Alcune considerazioni sull’udienza del 30 gennaio
Il 30 gennaio 2024 al Tribunale di Firenze si è svolta la seconda udienza del processo ai cinque militanti che presero parte alla manifestazione del 15 febbraio 2022 per protestare contro la gestione criminale della pandemia da parte del Governo Draghi (per chi volesse approfondire si rimanda qui: https://www.carc.it/2024/01/18/firenze-green-pass-sospensioni-daspo-e-denunce-2021-2022-anni-di-resistenza-repressione-e-lotta/).
Durante l’udienza abbiamo svolto un presidio fuori dall’aula di tribunale per portare la nostra solidarietà al compagno Tommaso Bolognesi (segretario della sezione di Rifredi del P.CARC) e agli altri imputati.
La nostra presenza ha suscitato una certa attenzione nei passanti che si sono mostrati interessati sia dalla presenza dei comunisti ai cancelli del Tribunale, sia dal contenuto che abbiamo portato nella nostra propaganda, cioè quello relativo alla repressione scatenata contro chi si oppose agli illegittimi (e inutili) dispositivi governativi come il green pass. Abbiamo voluto ricordare il clima costruito ad arte durante gli anni di gestione (criminale) della pandemia da parte dei governi Conte 2 e Draghi. Un clima che aveva il preciso obiettivo di restringere l’agibilità politica di milioni di persone nel nostro paese che non riescono ad arrivare a fine mese e che di fronte alle misure di devastazione promosse dal governo hanno alzato la testa, per difendere il proprio posto di lavoro e il diritto ad essere curati e assistiti dignitosamente.
Il presidio che abbiamo promosso in occasione di questa udienza, l’attenzione ricevuta e la solidarietà raccolta da parte di compagni e compagne di altre organizzazioni che hanno partecipato, conferma la giustezza della linea della Carovana del (n) PCI su come dobbiamo considerare e affrontare la repressione: un boomerang per la classe dominante che ce la scaglia addosso e quindi un’opportunità se sappiamo considerarla come tale, coglierla e svilupparla.
Per quanto riguarda il contenuto dell’udienza, sono stati ascoltati, dalla giudice Anna Aga Rossi, i testimoni di entrambe le parti. L’Ispettore Stefano de Martino della DIGOS di Firenze ha raccontato che al presidio sotto l’Agenzia delle Entrate non ci furono problemi di ordine pubblico come blocchi del traffico o altro. Quello che avrebbe messo a repentaglio “l’ordine costituito” sarebbe stata la mancata comunicazione di uno spostamento di circa 200 metri! Per questa mancata comunicazione si vorrebbe far pagare 1.200 euro a testa agli “inosservanti”!
Sappiamo che la verità è un’altra: la repressione colpisce laddove c’è l’esigenza (per la classe dominante) di fiaccare (anche economicamente) chi si organizza e promuove organizzazione diventando così punto di riferimento per le masse popolari. Per questo motivo è fondamentale essere consapevoli che la migliore difesa contro la repressione è la continuità della lotta, ed è alla luce di questo ragionamento che dobbiamo e possiamo usare anche i processi per dare continuità e rafforzare la nostra lotta!
Nel caso di questa seconda udienza, per esempio, non ci siamo limitati a promuovere il presidio ma anche un’iniziativa pubblica di confronto tra lavoratori sospesi a causa del green pass (vedi qui: https://fb.watch/q1_R84uhY2/), occasione in cui abbiamo raccolto la solidarietà di Alessandro De Giuli, candidato con la lista Firenze Rinasce alle prossime elezioni amministrative. E’ infatti importante approfittare anche delle elezioni amministrative che si terranno a Firenze il prossimo giugno per alimentare la rete di solidarietà intorno alle vicende processuali che coinvolgono i compagni a partire dai candidati di quelle liste che si dichiarano alternativi al sistema politico dei partiti delle Larghe Intese (PD, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia); è un modo per metterli subito a verifica sin dalla campagna elettorale e non attestarsi al “quando sarà eletto farò questo, dirò quello!”.
In definitiva, se la repressione serve come monito per intimidire le masse popolari e come strumento per frenare lo sviluppo delle nostre lotte, allora è importante rispondere innanzitutto con la solidarietà di classe, facendo rete, usando ogni singolo attacco (processi, le inchieste, le persecuzioni poliziesche, le montature giornalistiche) per quello che è: un’opportunità per rinsaldare le nostre “alleanze”, per rafforzare le nostre istanze, per allargare percorsi di lotta e partecipazione! La prossima udienza si terrà il 10 giugno alle ore 12.30. Invitiamo tutti e tutte a seguire i nostri canali per rimanere aggiornati e partecipare a questa campagna.
Fare di ogni attacco, un’occasione per alimentare la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari per cacciare il Governo Meloni e instaurarne uno espressione degli interessi popolari!
Sezione di Rifredi del Partito dei CARC