Il 1° dicembre 2003 tutti i lavoratori dell’Atm di Milano, iscritti a tutte le sigle sindacali, sono scesi in sciopero dall’inizio alla fine dei turni di lavoro. Oggetto della rivendicazione è l’aumento salariale entrato in vigore dal gennaio 2002 e sancito da un contratto siglato nel 2000 e mai erogato. Dopo una serie di scioperi i lavoratori hanno deciso di infrangere la legge antisciopero n. 146/90, dato che lo sciopero prolungato nei servizi pubblici in Italia è considerato illegale. A partire da quella data la città di Milano fu bloccata per intere giornate e la mobilitazione dei lavoratori scavalcò anche le intenzioni di Cgil-Cisl-Uil che pensavano fosse sufficiente uno sciopero con blocco totale del trasporto per essere convocati al tavolo di trattative. I lavoratori infatti dopo aver scioperato “secondo le regole” non avendo fiducia nei vertici sindacali hanno continuato con i cosiddetti “scioperi selvaggi” per altri tre giorni.
Immediatamente la solidarietà verso questi lavoratori fu tanta. Da tutta la città arrivarono viveri, sostegno e incoraggiamento. Dal resto d’Italia anche telegrammi di ringraziamento per la fiducia nella lotta e nella rottura della finta pace sociale che quella esperienza infondeva tra i lavoratori. I lavoratori in lotta di Atm andarono avanti anche sfidando e violando le precettazioni imposte dal prefetto di Milano Bruno Ferrante in combutta con l’allora ministro dell’Intero Pisanu. Ma l’esempio di questa lotta non solo spezzò nella pratica ogni velleità di precettazione, alimentò nel paese un’ondata di scioperi del trasporto pubblico che paralizzò anche altre città. Nella maggior parte dei casi anche la vertenza costrinse le autorità borghesi a concedere parte delle richieste per sedare l’ondata di scioperi.
Si tratta di un esempio valido ancora oggi, quando il Ministro Salvini per conto del governo Meloni sta adottando con continuità l’arma della precettazione contro gli scioperi dei lavoratori, sia dei sindacati confederali che quelli di base. Un esempio, quello del 2003, che conferma un principio fondamentale per cui la principale arma per difendere il diritto di sciopero è quella di scioperare! Non c’è legge o multa che tenga e che possa impedire ai lavoratori di scioperi.
Lo sciopero è sempre stata la principale arma con cui i lavoratori e le masse popolari hanno fatto valere la propria forza e imposto il proprio volere e indirizzo alla storia, anche quando lo sciopero era vietato e aderire a un sindacato che non fosse emanazione del governo era illegale, come nel fascismo. Questo documentario a cura della rete dei lavoratori di Milano è uno strumento utile a conoscere la storia del movimento operaio e sindacale del nostro paese ma soprattutto a orientarsi sul cosa fare qui e ora. Buona visione.