La decisione del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di precettare per la terza volta in pochi mesi i lavoratori della categoria in occasione dello sciopero del trasporto pubblico del 15 dicembre scorso avvalendosi dell’art.8 della legge 146/90, rappresenta un ulteriore attacco ai diritti conquistati dai lavoratori con le lotte degli anni Settanta e in particolare allo Statuto dei Lavoratori.
Questo attacco è in concatenazione con la cosiddetta “agenda Draghi” ed è in linea con le politiche di lacrime e sangue che la borghesia imperialista cerca di imporre in ogni paese per cercare di far fronte agli effetti della fase terminale della crisi del suo sistema, che si aggiungono allo smantellamento dell’apparato produttivo (arrivando a colpire interi settori, dalla siderurgia all’automotive) e di misure a favore di lavoratori e masse popolari come il Reddito di Cittadinanza e quota 100, alla crescente militarizzazione della società.
Questa decisione, come abbiamo avuto modo di trattare già in altri articoli, ha provocato fermento fra i lavoratori e le varie sigle sindacali sia in occasione degli scioperi di CGIL e UIL della seconda metà di novembre che per quello del 15 dicembre elevandone partecipazione e combattività.
Questo fermento mette in difficoltà il governo Meloni nel proseguire il suo operato a fronte delle prossime mobilitazioni e scioperi per i rinnovi contrattuali, per la difesa dell’apparato produttivo e dell’occupazione, contro i tagli alla Sanità e l’innalzamento dell’età pensionabile e in vista della prossima campagna elettorale per le Europee e Amministrative, mobilitazioni e scioperi contro cui Salvini cercherà di ricorrere in maniera sempre più sistematica alla precettazione per legare ulteriormente le mani alla classe operaia e fiaccarne la crescente resistenza spontanea. Per questo lo scontro sulle precettazioni e le altre limitazioni del diritto di sciopero assumono un ruolo di rilevante importanza nella lotta di classe in questa fase e questa battaglia è destinata a continuare nei prossimi mesi.
Ci sono esempi del passato che permettono ai lavoratori, ai collettivi d’azienda e alle RSU interessati a capire il da farsi per organizzarsi a un livello superiore sui luoghi di lavoro e tradurre in pratica la parola d’ordine di lottare per difendere il diritto di sciopero e di organizzazione. Una di queste è l’esperienza del Coordinamento Macchinisti Uniti (Co.MU) raccolta in questa intervista al suo principale animatore, Ezio Gallori, che rilanciamo a seguire invitando ogni lavoratori a leggerla e condividerla con altri colleghi. Buona lettura!