Matteo Salvini ha adottato per l’ennesima volta la tagliola della precettazione in occasione dello sciopero dei trasporti indetto da USB Lavoro Privato, Cub Trasporti, Cobas, Adl Cobas e Sgb per il 15 dicembre, avvalendosi dell’art.8 della legge 146/90. A questa precettazione i sindacati di base in vario modo si sono opposti e promosso una ribellione alla misura.
Tra questi Usb ha confermato lo sciopero di 24 ore come sigla sindacale, andando incontro ai 50mila euro di multa previsti, e dato indicazione ai lavoratori di scioperare nelle 4 ore previste. Oltre a questo ha indetto una manifestazione nazionale a Roma contro Salvini e il governo Meloni cui hanno partecipato anche realtà sociali e delegazioni di altre categorie di lavoratori.
Sgb, invece, ha scelto di rispettare la precettazione per quanto riguardo lo sciopero, riducendolo a 4 ore, ma ha dato indicazione ai suoi iscritti di effettuare durante il resto del giorno il Bus lumaca. Tutte le sigle hanno fatto, inoltre, ricorso al Tar del Lazio per annullare la precettazione di Salvini, ritenuta illegittima e anticostituzionale, e difendere anche per le vie legali il diritto di sciopero.
Ma com’è andato lo sciopero?
A premessa va detto che in alcune zone del paese, una su tutte è stata Napoli, lo sciopero ha raggiunto alti picchi di adesione e la durata di 24 ore perché dichiarato contro le aziende, per cui avendo carattere locale non rientrava nella precettazione di Salvini (che sia una forma da estendere nelle prossime occasioni?). In ogni caso le adesioni e i disagi creati confermano la volontà dei lavoratori di mobilitarsi per migliori condizioni di vita e di lavoro ma anche per la difesa del diritto di sciopero.
Non ci sono dati precisi ma a Roma sono rimaste chiuse la Metro A e la Metro C, con notevoli le riduzioni delle corse della Metro B, della linea Roma Lido, Roma Viterbo e Termini Centocelle. Anche il servizio di superficie notevolmente ridotto, mentre le biglietterie sono state chiuse.
A Napoli, come detto, grande adesione (95%) per lo sciopero territoriale in ANM di 24 ore. Chiuse le tre funicolari cittadine Centrale, Montesanto e Mergellina, con gravi disagi al trasporto su gomma.
Alte adesioni si registrano anche a Bologna e Ferrara, con l’85%, a Perugia con l’80% per lo sciopero regionale di 24 ore. In Puglia 70% di adesioni per le ferrovie Appulo Lucane, società STP Bari e STP Lecce, percentuali simili a Monfalcone ed isontino con adesione al 70% per le linee extraurbane e al 90% per le linee urbane.
A Milano le percentuali di adesione sono state del 60% per il trasporto di superficie con chiusura della linea M3 della Metro e del 40% in Movibus (Milano e provincia). Al 50% le adesioni a Torino e Trieste, del 40% a Venezia e Livorno.
Sempre il 15 dicembre, come detto, Usb insieme a Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, PCI, Movimento per il diritto all’abitare, Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA), Cambiare Rotta e Coordinamento dei Collettivi della Sapienza ha indetto la mobilitazione con la parola d’ordine “il divieto di sciopero è una misura fascista”. Mobilitazione partita da piazza Indipendenza per confluire davanti al Ministero presieduto da Salvini.
La precettazione della Commissione di garanzia e la decisione di precettare i lavoratori dei trasporti hanno fatto diventare lo sciopero generale contro la legge finanziaria uno sciopero dichiaratamente politico contro il governo Meloni e le sue misure antipopolari, contro l’attacco al diritto di sciopero, contro la guerra e l’economia di guerra.
Crescono tra i lavoratori del nostro paese e nel resto delle masse popolari l’opposizione o comunque il malcontento e l’indignazione per il disastroso corso delle cose in cui il dominio della borghesia imperialista li sprofonda sempre più: la pandemia, la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO contro la Federazione Russa, la complicità con la rappresaglia dello Stato sionista di Israele a Gaza, il riscaldamento climatico e la crisi ambientale si combinano con lo smantellamento dell’apparato produttivo, con la privatizzazione della sanità, della scuola e degli altri servizi pubblici, con il ricatto della precarietà, con la persecuzione degli immigrati, ecc.
I lavoratori e le masse popolari del nostro paese hanno visto e vedono per esperienza diretta che Meloni e i suoi compari contro il governo Draghi avevano promesso fuoco e fiamme, ma una volta andati al governo continuano e aggravano le politiche antipopolari del governo Draghi e soffiano sul fuoco della guerra tra poveri. Bisogna soffiare sulla brace del malcontento popolare e alimentare mobilitazione e organizzazione, non sottomettersi alle decisioni di istituzioni e autorità che fanno gli interessi di Confindustria e delle associazioni padronali.
Mobilitarsi qui ed ora? Le prossime date
19 dicembre. Presidio al Pantheon, a Roma, contro l’invio di armi in Ucraina che il parlamento deve approvare entro la fine del mese.
22 dicembre. scioperi CGIL e UIL nella grande distribuzione
24 e 31 dicembre. Sciopero della grande distribuzione indetto da Usb
31 dicembre. Mobilitazione e capodanno in fabbrica “L’ora X” indetta dal Collettivo di Fabbrica della ex Gkn di Firenze contro i licenziamenti
Una questione politica
In una tale situazione l’assunzione cosciente da parte dei sindacati di base del ruolo sempre più politico e dell’unità d’azione che sono chiamati a svolgere sono tre i campi fondamentali in cui tale ruolo e tale unità andranno messi in campo.
La prima è il proseguimento della lotta, sabotaggio e ribellione a ogni precettazione e limitazione del diritto di sciopero da parte di Salvini e del governo.
La seconda è il proseguimento della mobilitazione e della lotta contro la manovra finanziaria criminale di Meloni e compari in discussione in parlamento proprio in queste ore.
La terza è la promozione di iniziative di lotta e scioperi contro lo smantellamento dell’apparato produttivo che nell’immediato riguarda la liquidazione dell’ex Ilva (produzione di acciaio) e Stellantis con annessi e connessi (produzione di autoveicoli), il licenziamento di 2.700 lavoratori della ex Alitalia (trasporto aereo), la vendita di Tim (telecomunicazioni) e il sostegno all’appello lanciato dal Collettivo di Fabbrica Gkn di Firenze per la mobilitazione contro i licenziamenti del 31 dicembre.
Una combinazione di azioni di lotta, mobilitazioni e scioperi che devono condurre alla convocazione di un vero, grande e unico sciopero generale che fermi il paese, riempia la capitale e assedi il palazzo. Una strada che coinvolge e chiama a dare il proprio contributo tutti i lavoratori, i sindacati di base e la parte migliore di quelli confederali, le forze sociali e politiche che vogliono farla finita con il governo Meloni e tutti i governi nemici dei lavoratori. Una strada in cui costruire con la lotta e l’organizzazione dal basso un governo che esprima gli interessi della maggioranza della popolazione e metta al centro la parola d’ordine “lavoro utile e dignitoso per tutti!”