Il Partito dei CARC di Colle Val d’Elsa si schiera contro la costruzione della nuova centrale idroelettrica al fianco del Coordinamento Salviamo l’Elsa e sostiene il presidio organizzato dallo stesso comitato per sabato 17 febbraio in Piazza Arnolfo dalle 17:00.
Questa organizzazione ha portato avanti, nell’ultimo anno, campagne di inchiesta e informazione per dimostrare l’inutilità e la dannosità del progetto.
Ci raccontano che la nuova centrale servirà a ridurre l’impatto ambientale dei combustili fossili, a migliorare la gestione delle acque piovane, a ridurre la spesa energetica delle aziende, a proteggere i lavoratori impiegati negli opifici della Val d’Elsa. Come dimostrato dalle Organizzazioni Popolari, questo progetto porterà solo la riduzione della portata d’acqua del fiume Elsa e la cancellazione di alcuni tratti delle gore, con conseguenze disastrose su flora e fauna residenti nel parco dell’Elsa e sulla vita delle cittadine e dei cittadini di Colle, che perderanno parte della loro storia nonché il loro polmone verde, e con quest’ultimo la possibilità di uno sviluppo davvero ecosostenibile attraverso il turismo.
Le stesse istituzioni, dal tribunale dell’acqua alla sopraintendenza, hanno bocciato questo progetto. Ma, nonostante tutto, si va avanti a ricorsi, si vanno a cercare sempre nuove sponde giuridiche e legislative. Perché per qualcuno questo progetto si deve fare. In prima linea, ovviamente, troviamo i dirigenti provinciali e regionali del PD. Parlano di ambiente e di lavoro: ridurre le emissioni inquinanti riducendo l’uso di combustibili fossili, combattere il caro bollette e permettere la riduzione dei costi delle aziende (citando espressamente la Rcr), in modo che queste possano garantire i livelli occupazionali attuali. Eppure non si dà risposta agli studi e alle analisi delle Organizzazioni Popolari che contrastano nel merito il progetto. Eppure non si tiene conto della volontà della popolazione. Eppure non cambiano posizione neanche quando il progetto è “bocciato” dai vari organismi statali. Il PD parla di ambiente e di riduzione delle emissioni inquinanti, ma tramite i suoi amministratori locali continua a concedere concessioni per il disboscamento di polmoni verdi come la Montagnola senese: l’autorizzazione alla desertificazione dei nostri territori è la prova che l’interesse del capitalismo non è l’ambientalismo, ma il profitto. Il PD parla di lavoro, giustificando con l’aumento dei costi energetici per le aziende le riduzioni di personale: il partito che ha contribuito, più di tutti, alla distruzione del welfare state e alla cancellazione graduale dei diritti dei lavoratori conquistati tramite la lotta degli anni 60 e 70, si permette di ricattare più o meno velatamente chi contesta il progetto (e di conseguenza i lavoratori). Se le aziende locali vanno in crisi per il caro energia, la crisi non deve essere pagata dai lavoratori, perché le cause degli aumenti dei costi energetici che stanno depauperando il nostro territorio sono da ricercare nella scellerata politica estera appoggiata dal PD, sia come forza di governo che di opposizione, completamente asservita agli interessi del capitalismo finanziario, che trova nella NATO il suo braccio armato e nella UE la sua sponda politica.
Ovviamente, se al governo cittadino o regionale ci fossero stati gli scimmiottatori del fascismo di FdI, la situazione non sarebbe stata diversa. I partiti delle larghe intese, ovvero i partiti di centro destra e centro sinistra che fanno finta di essere alternativi, sono ugualmente servi del capitalismo finanziario che sta provando a schiacciare le masse popolari.
La Rcr da parte sua rivendica la bontà del “tubone” pur dichiarando che al massimo usufruiranno di un quantitativo dell’8% del fabbisogno annuo e che l’unica soluzione al caro energia è la sovvenzione statale. Mettono bocca su un’infrastruttura che non porterà loro benefici; così come non ne porterà alla popolazione, né sposterà a favore della classe operaia decisioni di licenziamenti per la riduzione dei costi. Se invece l’energia non andasse tutta all’RCR, chi ne usufruirà? Forse sarà distribuita in città a prezzi calmieriati per ridurre sulle masse popolari l’impatto dei rincari imposti dai gruppi speculativi internazionali che gestiscono le aziende di distribuzione dell’energia elettrica? Ovviamente no, questa energia sarà immessa in rete a vantaggio degli imprenditori che costruiranno questo ecomostro con i fondi del Piano per lo Sviluppo Regionale senza neanche creare posti di lavoro reali.
In conclusione, bugie sugli scopi del progetto, bugie sull’impatto ambientale, bugie sui vantaggi di questa opera per le masse popolari.
Le lavoratrici e i lavoratori del RCR meritano rispetto: lavoratori che da anni hanno subito una riduzione di oltre il 50% della forza lavoro, licenziamenti e cassa integrazione. E poi con la “scusa” dell’ambiente e della difesa dei posti di lavoro ci impongono scelte scellerate, che comunque non garantiscono la salvaguardia dei nostri diritti al lavoro, alla salute e ad una vita dignitosa in una società giusta. Le cittadine e i cittadini di Colle Val d’Elsa meritano rispetto: non possono subire, per l’ennesima volta, una infrastruttura che non porta alcun vantaggio alla popolazione, che danneggia il patrimonio storico della città, che porterà devastazione all’intero sistema del parco fluviale.
Il Partito dei CARC esprime la propria contrarietà a questo progetto, perché simbolo dell’arroganza del capitalismo, del potere finanziario e del suo braccio politico rappresentato dai partiti delle larghe intese. Il Partito dei CARC appoggia tutte le Organizzazioni Popolari che si schierano oggi contro il “tubone” e appoggiano tutte quelle cittadine e quei cittadini che hanno voglia di organizzarsi per contrastare la reazione del capitalismo che ogni giorno si fa più pesante. L’archiviazione di questo progetto sarà possibile solo se le colligiane e i colligiani si opporranno in massa all’arroganza di questo sistema politico, facendo così pressione presso quegli organismi che sono chiamati a decidere da Roma, centro del potere della repubblica pontificia, le sorti e i destini della nostra cittadina.
I capitalisti, forti dell’appoggio dei partiti delle larghe intese, ignorano tranquillamente gli organismi dello stato borghese quando gli danno torto. Solo la creazione di Organizzazioni Popolari nelle nostre città e Organizzazioni Operaie sui nostri posti di lavoro possono imporre un cambiamento positivo per le masse popolari.
Prendiamo coscienza delle nostre possibilità, sovvertiamo i rapporti di forza. A Colle si avvicinano le elezioni. Staniamo i candidati sindaco sul “tubone”, facciamo di tutto per vincere questa battaglia perché se vinciamo oggi dovranno ascoltarci domani quando saremo di nuovo in piazza per una gestione equa e giusta della sanità locale e di prossimità, per il diritto allo studio, per il diritto alla casa e per l’edilizia popolare, contro il carovita, contro la multiutility del PD e di FdI, contro la gestione affaristica della cosa pubblica.
IMPEDIAMO AI PARTITI DELLE LARGHE INTESE DI CONTINUARE L’OPERA DI OPPRESSIONE DELLE MASSE POPOLARI. COSTRUIAMO UN GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE!