[Pisa] Contro guerra e repressione, solidarietà di classe e organizzazione!

Pisa, 1.03.2024

Il Partito dei CARC sostiene e rilancia la manifestazione di sabato 2 marzo a Pisa (piazza Vittorio Emanuele, ore 14.00) “Pisa in piazza contro bombe e manganelli”.

Nel comunicato del 24 febbraio, in solidarietà agli studenti pisani e fiorentini picchiati dai “manganellatori di professione” scrivevamo: “(…) dobbiamo (…) ribaltare ogni attacco repressivo alimentando la lotta politica, fomentando la ribellione e la moltiplicazione di scioperi e problemi di ordine pubblico per rafforzare ogni vertenza in corso, unire le mobilitazioni in corso e cacciare il Governo Meloni. Invitiamo tutti quanti: organizzazioni operaie e di lavoratori, organizzazioni di giovani, di donne, esponenti sindacali e politici all’azione comune e al coordinamento contro ogni attacco repressivo e per la violazione di ogni divieto e prescrizione, per costruire un fronte quanto più ampio per bastonare Meloni e cacciare le larghe intese. Per imporre noi lo stato di emergenza e il governo di emergenza popolare che serve”. Ebbene, il pomeriggio del 23 febbraio la risposta delle masse popolari è andata proprio nella direzione di rispedire al mittente la repressione con un partecipatissimo presidio chiamato in poche ore! In 6.000 tra operai, studenti, realtà sindacali e politiche, cittadini comuni si sono ritrovati in piazza XX Settembre senza autorizzazioni e permessi, per poi muoversi in corteo esprimendo la propria rabbia contro la repressione poliziesca verso gli studenti che la mattina stavano manifestando in sostegno alla resistenza del popolo palestinese. Il giorno dopo anche gli ultras del Pisa, che da sempre lottano contro la repressione che ordinariamente si sviluppa fuori e dentro lo stadio, hanno manifestato in solidarietà degli studenti, affiggendo striscioni in città contro le dichiarazioni di Riccardo Ziello e Susanna Ceccardi, entrambi della Lega, e per chiedere le dimissioni del questore di Pisa Sebastiano Salvo (tra l’altro vice-questore di Genova ai tempi della mattanza al G8 del 2001). Ma non solo: dopo i fatti del 23 febbraio sono seguite dichiarazioni di denuncia da parte dei corpi docenti, dei genitori degli studenti; assemblee pubbliche e altri momenti di confronto e organizzazione.

Nel nostro paese la crisi politica è tale che inevitabilmente la repressione poliziesca e giudiziaria aumenterà. Per mantenere il suo ruolo, la classe dominante farà ricorso a ogni mezzo: intensificando le misure repressive (vedasi il nuovo pacchetto sicurezza); inventandosi “nuovi reati” (vedasi il Ddl eco-vandali); rendendo illegale cose che fino a ieri erano legali (vedasi la criminalizzazione di pratiche di lotta “storiche” come il blocco stradale o i picchetti degli operai). Ogni passo in questo senso è una manifestazione della debolezza della borghesia e delle sue istituzioni e non fa altro che alimentare, rafforzare lo sdegno verso le sue istituzioni e il distacco delle masse popolari, aumentare ingovernabilità dal basso (cioè dalle masse popolari verso la classe dominante come ha ben dimostrato l’immediata risposta di piazza, a Pisa, dopo le cariche agli studenti) e dall’alto (la guerra tra bande in seno ai partiti e alle fazioni della classe dominante).

Per la classe dominante il tallone d’Achille sono sempre le masse popolari: quanto e come riesce a orientarne attività, sentimenti e coscienza. In questo senso, è innegabile che quanto successo a Pisa e Firenze ha, da una parte, alimentato la guerra tra bande all’interno della Lega con il sindaco di Pisa Conti “costretto” ad associarsi al coro di condanna delle violenze della polizia – beh, stante la risposta popolare se vuole provare a governare la città non poteva che fare altrimenti! – e dall’altra con le dichiarazioni di Ziello e della Ceccardi, che non solo difendono l’operato delle forze dell’ordine ma richiamano a un’intensificazione delle misure repressive (denunce, DASPO, ecc.), tenendo la Lega sul pezzo della sua vocazione repressiva e reazionaria! Poi c’è il campo della cosiddetta opposizione (dal PD passando al M5S), che prova a cavalcare l’episodio per mettere in difficoltà il governo Meloni (quando gli studenti venivano manganellati a Torino sotto il Governo Draghi dov’erano lor signori?) e per recuperare consenso tra le masse popolari nell’ambito di quella becera (e inutile) operazione di restyling cominciata con l’elezione di Elly Schlein alla guida del partito…peccato che il PD è artefice, tanto quanto Lega e Fd’I, di quelle scelte e di quelle politiche contro cui gli studenti sono scesi in piazza a Pisa e a Firenze e cioè le politiche di sostegno al genocidio che si sta compiendo in Palestina da parte dei sionisti dello Stato di Israele!

Insomma, le chiacchiere stanno a zero! La verità è che qualsivoglia risposta efficace e di prospettiva alla repressione a cui la classe dominante è costretta a ricorrere, sta nelle mani delle masse popolari organizzate del nostro paese. Sempre di più è evidente agli occhi di tutti come la libertà di espressione e manifestazione è messa fortemente a rischio nel nostro paese (piazze vietate per i cortei in solidarietà alla Palestina, precettazioni degli scioperi, censure di canali social, repressione indiscriminata nelle piazze, ecc.), e diventa altresì evidente la necessità di organizzarsi e mobilitarsi anche a costo di violare divieti e imposizioni (come è stato fatto a Milano proprio in occasione del corteo chiamato dalla comunità palestinese il 27 gennaio).

Costruiamo e allarghiamo il fronte contro la repressione!

La lotta contro la repressione si deve legare alla lotta della classe operaia contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese e contro i licenziamenti politici che sempre di più subiscono lavoratori e delegati sindacali per la loro attività (come nel nel caso del compagno ed ex lavoratore della WORSP di Pisa, e delegato sindacale della CGIL Simone Casella); a quella degli studenti; del personale ATA e dei genitori contro i tagli alla scuola pubblica; a quella dei movimenti ambientalisti contro la devastazione e la militarizzazione dei nostri territori.

Facciamo rete e coordiniamo le varie realtà della città per cacciare i vari Conti e Ziello e gli opportunisti dell’ultima ora alla Giani e Schleiin, per imporre un’ Amministrazione Comunale di Emergenza che metta al centro il Lavoro, l’istruzione, il diritto all’abitare e alla Sanità, dove chi governa sia espressione degli interessi reali e concreti delle masse popolari. Questa è l’ unica soluzione concreta per la nostra città, questa è la strada per arrivare a cacciare il governo Meloni e si suoi sodali e costruire un governo che sia espressione dei nostri interessi: un Governo di Blocco Popolare.

Fare della lotta alla repressione e in solidarietà al popolo palestinese una questione di ordine pubblico!

Utilizziamo la manifestazione di sabato 2 marzo per allargare il fronte contro la guerra e la repressione!

Sezione di Pisa del P.CARC

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