Nei giorni scorsi l’ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, è stato arrestato per corruzione degli appalti truccati del Rione Terra. Insieme a lui, in manette, anche l’ex esponente della direzione nazionale del PD, Nicola Oddati, l’imprenditore Salvatore Musella e Giorgio Palmucci, ex presidente di Enit e componente della commissione valutatrice delle offerte per l’aggiudicazione della concessione relativa alla riqualificazione del Rione Terra. Le misure cautelari sono state emesse su richiesta della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, per le accuse di turbative nella gara per la concessione del Rione Terra, di corruzione per l’aggiudicazione di un’altra pubblica concessione e per la conversione in struttura alberghiera del Rione.
Quello in atto è uno scontro tra parti politiche e di potere per continuare la speculazione e l’opera di saccheggio del patrimonio pubblico della città. Né al PD né tantomeno alle forze politiche che oggi governano il paese (FdI, Lega, FI, ecc.) e in generale a nessun’altra forza espressione delle Larghe Intese interessano le sorti del Rione Terra e delle masse popolari del territorio e del paese. La speculazione e la svendita del patrimonio pubblico, infatti, non è un fenomeno che riguarda solo Pozzuoli ma tutta l’Italia, un esempio su tutti è quanto sta accadendo con i beni monumentali del patrimonio immobiliare della città di Napoli, a opera della giunta Manfredi, o per restare sul territorio di Pozzuoli la svendita dell’ex area Sofer a una multinazionale come la Prysmian. Tutte operazioni che fanno gola agli affaristi, agli speculatori, ai capitalisti cui politicanti alla Figliolia offrono i loro servigi.
Le speculazioni sul Rione Terra, infatti, non cominciano oggi. Nel 1970 il Rione fu sgomberato con l’esercito a seguito di una campagna allarmistica e di terrore sull’emergenza bradisismo. In quell’occasione tutti gli abitanti furono deportati e il Rione fu oggetto di una delle più grandi speculazioni che l’area flegrea abbia mai visto. Una piccola prova che fece da scuola all’enorme “arraffopoli” messa in campo con il terremoto del 1980. Questo succede se lasciamo in mano alle istituzioni locali e nazionali la gestione dei nostri territori!
Il futuro del Rione Terra e di tutta l’area flegrea non può essere delegato e ridotto ad oggetto di scontro tra affaristi e politicanti perché in mano a questa gente per le masse popolari non prometterà niente di buono. Cosa fare del Rione Terra, dell’area ex. Sofer, dell’Italsider di Bagnoli e anche dell’emergenza bradisismo devono deciderlo le masse popolari del territorio!
Quindi, che fare? Gli abitanti dell’area flegrea e dintorni, a partire dalle organizzazioni operaie e popolari, associazioni, comitati e collettivi già esistenti, non devono delegare alle Larghe Intese le sorti del territorio ma devono organizzarsi, promuovere assemblee pubbliche per decidere cosa fare e come farlo e soprattutto mobilitarsi sin da subito per individuare e imporre le misure necessarie e urgenti che vanno nei loro interessi. Attraverso questa mobilitazione creeremo le condizioni per imporre un Amministrazione Locale di Emergenza, che sia espressione degli interessi delle masse popolari, che renda il Rione Terra nuovamente abitabile alla popolazione, che tuteli la costa e il paesaggio flegreo, che metta al centro della sua attività la riqualificazione del territorio e delle ex. aree industriali dando un lavoro utile e dignitoso ai disoccupati e precari della città.
Chiamiamo i lavoratori, i precari, i disoccupati, gli studenti, i pensionati di tutto il territorio a diventare protagonisti della riscossa, il futuro di Pozzuoli dipende da noi.