Da alcuni mesi stiamo cercando di dare sbocco organizzativo al malcontento e alla preoccupazione crescenti per le conseguenze della distruzione della sanità pubblica.
La provincia di Bergamo è stata, nel 2020, l’epicentro della pandemia e anche il contesto in cui sono emersi più chiaramente e in maniera più concentrata i risultati di decenni di tagli, privatizzazioni e speculazioni. Com’è noto, né a Bergamo né altrove l’esperienza della pandemia ha posto un freno a tutto ciò, anzi sono aumentate le speculazioni, in particolare a danno della medicina territoriale. Alcuni numeri dimostrano la situazione.
Il sistema delle Guardie mediche è allo sfascio: oltre la metà delle ventisette postazioni provinciali sono chiuse (a volte nemmeno vicariate); mancano settanta medici di medicina generale e migliaia di cittadini non hanno più un punto di riferimento e sono spinti a rinunciare a diagnosi e cure tempestive o a rivolgersi ai Pronto Soccorso. A questo bisogna aggiungere la gestione criminale delle liste d’attesa con tempistiche che superano l’anno e il costante esodo di personale sanitario dalle strutture pubbliche verso le private o anche verso l’estero.
Nulla di diverso da quello che succede in tutte le altre provincie italiane, se non fosse che tutto questo avviene nella regione delle “eccellenze” sanitarie e dopo fiumi di lacrime di coccodrillo sugli “errori messi in evidenza dalla pandemia”.
Abbiamo quindi iniziato a seguire con maggiore costanza le iniziative sul territorio che mettevano al centro la difesa della sanità pubblica, abbiamo raccolto documentazione e testimonianze, abbiamo individuato le posizioni espresse da alcune amministrazioni della provincia, ma ci siamo soprattutto chiesti i motivi per cui – nonostante il problema sia evidente e riguardi tutte le masse popolari – sia così difficile promuovere una mobilitazione ampia ed efficace.
Nel luglio scorso abbiamo dunque lanciato un appello alla discussione cercando di raccogliere le esperienze in corso in altri territori del paese, da Napoli a Massa Carrara, da Bologna a Milano, Busto Arsizio, Verbania. Abbiamo individuato una particolarità: mentre nelle realtà menzionate i comitati locali sono nati contro la chiusura o il ridimensionamento di strutture sanitarie esistenti, invece il progressivo smantellamento di strutture, gli accorpamenti di ospedali e le chiusure di reparti nella nostra zona sono avvenuti anni fa, senza che ci fosse un efficace controllo e un’adeguata mobilitazione.
“L’eccellenza lombarda”, che a Bergamo ha mostrato il suo valore durante la pandemia, è andata costituendosi sui risultati di processi che in altre regioni sono in corso oggi.
Sul piano dell’organizzazione, dunque, si tratta di recuperare terreno in una situazione già disastrata.
A che punto siamo?
Dalle prime risposte al nostro appello emerge che il percorso sarà lungo, ma la strada intrapresa è corretta.
Abbiamo incontrato persone non solo indignate della situazione, ma anche – e soprattutto – disponibili a mobilitarsi; abbiamo incontrato anche esponenti di associazioni e organismi politici disponibili a far convergere su questo fronte i loro contatti e la loro esperienza: dal Cln a Unità Popolare della Val Brembana, al M5s. Con loro abbiamo condiviso l’analisi sulla gravità della situazione e l’elaborazione di alcuni primi volantini per iniziare un lavoro di massa.
Abbiamo svolto un’assemblea pubblica, un presidio sotto la sede dell’Ats provinciale con la parola d’ordine “cacciare il direttore generale Giupponi”, abbiamo partecipato alle assemblee di preparazione della manifestazione nazionale promossa dalla Cgil “per la via maestra” del 7 ottobre, abbiamo preso parte con un nostro striscione al corteo sindacale in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil del 24 novembre, e la Sezione ha centrato sul tema della difesa della sanità pubblica la Festa della Riscossa Popolare svolta il 25 novembre.
Da queste esperienze comuni è nato un Comitato d’Azione per la Sanità Pubblica e oggi stiamo elaborando un programma che combini la denuncia, la mobilitazione e il controllo popolare; il comitato sta crescendo e il contesto delle prossime elezioni amministrative fornisce ulteriori strumenti per sviluppare la campagna.
Partito dei CARC
Sezione di Bergamo