[Milano] Solidarietà a Luciano Pasetti e a tutti i fermati, indagati e sotto processo per aver partecipato al No Draghi Day. L’agibilità politica dei lavoratori e delle masse popolari non si tocca!

Invitiamo tutte le organizzazioni, i collettivi ed i singoli che hanno a cuore l’agibilità politica e di organizzazione dei lavoratori e delle masse popolari ad esprimere solidarietà a Luciano Pasetti e a partecipare al presidio che si terrà il 19 gennaio 2024, davanti al Tribunale di Milano, alle ore 9.00!

Piazza Duomo, 4 dicembre 2021. Decine e decine di compagni, sindacalisti e attivisti che transitavano da Piazza Duomo, di ritorno dalla manifestazione del No Draghi Day terminata in piazza della Scala, venivano prelevati fisicamente, bloccati e poi trascinati dalla polizia per poi essere multati, “daspati” e alcuni di loro denunciati per il semplice fatto di essere presenti in quel luogo. E’ una situazione surreale che richiama scenari bui della storia, ma in realtà è tutto vero.

E’ stato un clima costruito ad arte con il preciso obiettivo di restringere l’agibilità politica di milioni di persone nel nostro paese che non riescono ad arrivare a fine mese e che di fronte alle misure di devastazione promosse dal governo alzano la testa, per difendere il proprio posto di lavoro ed il diritto ad una vita dignitosa.

E’ stato un clima a cui i vari governi della classe dominante sono ricorsi per avere la libertà di smantellare le conquiste dei lavoratori e delle masse popolari e limitare (ancora una volta) i diritti sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza, approfittando delle diverse situazioni di emergenza (sanitaria, climatica, energetica, per la guerra).

Quel giorno tra i denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, c’è stato anche il nostro compagno e sindacalista della CUB Luciano Pasetti, che il 19 gennaio 2024 avrà la prima udienza presso il Tribunale di Milano. Insieme a lui sono stati inoltre fermati o colpiti dal DASPO anche altri compagni tra cui due membri della Segretarie Federale della Lombardia e militanti delle sezioni milanesi del Partito dei CARC.

Al di là delle singole denunce, la questione è politica. Attraverso le misure liberticide imposte già nel 2020 in occasione dell’emergenza sanitaria per Covid19 e successivamente nel 2021 verso la mobilitazione montante del movimento No Green Pass, il governo ha cercato e cerca tutt’oggi di “allargare il giro” colpendo chiunque provi a contestare e contrastare le misure di lacrime e sangue che promuove, tentando di fare carta straccia degli spazi di agibilità politica e calpestando la Costituzione.

Al momento dei fatti del 4 dicembre 2021, le misure prese dal Ministero dell’Interno ed applicate alla lettera dal “Comitato di Pubblica Sicurezza” (che ricordiamolo, fa capo a Prefetto, Questore e Sindaco!) puntavano a stroncare le tante mobilitazioni contro l’uso del Green Pass, in particolare verso la classe operaia (“entra a lavoro solo chi è vaccinato” o chi ha i soldi per non cedere al ricatto e pagarsi i tamponi ogni tre giorni). Non solo: in quella giornata, la repressione messa in campo attraverso fermi, schedature DASPO e denunce, era finalizzata a impedire la convergenza tra due movimenti che si opponevano nettamente al governo Draghi e alla sua agenda: i No Draghi Day e il movimento No Green Pass.

Una questione tutt’altro che passata. Approvazione del nuovo pacchetto sicurezza, arresti e obbligo di dimora degli attivisti di Ultima Generazione, fogli di via per Exinction Rebellion e precettazioni a pioggia per i lavoratori in sciopero: ecco l’essenza del governo Meloni!

L’attuazione del programma di lacrime e sangue imposto dal governo Meloni governo, in netta continuità nell’attuazione dell’agenda Draghi, aggrava ulteriormente le condizioni di vita delle masse popolari. Ai tagli previsti dalla manovra finanziaria (alla sanità, istruzione, mentre si stanzieranno più 10 miliardi per le spese militari), si aggiungono provvedimenti repressivi (multe, denunce, DASPO, ecc.) che cercano di spezzare l’inevitabile e inarrestabile resistenza che le masse popolari oppongono all’aggravarsi delle condizioni di vita e di lavoro.

E non è da meno la finta opposizione del PD e accoliti che, salvo pestare i piedi su alcune tematiche per mera speculazione elettorale, si diletta in silenzi assensi ma persegue la stessa linea del governo nazionale.

A Milano la giunta Sala non si oppone alla linea del governo Meloni: fà “scena muta” di fronte alla precettazione dei lavoratori di ATM da parte di Salvini, addirittura plaude pubblicamente alla “giusta precettazione” dello sciopero dei vigili urbani del 7 dicembre 2023. In accordo con la questura milanese, con la consueta motivazione di non “disturbare il commercio natalizio in centro” e per ragioni legate alla sicurezza e conto il “terrorismo”, “concede” le piazze a sua discrezione sulla base di fantomatiche ordinanze comunali, come se le piazze della città fossero proprietà privata del sindaco e della questura, anzichè bene comune e punti di aggregazione dei cittadini.

A fronte di questa situazione occorre organizzarsi, facendo esattamente l’opposto di quello che la repressione cerca di fare, ossia isolare e dividere. Costruire iniziative, momenti di discussione e di formazione pubblici su come far fronte alla repressione. Coordinarsi e rispondere unitariamente denunciando a chiare lettere gli attacchi e le intimidazioni che si subiscono facendo nomi e cognomi, schierandosi pubblicamente con prese di posizione in solidarietà ai colpiti dai provvedimenti e dalle denunce. Promuovere casse di resistenza per far fronte alle spese legali perché la repressione non fiacchi la combattività e la giustezza delle lotte.

A fronte di questa situazione occorre organizzarsi, per rimandare al mittente gli attacchi repressivi in corso e per cacciare il governo Meloni, per imporre un governo di emergenza popolare promosso e sostenuto da tutte quelle organizzazioni operaie e popolari che oggi animano le tante e variegate lotte nel nostro paese. Solo un governo di questa natura può prendere quelle misure per far fronte agli effetti più gravi della crisi, come smettere di finanziare le guerre della NATO, sostenere i lavoratori e lottare insieme a loro contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, rifinanziare i servizi pubblici come sanità, scuola e trasporti, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 ed epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese!

Invitiamo tutte le organizzazioni, i collettivi ed i singoli che hanno subito e/o ancora sono sotto attacco rispetto ai fatti di piazza Duomo del 4 dicembre 2021 a contattarci per far fronte comune contro la repressione della classe dominante!

Solidarietà a Luciano Pasetti e a tutti i fermati!

La solidarietà è un arma, usiamola!

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