Il 16 dicembre Non una di Meno (Nudm) ha tenuto iniziative e manifestazioni in tutto il paese raccogliendo la spinta a non fermarsi della marea umana che il 25 novembre scorso è scesa in piazza e che nei giorni successivi si è presentata alle assemblee territoriali per continuare a mobilitarsi prima e verso l’8 marzo.
Così il 16 dicembre trentasei piazze da nord a sud hanno manifestato, collegate da un filo rosso che si è tradotto in diversi contenuti: dallo smantellamento dell’apparato produttivo e peggioramento delle condizioni lavorative, passando per i tagli alla spesa pubblica, gli sgomberi di spazi collettivi, di consultori e centri anti violenza, fino alle misure repressive del pacchetto sicurezza del governo Meloni.
Le piazze del 16 dicembre
Al centro di tutte le piazze i diversi aspetti con cui il governo Meloni aggrava le condizioni di vita delle donne delle masse popolari proseguendo e aggravando le politiche lacrime e sangue già avviate dai precedenti governi delle larghe intese.
Roma Nella capitale NUDM ha portato in piazza la rivendicazione di tutto ciò che spetta alle donne delle masse popolari e per cui è necessario combattere: parità salariale, diritti sul lavoro, congedo di paternità, maternità garantita, diritto d’aborto, un sistema sanitario nazionale finanziato e non patriarcale, riforma della scuola, e molto altro ancora.
Nell’iniziativa molti interventi si sono susseguiti: sono intervenute le donne che combattono contro la chiusura del consultorio di via delle Sette Chiese causato dal silenzioso smantellamento per mano della Regione Lazio, è stato riportato il comunicato per la chiusura del Cav di Roma tre, che non ha previsto alcun bando di rinnovo; sono state portate nella piazza le lotte delle Operatrici OEPAC, figure invisibili e sottopagate delle scuole e, in conclusione, “abbiamo bruciato tutto quello che non vogliamo più, tutti i pezzi di un sistema patriarcale che opprime le nostre vite. L’ultima a bruciare è stata una panchina rossa, simbolo del pink washing di queste istituzioni che con le mani chiudono servizi e aumentano la precarietà sul lavoro, e con le parole si dichiarano dal lato delle donne”. La manifestazione si è chiusa rilanciando l’appuntamento ad un’assemblea pubblica che si terrà il 9 gennaio.
Milano A Milano un corteo molto partecipato ha sfilato per le vie della città fermandosi in diverse tappe: davanti al Comune per denunciare la situazione disumana che vige nei CPR – veri e propri lager di Stato; davanti alla Prefettura per lanciare un messaggio chiaro contro la guerra; davanti al palazzo della Stampa per denunciare l’intossicazione dei media mainstream; proseguendo il Boycottour, già avviato con le tappe del il 17 Novembre e del 12 Dicembre, con cui le manifestanti hanno sanzionato i marchi complici di Israele; e infine davanti all’Arcivescovado in un’azione di riappropriazione delle piazze e per fare luce sulle ingerenze quotidiane che il Vaticano porta avanti nei confronti dei diritti conquistati dalle donne nel nostro paese.
Bologna A Bologna la passeggiata rumorosa promossa da Nudm ha messo al centro l’istruzione, ribadendo la lotta contro le riforme targate Valditara: «sono i movimenti transfemministi a dover stare nelle scuole, nelle università e nei luoghi della formazione, non Valditara e le sue linee guida, che vorrebbero trattare la violenza di genere come un fatto apolitico di qualche malato».
Torino A Torino la questione centrale della manifestazione è stata invece il diritto alla salute. Le manifestanti hanno infatti attaccato uno striscione sotto l’ex sede della Regione Piemonte con la scritta «Lo Stato non ci cura. Salute transfemmista» e incollato scontrini e bugiardini di medicinali nel piazzale.
Toscana I nodi Nudm di Lucca, Pisa, Venezia, Viareggio, La Spezia, Lucca e Pisa si sono invece uniti al corteo contro l’estrattivismo sulle Alpi Apuane che si è tenuto a Carrara. Anche in questo caso il messaggio portato in piazza è stato chiaro: “Il sistema patriarcale che fa dei nostri corpi oggetti di dominio è lo stesso sistema capitalista che fa delle nostre terre territori di conquista da depredare e mettere a profitto”.
Organizzarsi sui luoghi di lavoro!
La giornata del 25 novembre e quella del 16 dicembre sono passi di un percorso che deve continuare e rafforzarsi! Che ha la responsabilità di non fermarsi e di far crescere la mobilitazione sedimentando organizzazione tra le donne delle masse popolari che si sono attivate, per farle proseguire e vincere!
Già queste iniziative hanno avuto ricadute nei diversi territori, in termini di mobilitazione delle donne, nell’aver instillato un maggiore senso di responsabilità in donne e uomini delle masse popolari, nell’aver mobilitato i collettivi studenteschi ecc. Da nord a sud del paese le iniziative e le mobilitazioni promosse da NUDM si combinano e si intersecano con le altre iniziative che mettono al centro la difesa dei posti di lavoro, della sanità e dell’istruzione dallo smantellamento, che combattono il sistema di intossicazione alimentato dai media di regime e la repressione che il governo Meloni attua sempre di più.
Il filo conduttore delle lotte messe in campo da NUDM, così come di quelle che imperversano da nord a sud nel paese, è il ruolo che le donne possono avere sui posti di lavoro e di studio per trovare subito soluzioni dal basso e alimentare l’ingovernabilità per la Meloni! Questa marea che non vuole arrestarsi riversiamola dentro ogni posto di lavoro perché le donne facciano valere il proprio peso e prendano in mano le soluzioni; promuoviamo l’organizzazione delle donne dentro le aziende, gli ospedali, le scuole; coinvolgiamo colleghe e colleghi per parlare dei problemi che ci sono a lavoro, per trovare soluzioni e metodi per applicare!
Mettiamoci alla testa della lotta per non far chiudere le aziende, per fermare i licenziamenti, per avere parità salariale e migliori condizioni di lavoro e di vita tutti. Facciamo la nostra parte per difendere il diritto di sciopero praticandolo! Partecipiamo e chiamiamo a partecipare a tutti i prossimi scioperi, al di là della sigla sindacale che li promuove. Facciamo funzionare le scuole con i nostri programmi: insegnanti e studentesse promuovano iniziative di alfabetizzazione, antifasciste, sulla Palestina; promuovano progetti di alternanza che servono alla collettività, rafforzando i centri anti violenza e la vigilanza popolare nei quartieri, sabotando l’alternanza dei padroni e del governo, non lasciando in mano a chi ci reprime e opprime la nostra sicurezza!
Organizziamoci dentro gli ospedali per denunciare e sabotare le ingerenze del Vaticano, per lottare contro lo smantellamento del SSN e le condizioni precarie e di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico, per organizzare ambulatori popolari nei quartieri. Organizziamo la nostra rabbia e il nostro amore per costruire una società diversa a partire da qui, per rendere ingovernabile ogni posto di lavoro alle istituzioni e ai padroni e prendere in mano la gestione della società. Organizziamo volantinaggi davanti alle principali aziende, davanti alle scuole e agli ospedali per soffiare sulla brace che cova sotto la cenere e alimentare la fiamma per bruciare tutto!