[Milano] Lamorgese e Saccone, Petronzi e Sala devono rispondere degli abusi delle forze dell’ordine

Solidarietà a Luciano Pasetti! Lamorgese e Saccone, Petronzi e Sala devono rispondere degli abusi delle forze dell’ordine del 4 dicembre 2021 in Piazza Duomo!

Il 19 gennaio 2024 presso il Tribunale di Milano si è svolta la prima udienza del processo che vede imputato il nostro compagno e sindacalista della CUB Luciano Pasetti.

L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti sono quelli del 4 dicembre 2021 in Piazza Duomo: decine e decine di compagni, sindacalisti e attivisti che transitavano per quella piazza, di ritorno dalla manifestazione del No Draghi Day terminata in piazza della Scala, oltre ad essere schedati, prelevati fisicamente, bloccati e poi trascinati dalla polizia, furono multati, “daspati” e alcuni di loro denunciati.

In quel periodo le misure prese dal Ministero dell’Interno ed applicate alla lettera dal “Comitato di Pubblica Sicurezza” cittadino (che ricordiamolo, fa capo a Prefetto, Questore e Sindaco: allora erano in carica rispettivamente Saccone, Petronzi e Sala) puntavano a stroncare le tante mobilitazioni contro l’uso del Green Pass nelle principali città del nostro paese. Furono interdette le mobilitazioni di piazza perché la situazione era ormai “fuori controllo”: quel movimento popolare, che vedeva una partecipazione soprattutto della classe operaia, oltre a essere contro il Green Pass, rivendicava anche la cacciata di Draghi e del suo governo. E infatti la repressione messa in campo quella giornata era finalizzata a impedire la convergenza tra due movimenti che si opponevano nettamente al governo Draghi e al suo programma antipopolare: il movimento No Draghi Day e quello No Green Pass.

Cambiano gli attori ma il copione si ripete! Proprio nei giorni scorsi abbiamo assistito all’ennesimo abuso: ancora una volta i governi delle Larghe Intese, questa volta con Meloni e Salvini alla testa, hanno calpestato la Costituzione nata dalla Resistenza. Su pressione dei gruppi sionisti in Italia hanno vietato le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese previste per il 27 gennaio, Giornata della memoria. Con la complicità del PD e dei suoi sindaci di Milano e Roma: Sala e Gualtieri si dichiarano per la pace e si riempiono la bocca di antifascismo, fingendo che quello che lo Stato sionista di Israele sta compiendo a Gaza non sia un genocidio di un popolo intero. Un’altra volta Sala, in compagnia del Ministero dell’Interno, prefetto e questore milanese, hanno fatto carta straccia dei diritti conquistati con anni di lotte e vite sacrificate restringendo l’agibilità politica di migliaia di persone. Sono loro responsabili del clima di repressione che si è creato verso chi il 4 dicembre 2021 decideva di manifestare contro Draghi o chi sabato scorso ha addirittura sfidato i divieti, consapevole che un arretramento avrebbe comportato a un ennesimo restringimento dell’agibilità politica di migliaia di persone.

Per questo motivo, abbiamo chiamato a testimoniare al processo di Luciano proprio Sala, insieme a Lamorgese (ma in sostituzione andrà bene anche Saccone) e Petronzi. Testimonianze che il giudice ha deciso di accettare.

Avranno il coraggio Sala e i suoi amici di presentarsi al tavolo dei testimoni oppure faranno pressioni sui giudici per non affrontare il pubblico giudizio in un processo?

La prossima udienza sarà il 4 marzo 2024, con l’esame dei testimoni del PM e la visione dei filmati di quella giornata. Una data piuttosto ravvicinata a differenza dei normali processi “politici” che hanno tempi biblici, come metodo di intimidazione (“state buoni voi che avete processi in corso!”). Che fretta hanno di chiuderlo? Non è che per caso è una ferita ancora aperta, una pagina da dover mettere nel dimenticatoio, un episodio da dover rimuovere dai ricordi delle masse popolari il prima possibile perché ancora troppe persone sono perseguitate con multe, DASPO e procedimenti vari?

Infatti il 4 dicembre 2021 non è stato un caso isolato. A Firenze il 15 febbraio 2022, il compagno Tommaso Bolognesi, segretario della sezione di Firenze Rifredi del Partito dei CARC, insieme a una cinquantina di lavoratori e attivisti hanno manifestato il proprio dissenso contro le disposizioni governative che proprio quel giorno sancivano l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per i cinquantenni. Per questo sono stati condannati, come promotori della manifestazione, a pagare 1200 euro ciascuno, tramite un decreto penale di condanna emesso dal Tribunale di Firenze a cui gli stessi imputati hanno fatto opposizione. Si è dunque aperto il processo che proprio ieri ha avuto la seconda udienza. A Tommaso e a tutti gli attivisti con lui sotto processo va la nostra solidarietà.

Creare un fronte unitario di lotta contro la repressione è necessario e urgente. L’attuazione del programma di lacrime e sangue imposto dal governo Meloni, aggrava ulteriormente le condizioni di vita delle masse popolari. Ai tagli previsti dalla manovra finanziaria (alla sanità, istruzione, mentre si stanzieranno più 10 miliardi per le spese militari), si aggiungono provvedimenti repressivi (multe, denunce, DASPO, ecc.) che cercano di spezzare l’inevitabile e inarrestabile resistenza che le masse popolari oppongono all’aggravarsi delle condizioni di vita e di lavoro. Approvazione del nuovo pacchetto sicurezza a novembre 2023; arresti e obbligo di dimora degli attivisti di Ultima Generazione, fogli di via per Exinction Rebellion e la conversione in legge del ddl contro le “ecoproteste”; precettazioni a pioggia per i lavoratori in sciopero; arresti e denunce alle avanguardie di lotta e sindacalisti come successo al compagno Bignamini di Codogno, in arresto a Piacenza per un accumulo di condanne per oltraggio a pubblico ufficiale e diffamazione, a cui va la nostra solidarietà. Quando intossicazione mediatica, corruzione, promesse e contentini non bastano a fermare la mobilitazione, quando le manifestazioni si moltiplicano, si rafforzano e scendono sul piano “politico” diventando una minaccia per il sistema politico e i governi della classe dominante, la repressione diventa l’unica arma da dispiegare. Un’arma che però possiamo (e dobbiamo imparare a) ritorcere contro: denunciando il volto antidemocratico della borghesia stessa, raccogliendo e fomentando la solidarietà tra le masse popolari vessate e sfruttate dalla stessa classe che reprime, costruendo un fronte unito di lotta che rimanda al mittente gli attacchi repressivi.

Per questo invitiamo tutte le organizzazioni, i collettivi ed i singoli che hanno subito e/o ancora sono sotto attacco rispetto ai fatti di piazza Duomo del 4 dicembre 2021 a contattarci per far fronte comune contro la repressione della classe dominante!

Solidarietà a Luciano Pasetti e a tutti i fermati!

La solidarietà è un’arma, usiamola!

Vi aspettiamo alle prossime udienze fuori dal Tribunale di Milano:

– 23 febbraio, h. 14: nuova udienza per la scritta “Fontana assassino” contro Claudia e Pablo

– 4 e 18 marzo, h. 9: nuova udienza per i fatti del 4 dicembre 2021 contro Luciano

Fai una sottoscrizione economica per sostenere la lotta alla repressione con un versamento su:

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