Milano, 29 febbraio 2024
Questa mattina una delegazione di compagne del P.CARC, tra cui alcune iscritte alla CGIL, si è recata presso la Camera del Lavoro di Milano per consegnare una lettera diretta alla CGIL Lombardia con la quale si chiedeva di aderire e proclamare lo sciopero per l’8 Marzo. Già alcune categorie del sindacato a livello locale e nazionale lo hanno fatto: FLC CGIL MIUR, Funzione Pubblica CGIL Lazio, FISAC CGIL Credito Lazio, Funzione Pubblica Toscana, Funzione pubblica Bologna, Filcams Toscana.
Abbiamo chiesto di parlare con il segretario generale della Camera del Lavoro, Luca Stanzione, ma non era presente.
Che un sindacato che rappresenta milioni di lavoratrici e lavoratori in tutta Italia, aderisca e indica lo sciopero nella Giornata Internazionale delle Donne Lavoratrici è una questione pubblica e importante, soprattutto a fronte della situazione drammatica in cui versa il paese.
In Italia sono 4 i morti al giorno sui posti di lavoro, alcuni dei quali sono ragazze e ragazzi in alternanza scuola-lavoro, mentre tante donne – come anche uomini – in età da pensione sono ancora costrette a lavorare. Le donne sono sempre più espulse dal lavoro, precarizzate, sfruttate e sottopagate.
Sono 49 mila i morti all’anno per mala sanità (circa 5 ogni ora!), 390.700 solo i casi tumorali tra le donne, 10 mila gli aborti clandestini e 150 i femminicidi in un anno.
Per questo motivo abbiamo deciso di “accompagnare” la delegazione di compagne che avrebbe consegnato la lettera con una presenza nel piazzale della Camera del lavoro, rendendo pubblico il contenuto della lettera con un megafono e portando con noi uno striscione che sintetizzava la domanda “La Cgil sciopera l’8 marzo?”. Abbiamo inoltre diffuso la lettera tra i lavoratori della Camera del lavoro e i passanti, riscuotendo il loro sostegno e supporto.
La stessa reazione non è arrivata invece da alcuni funzionari della CGIL che, appellandosi alla presunta proprietà privata del piazzale della Camera del Lavoro, hanno tentato di allontanarci, davanti agli occhi increduli e imbarazzati dei loro stessi iscritti e dipendenti. Un atteggiamento non dissimile a quello dei padroni che, insieme alla DIGOS, cacciano chi fa volantinaggi fuori dalle aziende o fanno reprimere brutalmente i lavoratori che fanno picchetti.
Ma di quale proprietà privata stanno parlando questi funzionari? La CGIL non è forse il sindacato dei lavoratori? E la Camera del Lavoro non appartiene forse prima di tutto ai lavoratori, che l’hanno strappata ai fascisti durante la Resistenza?
La gazzarre messa in piedi dallo stesso servizio d’ordine della CGIL ha ottenuto l’attenzione del Segretario Organizzativo, Francesco Aufieri, che si è reso disponibile a un incontro, insieme alla segretaria di Stanzione.
Bene l’incontro, ma la decisione non deve essere presa nelle stanze private del sindacato, deve riguardare tutte le iscritte e tutti gli iscritti a partire dalle lavoratrici, perché se davvero la CGIL – come oggi lo stesso Aufieri ha detto – “non ritiene lo sciopero uno strumento adeguato”, deve assumersi la responsabilità di affermare pubblicamente quali sono, per le lavoratrici, gli strumenti efficaci per difendere e affermare i loro diritti.
Come ci hanno confermato gli stessi funzionari presenti, la CGIL è spaccata sull’utilizzo dello sciopero nella giornata dell’8 marzo. Che strada prenderà la CGIL? Continuerà a fare appelli al governo, nei palazzi del potere, o mobiliterà le proprie iscritte e i propri iscritti e creerà alleanze con tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che si stanno mobilitando per la costruzione dell’8 marzo e contro le misure lacrime e sangue con cui il governo Meloni sta portando avanti l’agenda Draghi?
È urgente che la CGIL imbocchi con convinzione la seconda strada, per questo ci appelliamo a tutte le RSU, alle delegate e ai delegati, alle iscritte e agli iscritti, ai gruppi di lavoratori attivi nelle proprie aziende per aderire allo sciopero dell’8 marzo, rendere pubblica la propria adesione e incalzare dal basso i vertici che ancora esitano o fanno finta di niente di fronte alla mattanza quotidiana nei luoghi di lavoro.
Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori ad aderire allo sciopero e a costruire assemblee nei luoghi di lavoro (anche chiedendo alle proprie RSU), a inviare agli indirizzi email che riportiamo in calce la lettera aperta che abbiamo consegnato oggi o un proprio messaggio di sollecito utile a incalzare le segreterie a proclamare lo sciopero per l’8 marzo.
La CGIL può svolgere un ruolo di primo piano per fermare il governo Meloni e le sue politiche opprimenti e repressive, tra cui il grave attacco al diritto di sciopero che abbiamo visto nei mesi scorsi con le precettazioni di Salvini. Può farlo mobilitando capillarmente le sue delegate, i suoi delegati e tutte le iscritte e iscritti!
Rimandiamo al Vademecum Sciopero 8 Marzo elaborato da Non Una di Meno nel 2023, ma ancora valido per il 2024:
“Nelle 24 ore del giorno 8 marzo 2024, quindi, tutte le lavoratrici sia del Pubblico Impiego che del privato possono scioperare, perché esiste la copertura sindacale generale. Il che significa che puoi scioperare anche se nel tuo luogo di lavoro non c’è un sindacato di quelli che hanno indetto lo sciopero e/o indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato”.
Partito dei CARC Federazione Lombardia
Riportiamo di seguito gli indirizzi email a cui inviare messaggi affinché indica sciopero l’8 Marzo e la lettera a aperta che abbiamo consegnato questa mattina.
Indirizzi email CGIL Milano:
filcams.mi@cgil.lombardia.it
filctem.mi@cgil.lombardia.it
milano@filleacgil.it
filtlombardia@cgil.lombardia.it
fiom.mi@cgil.lombardia.it
fisac@cgil.lombardia.it
flai.mi@cgil.lombardia.it
milano@flcgcil.it
fp.mi@cgil.lombardia.it
nidilmilanoservizi@cgil.lombardia.it
milano@silp.cgil.it
slc.mi@cgil.lombardia.it
spi.mi@cgil.lombardia.it
artigiani.mi@cgil.lombardia.it
centrodonna.mi@cgil.lombardia.it
Lettera aperta alla Cgil di Milano e Lombardia da iscritte e non tesserate
Milano, 29 febbraio 2024
Perché la Cgil Lombardia e Milano non sciopera l’8 marzo?
In Italia sono 4 i morti al giorno sui posti di lavoro, alcuni dei quali sono ragazze e ragazzi in alternanza scuola-lavoro, mentre tante donne – come anche uomini – in età da pensione sono ancora costrette a lavorare. Le donne sono sempre più espulse dal lavoro, precarizzate, sfruttate e sottopagate.
Sono 49 mila i morti all’anno per mala sanità (circa 5 ogni ora!); 390.700 solo i casi tumorali tra le donne, 10 mila gli aborti clandestini e 150 i femminicidi in un anno. In Italia si muore per femminicidio, per malattie curabili che non vengono più curate per i tagli alla sanità e l’eliminazione dei servizi di prevenzione, a partire dai consultori e servizi territoriali.
L’Italia è un paese in guerra.
Un paese in cui il governo Meloni continua a tagliare i finanziamenti alla scuola pubblica e alla sanità pubblica, aumenta precarietà e disoccupazione mentre spende milioni di euro in armamenti. Un paese da cui partono gli aerei impegnati nel genocidio a Gaza.
La guerra che è in corso in Italia è anche quella del governo Meloni contro le masse popolari e le donne la subiscono doppiamente!
Le donne delle masse popolari però sono pronte a rispondere colpo su colpo al governo Meloni! Hanno l’esigenza e l’urgenza di farlo, assieme anche agli uomini delle masse popolari. Lo abbiamo visto con gli scioperi proclamati dalla Cgil nei mesi scorsi, con tutte le operaie e lavoratrici che hanno riposto all’appello; lo abbiamo visto in maniera forte con le mobilitazioni del 25 novembre e con le successive organizzate da Non Una Di Meno, lo abbiamo visto anche con le mobilitazioni in solidarietà con la Palestina, piazze cariche di donne decise e combattive.
La Cgil, date anche le dichiarazioni di Landini in opposizione a questo governo, può svolgere un ruolo di primo piano per fermare il governo Meloni e le sue politiche opprimenti e repressive, tra cui l’attacco al diritto di sciopero con le precettazioni di Salvini. Può farlo mobilitando capillarmente le sue delegate, i suoi delegati e tutte le iscritte e iscritti!
C’è bisogno di sostenere e moltiplicare tutte mobilitazioni che rafforzano lo schieramento di opposizione al governo Meloni per fermarlo.
Perché dunque la Cgil Lombardia e Milano non sciopera? Se non ora quando? La risposta deve essere subito!
Sono tante le sigle del sindacalismo di base che hanno indetto lo sciopero dando copertura alla giornata dell’8 marzo. Ma sono già diverse anche le categorie della Cgil che hanno indetto sciopero a livello regionale o territoriale, sono diverse le delegate che si stanno muovendo promuovendo assemblee, organizzando le lavoratrici e i lavoratori per costruire lo sciopero! Qui sotto ne riportiamo un elenco che speriamo sia parziale.
Non è più tempo di aspettare!
Come lavoratrici e attiviste ci aspettiamo che la Cgil usi tutta la sua forza per costruire lo sciopero dell’8 marzo e per metterlo in concatenazione con la mobilitazione nazionale del 9 marzo a Roma! Le lotte per un lavoro e una vita dignitosa sono intrecciate, dentro e fuori dai posti di lavoro.
L’8 marzo si sciopera!
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Chi sciopera l’8 marzo – Lista aggiornata al 29 febbraio 2024
USB
ADL Cobas
Cub
Cobas Sanità
Usi
Cobas Sanità e Istruzione
FLC CGIL MIUR
Funzione Pubblica CGIL Lazio
FISAC CGIL Credito Lazio
Funzione Pubblica Toscana
Funzione pubblica Bologna
Filcams Toscana