Scriviamo questo articolo prima del 31 dicembre, ovvero prima di quella che il Collettivo di Fabbrica della Gkn di Campi Bisenzio ha rinominato “l’ora x”, poiché dal 1 gennaio i loro licenziamenti diventeranno definitivi. O almeno questo è quello che augura Borgomeo, il nuovo padrone.
Riportiamo stralci liberamente adattati del comunicato nazionale del P.CARC del 9 dicembre 2023.
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Il 2023 in Italia si chiude con il paese sempre più stretto nella morsa di degrado, guerra, devastazione, saccheggio e rapina a opera della classe dominante. È un percorso che dura da anni, ma gli effetti si stanno manifestando “in grande” tutti adesso e contemporaneamente.
A dicembre sono in via di licenziamento 2.700 lavoratori ex Alitalia, sono in fase di definitivo smantellamento la ex Ilva (e il suo indotto, vedi la Sanac) e la ex Lucchini, avanza lo spacchettamento e lo scempio di Tim, procede il “progressivo disimpegno” di Stellantis che porterà, se non contrastato efficacemente, alla chiusura delle diverse fabbriche in Italia. Sono aziende, ma non sono solo aziende: sono interi rami produttivi che vengono smantellati.
In questo contesto e in questo senso, il caso della ex Gkn fa scuola.
Fa scuola perché è un esempio di come funziona il sistema degli amici degli amici. Nel caso della ex Gkn ha mostrato cos’è il “metodo Borgomeo”, già sperimentato nel caso della Saxa Gres (ex Ideal Standard): arriva il “capitalista buono” che rileva l’azienda per 1 euro (o poco più) grazie a relazioni e coperture politiche delle istituzioni e dei partiti delle Larghe Intese, promette il piano industriale che non arriva mai, intanto intasca fondi pubblici e prende per il naso i lavoratori che campano di rinnovo in rinnovo della cassa integrazione.
Nel caso della ex Gkn, Borgomeo ha tolto le castagne dal fuoco a Melrose (ex proprietario) e ha avviato lo stabilimento alla chiusura dietro una selva di promesse di piani industriali che non ci sono. Adesso vuole passare all’incasso e lasciare in pasto alla speculazione immobiliare 80 mila mq di terreni da liberare ed edificare.
Al netto delle differenze, questo è l’iter che accomuna ogni chiusura, grande o piccola: quelli che vengono presentati come “i salvatori dei posti di lavoro” sono in realtà i loro becchini: è stato così per l’Ilva, per la Lucchini, per l’Alitalia.
Il caso della ex Gkn fa scuola, anche, perché dimostra – più chiaramente di sempre – che da parte di governo, autorità e istituzioni l’unica certezza sono le chiacchiere. Tavoli, incontri, riunioni: un grande castello di bugie, parte di un teatrino messo in scena per nascondere i veri obiettivi dei padroni e lasciare mano libera alle loro manovre, a volte “solo” illegittime, spesso anche illegali.
Il caso della ex Gkn, infine, fa scuola perché per più di due anni la mobilitazione operaia è stata un faro, una speranza e soprattutto una prospettiva. Perché per più di due anni non solo gli operai hanno resistito, ma hanno scritto disegni di legge, hanno elaborato un piano industriale, hanno inserito quel piano in un progetto più ampio di mobilità sostenibile, hanno iniziato a cercare e trovare investitori per dargli gambe, valorizzando e mobilitando tecnici, esperti, intellettuali. Ma non solo.
Hanno sostenuto le mobilitazioni del territorio, i lavoratori in lotta, hanno partecipato a ogni tipo di mobilitazione promuovendo la convergenza fra lotte e settori diversi, alimentando la rete di organismi operai e popolari da nord a sud d’Italia: dagli studenti alle donne, fino ad assumere il ruolo di promotori dell’organizzazione e della mobilitazione delle squadre di volontari per fare fronte all’alluvione dello scorso novembre nella piana fiorentina, devastata tanto dagli effetti della crisi ambientale quanto dalla speculazione.
Siamo perfettamente consapevoli che una singola battaglia si può vincere o perdere e che quello che conta veramente è ciò che sedimenta, lascia, alimenta nel più generale movimento popolare e nella lotta di classe in corso. In questo senso, la lotta degli operai ex Gkn ha già insegnato molto, più di tutto ha dimostrato che gli operai organizzati possono fare cose – e ottenere risultati – che apparentemente sembrano impossibili (chi avrebbe scommesso anche solo negli oltre due anni di resistenza del Collettivo di Fabbrica?). Con la loro lotta gli operai ex Gkn hanno mostrato che nel nostro paese esiste già una nuova classe dirigente composta dagli esponenti degli organismi operai e popolari che non solo resistono e lottano contro il disastroso corso delle cose imposto da borghesia e padroni, ma elaborano piani di gestione alternativa dei territori, delle fabbriche, delle scuole, della sanità.
Se l’1 gennaio 2024 i licenziamenti diventeranno effettivi, gli operai della ex Gkn riceveranno una sconfitta. Sappiamo bene che non è da questa battaglia che dipendono le sorti della più generale lotta di classe, ma dal suo esito dipende se quella più generale lotta continuerà da posizioni più avanzate o da posizioni più arretrate.
Se l’1 gennaio 2024 i licenziamenti saranno stati ritirati (o anche solo rimandati) la battaglia degli operai ex Gkn continuerà rafforzata, così come anche il movimento operaio e popolare del nostro paese.
La lotta contro i licenziamenti alla ex Gkn è la lotta di tutti i lavoratori di questo paese. Quali che siano e saranno le condizioni di questa lotta, i lavoratori la devono condurre insieme, perché vincere alla ex Gkn significa sgretolare la cappa di rassegnazione, pessimismo, scetticismo e fatalismo su cui la classe dominante fa conto e leva per cercare di tenere sottomessi i lavoratori.
Ai lavoratori ex Alitalia, ai lavoratori ex Ilva e dell’indotto ed ex Lucchini, ai lavoratori della Tim, agli operai Stellantis, ai lavoratori dei trasporti da mesi precettati, agli operai della Wartsila di Trieste, ai portuali di Genova, di Livorno, di Napoli, agli operai ex Whirlpool di Napoli… siete stati e siete un baluardo contro le pretese dei padroni. Padroni e governi vogliono piegarvi, ricattarvi, prendervi con le lusinghe o per fame. Stanno trasformando le fabbriche in caserme e pretendono di farvi scoppiare con stipendi ridicoli, vi mettono gli uni contro gli altri e cercano di convincervi che ognuno di voi può salvarsi solo se di fronte agli altri che affondano gira la testa dall’altra parte e fa finta di niente, che va bene così.
A voi diciamo: sosteniamo tutti insieme la lotta dei lavoratori ex Gkn per rafforzare e allargare il movimento di resistenza popolare che si sviluppa nel paese! Per nessuno di voi esiste l’ora x. Esiste l’ora della riscossa.