La Procura di Piacenza ha chiuso le indagini e chiesto il processo per i sette sindacalisti Si Cobas e Usb del settore della logistica. Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.
Un attacco alle mobilitazioni e agli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021. La giustizia dei padroni vuole condannare sindacalisti e operai per aver lottato in questi anni per strappare migliori condizioni di lavoro e di salario.
Gli attacchi repressivi e i tentativi di isolamento dei comunisti e delle avanguardie di lotta sono uno dei pilastri del regime politico del nostro paese, un regime di controrivoluzione preventiva, il cui obiettivo è fiaccare e criminalizzare ogni forma di lotta, dissenso e resistenza operaia e popolare. Pilastro su cui il governo Meloni e i gruppi di potere che lo sostengono sta fondando pezzi della sua sopravvivenza, unitamente alla propaganda reazionaria a reti unificate per intossicare i cuori e le menti delle masse popolari e deviarle dalla lotta di classe.
Il Partito dei CARC esprime la massima solidarietà ai compagni sindcalisti e a tutti i lavoratori del Si Cobas e di USB. Siamo complici e solidali di questi compagni e chiamiamo le organizzazioni politiche, sindacali, associative e tutti gli altri lavoratori a fare altrettanto, attivandosi da subito.
Quando il nemico ci attacca significa che la nostra lotta sta andando nella direzione giusta. Queste azioni repressive sono innanzitutto un monito e un attacco alla riscossa e alla mobilitazione autonoma della classe operaia e della classe lavoratrice contro lo sfruttamento e l’oppressione dei padroni e dei loro governi.
Il nemico attacca perché ha paura che la mobilitazione dei lavoratori, degli studenti e degli immigrati diventi un movimento unitario e inarrestabile. Hanno paura che la voglia di unità e di lotta delle masse popolari possa tradursi in un’azione unitaria delle organizzazioni politiche e sindacali anti Larghe Intese, per la cacciata del governo Meloni.
È questo quello che è necessario fare oggi! Unire le forze, fare fronte e porsi l’obiettivo di rinforzare il fuoco della lotta di classe, così da alimentarla ed estenderla a ogni settore produttivo e sociale. La lotta alla repressione è un campo della lotta di classe e un ambito fondamentale su cui sin da subito alimentare quest’unità di cui c’è bisogno. Avanti uniti quindi. Un fronte compatto li seppellirà!