[Bologna] L’intervento dei comunisti georgiani alla Festa di Riscossa Popolare 

Pubblichiamo di seguito la versione integrale dell’intervento al dibattito “Fermare la terza guerra mondiale” della Festa di Riscossa Popolare di Bologna del 26 novembre di Michael Tzimis, Segretario internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Unificato di Georgia aderente all’Unione dei Partiti Comunisti – Partito Comunista dell’Unione Sovietica. 

L’intervento di Tzimis denuncia la situazione in corso nelle Repubbliche ex sovietiche, dove i gruppi imperialisti USA e i loro vassalli stanno tentando di sottomettere a ogni costo alla loro volontà e ai loro interessi popoli e governi. Ciò significa smantellamento delle conquiste e delle istituzioni sovietiche che ancora sopravvivono in quei paesi, svendita dell’appartato produttivo, significa rendere il paese dipendente dall’esportazione di materie prime e dall’importazione di merci e capitali esteri, incentivare la corruzione e mettere in posizione di potere individui legati alle rendite finanziarie e speculative da reinvestire nelle piazze finanziarie dei paesi imperialisti. Pur di raggiungere questi obiettivi, la borghesia imperialista ricorre alla guerra civile (che è un mezzo per valorizzare il suo capitale) e al fascismo (la dittatura terroristica), imponendo immani sofferenze alle masse popolari. 

Nel dibattito è bene emerso, nei vari interventi, il legame che c’è tra la tendenza dei gruppi imperialisti statunitensi e dei loro vassalli a promuovere aggressioni ai Paesi che non si piegano al loro dominio e la “guerra interna”, una guerra di sterminio non dichiarata che essi muovono contro tutte le masse popolari del mondo e che, nel nostro paese come negli altri paesi imperialisti, prende la forma della precarietà del lavoro, della chiusura delle aziende o della loro svendita ai fondi finanziari che poi se ne disfano dopo averle usate come carte da gioco nel casinò della speculazione, prende la forma del carovita, della devastazione ambientale, delle morti sul lavoro o dello smantellamento dei servizi come scuola e sanità. 

Tale generale tendenza alla guerra non è un sintomo della cattiveria di chi ci governa o dell’avidità della borghesia imperialista, ma l’espressione di un processo di crisi irreversibile del sistema capitalista di cui la Carovana del (n)PCI ha chiarito le cause oggettive nella crisi per Sovrapproduzione Assoluta di Capitale, sviluppando l’analisi avviata da Marx nel Libro III di Il Capitale (capitoli 13 – 15). Chiunque voglia capire l’andamento generale delle cose deve confrontarsi con tale analisi perché è dall’analisi del corso oggettivo che bisogna partire per tracciare una linea di trasformazione della società. 

Il corso disastroso delle cose, in particolare da quando la crisi generale nel 2008 è entrata nella sua fase acuta e terminale, dimostra a quanti, nei decenni precedenti, insistevano sul “superamento delle ideologie” che l’unica ideologia a essere vetusta è quella dominante, in quanto giustifica un sistema anacronistico che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza della stessa specie umana. Le parole di Tzismis bene mettono in luce il punto essenziale: l’alternativa al capitalismo è il socialismo, superare il capitalismo significa costruire la rivoluzione socialista e il socialismo. 

Aggiungiamo noi: determinante è costruire la rivoluzione socialista in un paese imperialista, che è l’opera che non è riuscita al primo movimento comunista e che è compito supremo che la seconda ondata della rivoluzione proletaria che rinasce in tutto il mondo si trova davanti. 

Per noi, è importante vedere come in tutti i primi paesi socialisti, a livelli diversi, sopravvive oggi l’eredità materiale e spirituale del socialismo: essa è un bastione che si frappone alle aggressioni dei briganti imperialisti a tutti gli svendipatria loro lacchè. Ciò deve rafforzare la fiducia nel fatto che la lotta è tutta aperta e deve aiutarci a vedere che la situazione sta evolvendo e sempre più evolverà verso uno sconvolgimento dei rapporti politici ed economici che hanno contraddistinto la fase degli ultimi quarant’anni, specialmente nei paesi imperialisti. 

Qui in Italia e sul nostro territorio emiliano, migliaia di lavoratori iscritti ai sindacati confederali, a quelli alternativi e di base e senza tessera sindacale sono scesi in sciopero su rivendicazioni politiche. Continuano le piazze a sostegno della resistenza del popolo palestinese e le iniziative di lotta contro la presenza dei sionisti sul territorio, come il presidio organizzato dal Si Cobas per il 17 novembre a Formigine (MO) davanti alla TekApp, come la campagna contro Iren promossa dal movimento Boycott, Divestment, Sanctions (BDS) o come l’appello che anche in UniBo promuove il boicottaggio di ogni collaborazione con le università israeliane, sostenuto da molti lavoratori dell’Ateneo, da USB Università, dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e dalle numerose occupazioni degli studenti di queste settimane. 

In questa situazione lottare contro la guerra nel nostro paese, concretamente, significa: 

– ESTENDERE LA MOBILITAZIONE con manifestazioni di piazza, proteste davanti a istituzioni che sono manifestazione del fatto che i gruppi USA e sionisti usano il nostro paese come porto franco per i loro affari, iniziative di lotta contro il traffico di armi nei porti (come quella organizzata a Ravenna il 14 dicembre da Cambiare Rotta), aeroporti (Marconi) e nei centri della logistica, occupazioni delle Università che hanno accordi di cooperazione con centri di ricerca, agenzie, aziende, enti privati e pubblici israeliani, boicottaggio di prodotti e aziende israeliane o che fanno accordi con Israele (come la già citata campagna contro Iren dei BDS o la campagna contro Carrefour di Potere al Popolo) , presidi fuori dalle sedi dei principali mas media (a partire dalla RAI e il Resto del Carlino) contro la propaganda di guerra funzionale all’aggressione e occupazione sionista. 

– COORDINARE LE INIZIATIVE di sostegno alla resistenza palestinese e contro i crimini dei sionisti di Israele, la lotta per mettere fine alla partecipazione del nostro paese alle missioni di guerra USA-NATO e alla sottomissione del nostro paese agli imperialisti USA, la lotta contro la mano libera che le autorità lasciano alle multinazionali e ai fondi di investimento USA (la vendita della rete TIM al fondo Kkr, che è lo stesso che ha chiuso la Magneti Marelli, è solo l’ultima in ordine di tempo) e di altri paesi, la lotta contro il riscaldamento climatico, la cementificazione del territorio e la devastazione dell’ambiente, la lotta contro la repressione e il controllo sociale e le altre lotte in cui si articola la resistenza delle masse popolari al programma politico dell’oligarchia finanziaria che ci governa. 

– DARE ALLE MOBILITAZIONI UNO SBOCCO POLITICO UNITARIO, che significa, intanto, darsi apertamente l’obiettivo di cacciare il governo Meloni e tutti i governi dei partiti delle Larghe Intese per sostituirli con l’unico governo che possa realisticamente garantire l’applicazione di misure che rompano con la sottomissione dell’Italia agli interessi di un pugno di criminali speculatori: un governo forte del sostegno dell’organizzazione e della mobilitazione popolare, forte dell’appoggio di un largo fronte unitario di forze e che sia composto da elementi che siano espressione diretta degli organismi popolari e di tale fronte. 

Questa è la via più breve che abbiamo per arrivare al socialismo, cioè la meta che sola può mettere fine al corso catastrofico delle cose e aprire una via di progresso sociale e civile che, con lo sviluppo delle forze produttive che oggi abbiamo raggiunto, sarà senza pari nella storia umana. 

Buona lettura. 

***

Cari compagni,

vorrei ringraziarvi per avermi invitato a questo evento e per avermi dato l’opportunità di analizzare la situazione in corso in Ucraina, nel Caucaso e nella regione post-sovietica in generale.

Noi comunisti della Georgia e i lavoratori del nostro Paese sapevamo in pratica che, con il crollo del nostro grande Paese l’URSS, sarebbe crollato anche ogni aspetto della transizione dell’ex Georgia socialista.

Nel giro di 32 anni, la Georgia ha perso tutte le conquiste e tutti i risultati ottenuti sotto il socialismo. Ma la cosa peggiore è che la Georgia è stata prima gettata in una guerra civile guidata da anticomunisti di estrema destra filoamericani che poi hanno trascinato la Georgia in una guerra su larga scala contro la nostra grande vicina Russia nel 2008, sotto la guida della Casa Bianca, esattamente la stessa operazione che ora ha portato un altro Paese, l’Ucraina, sotto il regime di una giunta sostenuta dagli americani.

La Georgia, oggi, è un Paese devastato, dove circa il 22% della popolazione ha lasciato il Paese per emigrare all’estero in cerca di una vita migliore e chi vive in Georgia vive al di sotto della soglia di povertà. La Georgia era un Paese industriale e agricolo durante gli anni del socialismo e del potere sovietico, che oggi si è trasformato in un Paese dal capitalismo selvaggio e primitivo. Oggi la Georgia si rivolge al mondo intero chiedendo aiuto.

Di fronte alla tragedia del nostro Paese, i comunisti della Georgia si battono per il ritorno del potere al popolo, per la ricostruzione del socialismo e della grande Unione Sovietica su nuove basi.

Crediamo che raggiungeremo il nostro obiettivo lottando in unità con tutti i comunisti di tutti i Paesi, e crediamo che con la nuova cooperazione dei popoli, con il rinnovo dell’amicizia (cooperazione – s. m.) del popolo sovietico, la Georgia sarà veramente di nuovo uno Stato sovrano. Nella lotta per il socialismo, la solidarietà dei comunisti e di tutti i lavoratori del mondo è essenziale. Compagni, il mondo si trova in una situazione economica e geopolitica disastrosa.

La Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre ha avuto un ruolo decisivo nella storia del XX secolo, in quanto ha aperto e guidato l’era storica della nostra storia più recente, ha guidato la trasformazione rivoluzionaria dell’umanità dal capitalismo al socialismo. Ha avuto un impatto significativo sul corso della storia mondiale e ha determinato il destino di molte nazioni. I benefici sociali basati sugli ideali di uguaglianza, pace e armonia e di multiculturalismo, formatisi in URSS, sono apprezzati ancora oggi. L’URSS ha ottenuto grandi risultati nel settore manifatturiero, agricolo, energetico e spaziale e ha gettato le basi per molte industrie e nuove direzioni di ricerca. Le conquiste dell’Unione Sovietica nei campi della cultura e dello sport sono diventate patrimonio dell’umanità e hanno portato il Paese alla fama mondiale.

Oggi possiamo vedere le imprese lavorative dell’era sovietica, le scoperte scientifiche e l’eroismo dei soldati sovietici. Purtroppo, l’umanità ha dimenticato le conquiste di coloro che si sono alzati e hanno combattuto per valori sacri come la giustizia, il duro lavoro e l’uguaglianza.

Lo sviluppo di quest’epoca cruciale è attraversato da una feroce lotta di classe tra le forze politico-sociali della rivoluzione socialista e della contro-rivoluzione imperialista a livello internazionale e nazionale. La possibilità di vivere per l’umanità moderna, il progresso generale, la crescita civile e culturale sono strettamente legati al giusto rafforzamento del socialismo sul pianeta Terra. Il capitalismo, che ha raggiunto il suo massimo stadio attuale, è ossessionato dall’aggravarsi della crisi globale. Il capitalismo deve fare un passo indietro a favore del socialismo, anche se non cederà la sua struttura sociale della vita dei popoli senza opporre resistenza.

Mentre oggi discutiamo delle crisi e delle loro soluzioni, vicino a noi infuria un brutale conflitto tra Israele e Palestina, che dura da decenni. Le parti in causa devono sedersi al tavolo dei negoziati e porre fine al conflitto in modo pacifico. Inoltre, per trovare un modo per porre fine a questo conflitto, dobbiamo rivolgerci alla decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Consiglio delle Nazioni Unite sulla creazione di uno Stato palestinese sovrano. L’amministrazione statunitense svolge un ruolo estremamente negativo in questo processo, poiché non è disposta a scendere a compromessi. Al contrario, gli Stati Uniti sono sempre stati una parte in questo conflitto e anche ora hanno inviato armi distruttive nella regione. Non c’è altro modo per regolare questo conflitto se non attraverso un percorso di pace!

D’altra parte, abbiamo anche un conflitto in corso nella nostra regione, e sto parlando dell’operazione speciale della Federazione Russa in Ucraina. È un argomento non così semplice, quindi partiamo dall’inizio. Quando la Germania nazista attaccò l’URSS, alcuni gruppi fascisti di estrema destra guidati da Stepan Bandera, un filonazista ucraino, sabotarono e combatterono contro i nostri partigiani e l’esercito sovietico e addirittura collaborarono con i nazisti mentre occupavano l’Ucraina e la Bielorussia. Dal 2014 e anche prima, l’ambasciata americana a Kiev ha fatto un gioco sporco, il cui obiettivo principale era quello di rovesciare il governo e portare al potere la progenie politica degli stessi ucraini fascisti che hanno collaborato con la Germania nazista. Abbiamo visto marce che esaltavano Bandera e milizie che marciavano con lo slogan “Uccidete i moscoviti, morte ai comunisti”. Vorrei anche ricordarvi come tali milizie incendiarono il palazzo dei sindacati facendo strage di 48 persone, mentre esprimevano la loro solidarietà con l’organizzazione terroristica neonazista greca Alba Dorata. Una volta raggiunto il loro obiettivo e rovesciato il governo eletto, i loro primi passi sono stati quelli di terrorizzare ed eliminare ogni opposizione, e non solo, ogni minoranza etnica, non solo i russi che sono la maggioranza nella parte orientale dell’Ucraina, ma anche i greci e i tatari di Crimea. Nel 2014, in Crimea si è tenuto un referendum in cui la popolazione ha deciso di riunirsi alla Russia, poiché la Crimea era stata donata alla RSS ucraina da Nikita Krusciov, e in conformità con il principio di autodeterminazione dei popoli, le regioni di Luhansk e Donetsk hanno dichiarato la loro indipendenza dall’Ucraina. per evitare il terrorismo e le minacce dal regime di Kyiv. Tra settembre 2014 e febbraio 2015, la Federazione Russa, l’Ucraina, la Francia e la Germania hanno firmato diverse versioni del cosiddetto Accordo di Minsk per porre fine ai combattimenti, ma purtroppo gli accordi non sono mai stati attuati dal regime di Kiev, con il risultato che più di 14.000 persone hanno perso la vita.

Da quando le repubbliche si sono staccate dall’Ucraina nel 2014, il governo di Kiev ha condotto una guerra brutale contro i residenti delle repubbliche e ha ignorato gli accordi che richiedevano il riconoscimento della loro autonomia – i Protocolli di Minsk. Pertanto, ammiriamo e sosteniamo il coraggio e la determinazione della Federazione Russa a sostenere la giusta lotta per la libertà dei popoli delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e ad unirli alla Federazione Russa, così come sosteniamo la giusta lotta per la libertà, la denazificazione e la liberazione dell’Ucraina dal regime degli assassini nazisti controllati dagli Stati Uniti. Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione civile di queste regioni, che ha accolto la comparsa delle forze armate della Federazione Russa con gioia, fiori e musica, ma sono sicuro che non avete visto queste scene, poiché i media sono controllati dall’Occidente. Recentemente i servizi di sicurezza della Georgia hanno pubblicato prove inconfutabili del fatto che il regime di Kiev sta tentando di destabilizzare la situazione in Georgia, organizzando un colpo di Stato filofascista. Per anni, in Ucraina sono state preparate serie forze militari e piattaforme politiche terroristiche, persino bio-laboratori e un virus formato in particolare per la Georgia.

Se questo accadrà, avremo una Georgia fascista, con lavoratori schiacciati, decine di migliaia di prigionieri, centinaia di persone di sinistra e di intellettuali e artisti progressisti liquidati fisicamente. Ci siamo già passati nel periodo 2003-2012 sotto il regime di Saakashvili. Credeteci, anche di questo parliamo con profonda conoscenza del caso e di fatti concreti.

Quindi, l’unica vera forza che blocca il dilagare del fascismo ucraino sulla sua strada per inghiottire i Paesi post-sovietici è la Russia. La Russia dei nostri giorni seguirà anche un percorso capitalista, ma oggi sta salvando tutti i popoli post-sovietici dai conflitti etnici e religiosi, li salva dal pieno assorbimento da parte del più pericoloso imperialismo americano e salva le forze progressiste e di sinistra dalla distruzione. Siamo persino certi che mantenere una posizione neutrale [di né né – NdT] nei confronti della situazione in Ucraina e condannare le azioni della Russia significa automaticamente sostenere il fascismo kieviano e l’inevitabile fascistizzazione dei Paesi post-sovietici e dei loro popoli.

Poiché alcuni funzionari americani ammettono che combatteranno la Russia fino all’ultimo ucraino, il loro obiettivo non è solo la Russia o l’Ucraina, ma anche l’Europa. Gli Stati Uniti insistono su dure sanzioni contro la Federazione Russa, giustificandosi abitualmente con il fatto che la Russia è uno Stato terrorista e con i cosiddetti “aiuti umanitari all’Ucraina”. Il concorrente economico è l’Unione Europea. Poiché gli Stati Uniti hanno un livello di scambi commerciali estremamente basso con la Russia, l’Europa ha legami commerciali ed economici favorevoli con la Russia. Il conflitto con la Russia permette a Washington di spingere i Paesi europei verso nuove sanzioni economicamente distruttive.

Il compito degli imperialisti statunitensi non è quello di proteggere l’Ucraina, ma di uscire dalla crisi acuta del capitalismo. La Russia si sta finalmente allontanando dalla dannosa idolatria dell’Occidente ed è giunto il momento di dimostrare il proprio valore nel Donbass. La Federazione Russa è circondata da una catena di Stati ostili ed è impossibile ritirarsi ulteriormente. L’Occidente deve percepire la determinazione della Russia a difendere se stessa e i suoi amici. Il nostro obiettivo come comunisti è quello di schiacciare il fascismo, proprio come hanno fatto i nostri antenati politici nel 1945, un fatto che non può essere falsificato o cancellato dalla memoria della gente, in cui il grande leader è stato il leader sovietico georgiano Joseph Stalin che ha espresso e servito gli interessi di milioni di lavoratori e contadini. Il gigantesco contributo dell’Unione Sovietica alla vittoria sulla Germania fascista e sui suoi alleati fu ottenuto grazie al potere operaio sovietico, ai vantaggi offerti dalla socializzazione dei mezzi di produzione e dalla pianificazione centrale dell’economia, al ruolo guida del popolo guidato dalla classe operaia, al ruolo del partito comunista come avanguardia rivoluzionaria del lavoro. Stalin è presentato come una personalità criminale, l’anticomunismo ha Stalin come obiettivo principale perché nel periodo in cui era leader del PCUS, si è verificata l’abolizione totale dei rapporti di produzione capitalistici, con l’abolizione dello sfruttamento del lavoro salariato, le basi per il nuovo sistema sociale, con vari argomenti ridicoli cercano di infangare la lotta operaia che ha difeso il socialismo soprattutto in quel periodo contro l’insidia dei capitalisti e dei loro sostenitori.

Ciò che l’Unione Europea, l’America e l’Occidente chiamano generalmente i crimini del socialismo come totalitarismo e stalinismo è il fatto che per la prima volta nella storia la classe operaia ha preso il potere dalla borghesia, ha socializzato le grandi imprese, ha organizzato la collettivizzazione della produzione agricola, ha difeso il potere popolare, il socialismo, ha punito i fascisti e i loro collaboratori e ha difeso il pane del popolo detenuto dai ricchi borghesi, i kulaki.

È nostro dovere morale stare dalla parte giusta della storia e non pensare che stiamo facendo le cose più grandi di quelle che sono in realtà, come vorrei ricordarvi. come disse il compagno Stalin: “Il fascismo non è solo una categoria tecnico-militare. Il fascismo è un’organizzazione militante della borghesia, basata sul sostegno attivo della socialdemocrazia. La socialdemocrazia è oggettivamente l’ala moderata del fascismo”. Tutti sono sottomessi allo stesso capo, ed è nostro dovere difendere la verità.

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