Rilanciamo qui la dichiarazione congiunta della leadership che anima la resistenza palestinese emanata lo scorso 28 dicembre 2023.
La rilanciamo perché le azioni che la resistenza palestinese sta compiendo sono ricche di insegnamenti per le masse popolari del nostro paese: primo fra tutti che laddove la resistenza si organizza, si dota di una strategia e di un piano allora diventa una forza capace di sconfiggere gli imperialisti e di mandare all’aria i loro piani, per quanto siano sfavorevoli i rapporti di forza!
Conoscere l’eroica lotta della resistenza palestinese, al di là della solidarietà borghese che calca la mano sul loro ruolo di vittime, così come conoscere ciò che è accaduto per decenni prima del 7 ottobre, ciò che ha condotto all’operazione militare del 7 ottobre, è interesse delle masse popolari italiane che devono ricavarne insegnamenti anche per le loro sorti!
In tutto il mondo rimangono all’ordine del giorno manifestazioni oceaniche, presidi e iniziative a sostegno del popolo palestinese. Questo, come dicono nel comunicato congiunto i promotori della resistenza palestinese, è un primo dato che mostra le ricadute dell’operazione messa in campo: ha contribuito a costruire e compattare un ampio fronte contro i crimini dei sionisti e in ultima istanza contro gli imperialisti della Comunità internazionale capeggiata dagli Usa, che da decenni foraggiano e appoggiano lo stato sionista di Israele, avendone fatto il loro braccio armato nel medio-oriente. Che i crimini dei sionisti sono equiparabili a quelli dei nazisti, che il sionismo è la versione ebrea del nazismo e del fascismo oggi è una realtà conosciuta in maniera molto più estesa di prima.
L’Italia non fa eccezione: dal 7 ottobre ogni sabato proseguono le manifestazioni che vedono migliaia di persone in piazza, proseguono i presidi, le iniziative culturali, le iniziative e dentro le scuole; proseguono, anche se sporadiche, le iniziative di monitoraggio, denuncia e boicottaggio del traffico di armi nei principali porti del paese a opera dei collettivi operai come quello del CALP.
La domanda che alcuni compagni giustamente si pongono è come rendere efficaci le tante manifestazioni e iniziative che continuano a divampare anche in Italia? Come renderle incisive nella situazione attuale e nel contesto internazionale, visto che Israele non sta arrestando i propri crimini sulla base delle mobilitazioni già in atto? La risposta, che traiamo anche dal bilancio dalle esperienze dei movimenti contro la guerra, è che le tante mobilitazioni in atto nel nostro paese devono mirare a rendere ingovernabile l’Italia ai vertici della Repubblica pontificia, agli imperialisti italiani, e costruire un’alternativa di governo. Questo significa assestare un colpo a tutta la catena degli imperialisti internazionali e contribuire in maniera decisa a porre fine ai crimini di Israele e degli altri imperialisti nel mondo. Nel 1917 la rivoluzione d’Ottobre in Russia, all’epoca anello debole degli imperialisti, lo ha ben dimostrato mettendo fine alla prima guerra mondiale e dando anche impulso a rivoluzioni proletarie in tutto il mondo.
Dalla lotta operaia alla resistenza palestinese
Il 31 dicembre Dario Salvetti del Collettivo di Fabbrica Gkn dal palco dell’iniziativa Fino a che ce ne sarà, ha fatto riferimento alla lotta della resistenza palestinese e alla solidarietà della classe operaia e delle masse popolari italiane dicendo che per questi il passo immediato da fare, anche per aiutare la resistenza palestinese, è vincere la battaglia per arrivare alla fine del mese, per difendere lavoro, salario, diritti; per prendersi cura del proprio posto di lavoro e del proprio territorio a fronte di una classe dominante che porta tutto all’abbandono e alla devastazione.
Lottando per prendere in mano il loro destino, sviluppando un movimento che si ponga l’obiettivo di costruire un’alternativa di governo popolare, le masse popolari italiane contribuiscono a sostenere la lotta dei popoli oppressi. Mettendo all’angolo gli imperialisti che governano il nostro paese e costringendoli a ingoiare un governo espressione delle lotte e delle iniziative operaie e popolari, significa anche assestare anche un colpo a Israele e le sue operazioni criminali contro la Palestina. Tagliare i fondi, gli armamenti, interrompere la collaborazione delle università per la ricerca militare di Israele, queste sono solo alcune azioni che un simile governo può mettere in campo e che legano la lotta per l’emancipazione delle masse popolari italiane a quelle palestinesi.
Come fare sul terreno pratico? “Si tratta di
– estendere la mobilitazione: le manifestazioni di piazza, le proteste davanti alle sedi di ambasciate e consolati di Israele e degli USA, le denunce, le iniziative di lotta contro i complici dei sionisti come il blocco di porti, aeroporti e centri della logistica dove transitano le armi destinate ai sionisti, le occupazioni delle Università che hanno accordi di cooperazione con centri di ricerca, agenzie, aziende, enti privati e pubblici israeliani, il boicottaggio di prodotti e aziende israeliane (sul sito della campagna “Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni”, sono indicate alcune multinazionali e aziende che traggono profitto dal genocidio del popolo palestinese), ecc.;
– far conoscere sulla scala più ampia di cui siamo capaci le iniziative avanzate (in particolare quelle di cui sono protagonisti gli operai e altri lavoratori), in modo che ispirino, aprano la strada e mettano in moto altri gruppi e classi delle masse popolari, suscitino solidarietà ed emulazione;
– coordinare le iniziative di sostegno alla resistenza palestinese e contro i crimini dei sionisti di Israele, la lotta per mettere fine alla partecipazione del nostro paese alle missioni di guerra USA-NATO e alla sottomissione del nostro paese agli imperialisti USA (il protettorato USA accettato da Vaticano e De Gasperi nel 1947), la lotta contro la mano libera che le autorità della Repubblica Pontificia lasciano alle multinazionali e ai fondi di investimento USA (la vendita della rete TIM al fondo Kkr è solo l’ultima in ordine di tempo) e di altri paesi, la lotta contro il riscaldamento climatico e la devastazione dell’ambiente e le altre lotte in cui si articola la resistenza delle masse popolari al programma comune della borghesia imperialista1.”
Trasformare la solidarietà con la resistenza palestinese e l’indignazione per i crimini dello Stato sionista di Israele in ribellione, organizzazione e lotta per cacciare il governo Meloni, complice dei sionisti, servo dei gruppi imperialisti USA-NATO e compare di quelli UE!
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Dichiarazione congiunta rilasciata da Hamas, PFLP, PIJ, DFLP e PFLP-GC – 28/12/2023
La leadership delle fazioni della resistenza palestinese ha tenuto un incontro consultivo a Beirut, dove hanno discusso gli sviluppi della battaglia contro l’alluvione di Al-Aqsa nel mezzo dell’aggressione sionista in corso sulla nostra terra, sul nostro popolo e sui luoghi santi, in particolare nella Striscia di Gaza, nella Cisgiordania palestinese. e Al-Quds. L’incontro si è concluso con i seguenti risultati:
Primo: con tutto orgoglio e onore, i partecipanti hanno elogiato l’eroica fermezza del nostro popolo nei territori occupati, in particolare la leggendaria fermezza del nostro popolo nella Striscia di Gaza, dove i nostri bambini, le donne e tutto il nostro popolo, a petto nudo, affrontano gli atti brutali del nemico “israeliano”, che ha preso di mira i rifugi per gli sfollati, le case, le moschee, le chiese, le scuole, gli ospedali e le infrastrutture generali, come parte dell’attuazione di una politica genocida e di terra bruciata contro il nostro popolo risoluto, che ha fermamente contrastato il progetto di sfollamento di massa verso i vicini arabi, per svuotare la Striscia dei suoi residenti e annetterla allo stato di occupazione e omicidio di massa. Questo piano mira chiaramente a porre fine alla causa nazionale palestinese e a liquidare i legittimi diritti nazionali del nostro popolo, determinando il destino, stabilendo uno stato palestinese indipendente con Al-Quds come capitale e garantendo il diritto al ritorno per i rifugiati del nostro popolo. alle loro case e proprietà, secondo la Risoluzione 194, in contrasto con l’annessione dei territori occupati nella guerra di aggressione del 1967 e la creazione del “Grande Israele” a scapito del nostro progetto nazionale, dell’identità del nostro popolo e del suo diritto alla sovranità sulla loro terra e alla creazione di uno stato indipendente con Al-Quds come capitale.
Secondo: i partecipanti hanno sottolineato le azioni eroiche della valorosa resistenza nelle terre palestinesi occupate in generale, e nella Striscia di Gaza in particolare. Ne hanno elogiato la capacità di contrastare gli obiettivi del nemico, dimostrando la sua incompetenza e la fragilità delle sue forze in campo. Hanno inoltre elogiato l’unità di lotta di tutte le ali militari delle fazioni della resistenza, manifestata sul campo con creatività, tattiche intelligenti e azioni che hanno superato le aspettative nell’estensione della battaglia strategica di Al-Aqsa Flood, che ha causato il 7 ottobre , 2023, una svolta storica che scuote la situazione internazionale. Ciò riafferma che la causa palestinese è e rimarrà ancora la questione centrale a livello regionale, e che il calo di interesse non è dovuto a un declino dello status nella mappa politica della regione, ma piuttosto a un’espressione del declino della leadership ufficiale. ruolo, che basava i suoi calcoli sulle scommesse sul progetto americano della “soluzione dei due Stati” e sul progetto di “intesa” con l’occupazione sionista “Accordi di Oslo”.
In questo contesto, i partecipanti affermano la loro determinazione a continuare la resistenza sul campo e in altri forum, finché non cesserà la guerra brutale contro il nostro popolo e l’aggressione sarà respinta dalla Striscia.Terzo: I partecipanti hanno affermato che i compiti di combattimento e di lotta diretti e immediati da raggiungere sono i seguenti:
1) Cessazione immediata della guerra di genocidio, terra bruciata e pulizia etnica da parte del nemico “israeliano” nella Striscia di Gaza.
2) Rompere l’assedio della Striscia, iniziando a fornire al nostro popolo tutte le necessità di vita e contemporaneamente ricostruire e ricostruire le infrastrutture, le istituzioni e le strutture. Ciò include la fornitura delle forniture necessarie per riattivare e sostenere il sistema sanitario, che sta quasi crollando sotto gli atti barbarici dell’aggressione “israeliana”, e il trasferimento dei casi di feriti gravi dalla Striscia alle cure all’estero in paesi fraterni e amici.
3) Impegno arabo, islamico e internazionale per la ricostruzione e richiesta ai paesi fraterni e amici, e alle organizzazioni internazionali e regionali, tra cui soprattutto la Lega araba, l’Organizzazione per la cooperazione islamica e le Nazioni Unite, di lanciare un’iniziativa internazionale per ricostruire ciò che l’occupazione e l’aggressione barbarica hanno distrutto nella Striscia di Gaza, e di lavorare seriamente per riportare la vita nelle arterie della Striscia, per fornire le basi necessarie per rafforzare la fermezza del nostro popolo e la sua adesione alla propria terra, come ricompensa minima per i leggendari sacrifici che stupirono il mondo intero.
Quarto: I partecipanti hanno sottolineato la loro condanna e il rifiuto degli scenari degli ambienti occidentali e “israeliani” per il cosiddetto “giorno dopo” a Gaza. Hanno confermato che tali scenari respinti, sia nei dettagli che in generale, non fanno altro che scommettere sul tentativo fallito di spezzare la fermezza del nostro popolo e la nostra valorosa resistenza; si tratta di semplici illusioni che non si realizzeranno né ora né in futuro, soprattutto dopo che i segni della sconfitta del nemico hanno cominciato ad apparire, nel suo esplicito riconoscimento delle sue morti e dei ferimenti per mano della nostra resistenza, e nel suo ritiro forzato delle parte più significativa delle sue forze, dopo la disgrazia subita sul campo per mano dei nostri eroici combattenti della resistenza sul campo.
I partecipanti affermano che il nostro movimento nazionale e la coraggiosa resistenza possiedono un patrimonio di lotta, di patrimonio intellettuale e politico che lo qualifica a respingere tutti i progetti e gli scenari presentati come una “soluzione” alla causa di Gaza, poiché non esiste una causa separata per la Striscia. , un altro per la Cisgiordania e un altro per Al-Quds.
La causa palestinese è la causa di tutta la Palestina, della terra, delle persone, dei diritti, del futuro e del destino. La soluzione alla causa può essere raggiunta solo attraverso la fine dell’occupazione e di tutte le forme di insediamenti, aprendo la strada al nostro popolo per determinare il proprio destino nazionale sulla propria terra.Quinto: I partecipanti hanno concordato sulla necessità di affrontare le conseguenze della guerra barbara sul nostro popolo con una lotta strategica e combattiva unitaria, riproponendo la nostra causa come causa di liberazione nazionale per un popolo sotto occupazione. In questo contesto, propongono i seguenti suggerimenti a tutti i partiti del movimento nazionale palestinese e alle sue componenti:
1) Chiedere un incontro nazionale globale che includa tutte le parti senza eccezioni, per attuare quanto concordato nei precedenti dialoghi palestinesi e per affrontare le conseguenze della brutale guerra contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza e i barbari attacchi da parte delle bande di coloni e forze di occupazione, e progetti di insediamento e annessione in Cisgiordania, soprattutto ad Al-Quds.
2) Rifiutare tutte le soluzioni e gli scenari per il cosiddetto “futuro della Striscia di Gaza” e presentare una soluzione nazionale palestinese basata sulla formazione di un governo di unità nazionale che emerga da un ampio consenso nazionale che includa tutti i partiti, responsabile dell’unificazione delle istituzioni nazionali nel terre occupate in Cisgiordania e nella Striscia, assumendosi la responsabilità di adottare progetti volti a ricostruire ciò che l’invasione barbarica ha distrutto nella Striscia, a restituire la vita al nostro popolo e a preparare le elezioni.
3) Piena enfasi sulla necessità di un cessate il fuoco e della cessazione permanente di tutti gli atti di aggressione, nonché del ritiro completo dalla Striscia di Gaza, come condizione per discutere dello scambio di prigionieri basato sul principio “tutti per tutti”, svuotando le carceri e fermare gli arresti contro il nostro popolo nei territori occupati.
4) Sviluppare e rafforzare il sistema politico palestinese su basi democratiche, attraverso elezioni generali (presidenziali, legislative e del consiglio nazionale), secondo un sistema di rappresentanza completamente proporzionale, in elezioni libere, giuste, trasparenti e democratiche, con la partecipazione di tutti , ricostruendo così le relazioni interne sulle basi e sui principi della coalizione nazionale e di un autentico partenariato nazionale.
I partecipanti rendono omaggio ai martiri del nostro popolo nelle terre occupate, in particolare al nostro popolo nella Striscia di Gaza, augurano una pronta guarigione ai feriti e salutano coloro che sono saldi nonostante la durezza e la brutalità dell’aggressione nella Striscia di Gaza. Estendono un saluto di lotta e ammirazione agli stati e alle forze di resistenza nella nostra nazione [araba e islamica] per il loro ruolo nel sostenere il nostro popolo e la resistenza.
Salutano anche i nostri popoli arabi e le persone libere del mondo che si sono manifestate nei loro paesi e nelle loro capitali, condannando il terrorismo sionista e sostenendo il diritto del nostro popolo a difendere se stesso, la propria terra e la propria dignità. Chiedono maggiore sostegno politico, mediatico e finanziario, creando un fronte globale contro il terrorismo e l’aggressione “israeliana” e la barbarie dell’Atlantico, guidati dagli Stati Uniti, il nemico numero uno dei popoli del mondo che aspirano alla libertà e all’indipendenza. , prosperità e vita dignitosa.
Movimento di resistenza islamica – Hamas Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Movimento della Jihad islamica palestinese
Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale Beirut il 28/12/2023
- (n)PCI Fare del sostegno alla resistenza palestinese uno strumento per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese ↩︎