistono al procedere della crisi, per fare confluire esperienze di resistenza, lotta, solidarietà e alimentare così il lavoro da fare per la cacciata del governo Meloni.