[Campania] Libertà per Assange. Cacciare il governo Meloni!

Il governo Meloni ha chiuso il 2023 lacerato internamente dalla concorrenza elettorale tra Lega e Fratelli d’Italia in vista delle prossime europee e sempre più impopolare tra le masse popolari per il suo sovranismo di cartone scandito dal tradimento delle promesse antisistema fatte in campagna elettorale.

A tenere insieme il governo resta solo il mandato di attuare le misure antipopolari e di macelleria sociale dell’agenda Draghi per conto degli imperialisti Usa e dei vertici della Repubblica Pontificia.

Per questo Meloni e i suoi ha sempre più bisogno di dare una parvenza democratica e conservare un minimo di consenso da parte delle masse popolari. Ma l’intossicazione e la disinformazione non sono solo opera dell’attuale governo, sono parte di tutto il circo dei media di regime che parlano costantemente di questioni che non hanno alcuna rilevanza rispetto alle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Tutte questioni – dalle sorti del matrimonio della premier, dall’antifascismo o meno di La Russa, da inchieste su piccole e grandi corruttele – non fanno nessuna differenza rispetto all’abolizione del Reddito di Cittadinanza, al carovita che cresce, alle aziende che chiudono e li dirottamento di fondi pubblici per finanziare la guerra.

Una cortina fumogena di notizie che creano confusione, deviano l’attenzione su questioni secondarie e danno la possibilità ai finti oppositori del governo Meloni, PD e M5S, di dare fiato alla bocca con petizioni di principio sulla Costituzione, l’antifascismo padronale e diritti civili. Una colossale montagna di chiacchiere utile anche a Schlein, Conte e soci di guardarsi bene dal prendersi la responsabilità di rendere il paese ingovernabile alla Meloni mobilitando le masse popolari per cacciarlo.

Tra i ritornelli del circo mediatico un vecchio cavallo di battaglia è quello della garanzia del pluralismo, paravento dietro cui si spiega alle masse popolari che in Italia non esiste censura ed è garantita libertà d’espressione, di parola e di opinione.

Ma la realtà è ben diversa perché nel nostro paese non si può parlare seriamente dell’infame processo ai danni di Julian Assange o delle cause della guerra in Ucraina; non si possono sollevare questioni sulla coerenza della politica del governo Meloni (che ha approvato l’ennesimo pacchetto di invio di armi) con gli interessi nazionali; non si può discutere di quanto, e su chi, gravano le sanzioni alla Federazione Russa, non si può affrontare seriamente il discorso che inviare armi coinvolge direttamente l’Italia nel conflitto, non si può affrontare il tema della militarizzazione dei nostri territori o delle scuole e nemmeno da dove nasce (quali sono le cause e la genesi) la controffensiva lanciata dalla resistenza palestinese il 7 ottobre contro i sionisti. Non si può fare nulla di tutto questo senza incappare nel rischio di essere derisi, silenziati, oscurati o repressi!

La mobilitazione per la giustizia e la liberazione del giornalista statunitense Julian Assange sta producendo centinaia di iniziative e azioni di lotta in tutte le principali città del mondo. Una campagna che ha fatto suo l’obiettivo di difendere la libertà di informazione e il diritto a sapere la verità per le masse popolari, campagna che il Partito dei CARC ha sostenuto in varie parti d’Italia e anche qui in Campania dove il movimento Free Assange ha avuto una delle sue migliori espressioni.

Mobilitazione particolarmente importante in un paese in cui tanti sono i giornalisti licenziati perché si sono rifiutati di diffondere menzogne di regime su quanto sta accadendo a Gaza, in cui è in corso una campagna di boicottaggio della cosiddetta “legge bavaglio” varata dal governo Meloni e in cui è in programma uno sciopero dei giornalisti. Una mobilitazione che, quindi, al di là del risultato del processo su Assange, dovrà proseguire unendosi sempre di più al resto delle iniziative di lotta di tutto il paese all’insegna della parola d’ordine di “cacciare il governo Meloni” e lavorare sin da subito alla costruzione di un nuovo governo del paese che faccia dell’attuazione dei principi fondamentali della Costituzione la sua bandiera.

A Napoli e in Campania questo significa che il Comitato Free Assange potrà avanzare nella sua lotta se proseguirà nel coordinamento con le realtà che si stanno mobilitando contro la guerra e a sostegno della resistenza palestinese, con il movimento dei disoccupati organizzati, quello dei comitati in difesa della salute a partire dalla Consulta Popolare Sanità e Salute e con le altre diffuse e variegate forme di lotta e di organizzazione che sempre più devono convergere e fare fronte.

Serve un governo di emergenza delle masse popolari per garantire fino in fondo il diritto di stampa e la libertà di espressione, che dia, ad esempio, l’asilo politico a tutti i giornalisti dissidenti CHE VENGONO repressi perché contrari agli imperialisti e vicini alle istanze popolari.

Porsi concretamente il problema del governo dei territori e del paese è necessario per vincere. Farsi promotori di questo movimento per imporre sin da subito ciò che è urgente fare è il passo necessario per non limitarsi a subire ma passare all’attacco e cambiare radicalmente il corso delle cose.

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