Nei mesi di novembre e dicembre si sono svolte sui territori le Feste di Riscossa Popolare. Riportiamo alcune delle iniziative.
Bologna. 26 novembre. Al dibattito “Fermare la terza guerra mondiale” i partecipanti hanno discusso della situazione locale e internazionale per alimentare il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari contro la Nato e la guerra imperialista.
Molti gli interventi: Giuseppe Curcio per Usb e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e università; Andrea Fois per il movimento contro l’occupazione militare della Sardegna A Foras; in collegamento Michael Tzimis, Segretario internazionale del Comitato centrale del Partito comunista unificato di Georgia; Emanuele Montagna del Fronte del Dissenso; Marco Pappalardo del P.CARC, che ha parlato della ripresa del lavoro internazionale del Partito con la recente spedizione in Bielorussia; Virginio Pilò di Marx XXI; Luca Rossi, presidente dell’Associazione culturale Russia-Emilia Romagna; Corrado Mannoni e Isabella Cerutti, compagni e operai, che hanno parlato della guerra quotidiana sui posti di lavoro dal punto di vista della sicurezza e dell’oppressione delle donne delle masse popolari.
Un dibattito ricchissimo che ha avuto il pregio di far emergere chiaramente che oggi la Nato è a tutti gli effetti la principale promotrice della terza guerra mondiale, con i conflitti che scatena e alimenta da un capo all’altro del pianeta. In questo senso, nella discussione è anche vissuto il collegamento oggettivo – e anche lo sbocco politico – tra le lotte internazionali e nazionali e anche tra le tante lotte sul territorio bolognese contro gli effetti della crisi del sistema capitalista, di cui la guerra imperialista è espressione principale.
Napoli. 7 dicembre. L’iniziativa “Da Napoli alla Palestina, mobilitarsi contro l’imperialismo” ha visto l’intervento e la partecipazione di molte associazioni e realtà politiche del territorio: Associazione Handala Ali; Collettivo GalleriArt; Consulta Sanità e Salute di Napoli; Prc; Gruppo volontariato internazionale per il Donbass Nika; Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e università; Sgb e un compagno della comunità palestinese. Hanno dato la loro adesione anche giornalisti come Francesco Santoianni de L’Antidiplomatico e il direttore de Il Desk Ciro Crescentini, che però non sono riusciti a intervenire.
Il contenuto del dibattito ha riguardato in particolare l’attacco sionista in Palestina e cos’è necessario fare ora per combattere la guerra anche nel nostro paese, con gli interventi della Consulta sul tema sanità, di Sgb sulla questione del diritto di sciopero e sulle vertenze in corso, di GalleriArt rispetto ai tentativi di privatizzazione della galleria Principe orchestrati dal Comune di Napoli, del Prc rispetto alle mobilitazioni in solidarietà con la Palestina. La linea più avanzata, emersa dalla discussione, è stata quella che ha collegato la resistenza palestinese con la lotta in corso nel nostro paese per la cacciata del governo Meloni, per rompere le catene dell’imperialismo a partire dall’Italia: una volta si diceva “il Vietnam è in fabbrica”, oggi possiamo dire che “la Palestina è in fabbrica”!
Quarto (NA). 2 dicembre. I compagni della Sezione Flegrea hanno tenuto il dibattito “Quale sicurezza per l’area flegrea?”, alla presenza di circa venti persone. Numerose anche in questo caso le realtà intervenute, segno che c’è attenzione sul tema discusso, ovvero la “sicurezza” nelle sue varie sfaccettature: dalla sicurezza sui posti di lavoro alla messa in sicurezza delle scuole, dalla sicurezza del territorio per l’emergenza sismica alla sicurezza del sistema sanitario.
Presenti, tra gli altri, esponenti di Fiom, Cgil e Sgb, i comitati territoriali per la difesa dell’ambiente, lavoratori ferrotranvieri, esponenti di Unione Popolare. Della sicurezza dei lavoratori si è parlato anche tramite la lettura della lettera di Vitale Buono, lavoratore di una ditta esterna dell’ospedale di Pozzuoli, licenziato per aver denunciato le irregolarità nel sistema di smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri. Infine, Lino Parra del P.CARC è intervenuto in merito al suo processo (di cui abbiamo scritto su Resistenza n. 7-8/2023).
Dalla discussione è emersa la necessità di creare una rete di controllo – formata dai comitati e dalle realtà che già ora singolarmente se ne occupano – per la messa in sicurezza dei territori e di chi quotidianamente ci vive e ci lavora, per collegare le varie vertenze e per dare vita a comitati di lavoratori che, come hanno detto i ferrotranvieri, oggi non denunciano le irregolarità in materia di sicurezza per paura della repressione dei padroni.