A poco più di un mese dall’alluvione del 2 novembre, la situazione a Campi Bisenzio fatica a tornare alla normalità, se così possiamo chiamare l’attuale disastroso corso delle cose, nella Piana, nel nostro paese e nel mondo: in poco più di tre anni abbiamo visto una pandemia, due guerre, una serie di disastri ambientali.
I danni a Campi Bisenzio sono stati enormi e per fortuna centinaia di volontari con alla testa gli operai della GKN (che ha fatto da importante base logistica e organizzativa), gli studenti delle scuole superiori, gli ultras, i centri sociali e le Brigate di Solidarietà Attiva, hanno soccorso subito le persone colpite seppure con i pochi mezzi a disposizione.
Tutto questo mentre l’Esercito latitava e il presidente della Regione Giani era impegnato a farsi video e selfie indossando la casacca ad alta visibilità di chi (a differenza di lui) lavora per strada quotidianamente.
A quanto ci risulta ci sono ancora decine di persone fuori casa, aziende con i macchinari e le merci perdute, centinaia di mezzi da buttare. In questo contesto di disastro, la macchina burocratica dei rimborsi messa in piedi dallo Stato sembra fatta più per impedire di ottenere quei due spiccioli promessi con cui cercare di ricomprare qualcosa che altro; lungaggini e problemi di sistema di ogni genere rallentano le richieste e hanno fatto incazzare perfino i loro amici di Confindustria per le plateali inadempienze e incapacità. Tutto questo avviene mentre prosegue senza sosta lo scaricabarile fra la Regione Toscana e il governo Meloni, e di questo infame teatrino intanto ne fanno le spese le masse popolari e i lavoratori che restano con il cerino acceso dei danni in mano.
Appare sempre più evidente, anche secondo il senso comune, la spregiudicatezza con cui per anni gli amministratori di centrosinistra hanno gestito un territorio martoriandolo e cementificandolo, al solo scopo di garantire ampi profitti a palazzinari e speculatori di turno, mentre le “opposizioni” di centrodestra stavano ben zitte visto che i loro sporchi affari erano comunque garantiti. La beffa ulteriore è che oggi si perdono quelle case e quel lavoro nel nome dei quali erano state imposte le costruzioni che hanno impermeabilizzato Campi e dintorni e provocato le esondazioni, una truffa fatta in continuità con i ricatti (fra ambiente e lavoro, fra ambiente e salute, in nome del “progresso”, eccetera) con cui la classe dominante da sempre cerca di fare passare le proprie scelte a uso e consumo dei capitalisti, seppur platealmente nocive per le masse popolari.
Questo deve essere denunciato pubblicamente, a differenza di come NON sta facendo l’attuale giunta che governa il Comune di Campi Bisenzio, specificando chi sono i colpevoli dell’accaduto (a che punto sono le indagini per miliardi di euro di danni e soprattutto 8 morti?) e per quale motivo sono state realizzate opere inutili che hanno portato a questo disastro: a chi hanno portato beneficio?
L’Amministrazione comunale deve denunciare a chiare lettere chi sono i reali responsabili dello stato pietoso in cui è stato ridotto il Comune, inteso come dotazioni di mezzi, uomini e risorse, che sono stati tagliati a livello nazionale e locale per anni dai due schieramenti delle Larghe Intese fino a ridurli a gusci vuoti: e questi sono i risultati.
Deve denunciare esplicitamente dove stanno le reali responsabilità politiche dell’accaduto, se non vuole essere presa a bersaglio e pagarne le conseguenze!
Il Sindaco Tagliaferri e la sua giunta comunale sbagliano se pensano che stando al gioco del Governo centrale e della Regione Toscana potranno ottenere qualche ristoro e o qualche soldo in più per amministrare il Comune già fortemente indebitato dalla precedente giunta; ancora più sbagliata è l’idea di poter ottenere quel briciolo di tranquillità che pensa di meritare chi sta zitto e buono in un angolo, senza pestare i piedi a nessuno.
Se il sindaco Tagliaferri e la sua giunta comunale non si affretteranno a raddrizzare il tiro, la strada intrapresa è quella che li porterà a saltare. Un’Amministrazione Comunale come quella campigiana, che grazie al legame con le masse popolari organizzate è riuscita a strappare il potere politico dalle mani del Partito Democratico dopo anni e anni di dominio incontrastato, non può limitarsi a stare con le mani in mano e sperare che sia lo stesso PD, oppure il Governo Meloni, a risolverle i guai in cui si ritrova.
Inoltre, è necessario che l’Amministrazione mobiliti la popolazione affinché:
1) monitori il modo in cui vengono distribuiti i ristori;
2) monitori il modo in cui le forze delle Larghe Intese proveranno a utilizzare lo smaltimento delle 110mila tonnellate di fanghi e di rifiuti vari causati dall’alluvione per realizzare i 18 impianti di smaltimento previsti nel piano della Regione Toscana e si organizzino per contrastare la loro azione;
3) monitori e intervenga su come si svilupperanno le speculazioni economiche che ruoteranno attorno all’emergenza alluvione, come la realizzazione di una nuova discarica a Calenzano per sopperire alla temporanea chiusura di quella di Case Passerini, o il trasporto dei rifiuti negli impianti di altre regioni per sopperire alla inagibilità dell’inceneritore di Montale/Agliana (tutt’ora chiuso) che sarà pagato ovviamente a caro prezzo.
4) promuova la costituzione di comitati di via, di quartiere e locali (come quello di via Cetino) che si occupino di non lasciare cadere nel dimenticatoio il disastro accaduto, ma diano battaglia a ogni livello e con ogni mezzo a disposizione contro Regione e governo nazionale per ottenere i dovuti ristori, per rivendicare il ripristino delle condizioni precedenti di vita, per individuare le grandi e piccole opere realmente utili che servono alla salvaguardia del territorio.
Oltre a queste misure, l’Amministrazione deve stringersi al CdF della GKN e al resto degli operai minacciati di licenziamento dal 31 dicembre dal padrone Borgomeo, e adottare ogni provvedimento di legge a disposizione, compresi quelli di emergenza, in loro sostegno. Diversi di questi operai abitano anche nel Comune e quindi c’è una responsabilità diretta, ma soprattutto la vertenza GKN e l’attività del CdF in generale hanno dato origine all’onda lunga che, insieme alle storiche lotte contro inceneritore e aeroporto, ha contribuito a estromettere le Larghe Intese e a far salire al governo l’attuale giunta. Questa deve applicare le misure di rottura che servono, come in parte ha fatto sostenendo la vertenza dei lavoratori di Mondo Convenienza oltre agli stessi operai GKN:
– imporre la requisizione dell’area per adibirla, ad esempio, a sede temporanea delle associazioni colpite dall’alluvione come ANPI e ANPAS, oppure a sede della Protezione Civile come è stato ampiamente dimostrato essere fattibile,
– rilevare lo stabilimento mediante il pagamento di un cifra congrua, che può arrivare fino a 100 euro visto che Borgomeo l’avrebbe pagata uno soltanto (fonte: Sole 24 ore) e quindi garantendogli anche un giusto profitto, purché si levi di torno e la fabbrica venga finalmente destinata a scopi sociali previsti anche dalla Costituzione,
– imporre la decuplicazione di tasse e tariffe nel caso la proprietà intenda procedere con i licenziamenti,
– essere ai cancelli con gonfalone e fascia tricolore ad opporsi ad eventuali azioni di forza che dopo il 1° gennaio 2024 (dopo il minacciato avvio dei licenziamenti) la Questura, la Prefettura o chi altro oseranno fare,
– mobilitare subito consiglieri regionali e parlamentari dei rispettivi gruppi politici di riferimento per fare interrogazioni e interpellanze al governo e ai vari ministeri in cui chiedere il blocco dei licenziamenti vista la calamità naturale che ha colpito il territorio, chiedere loro di mettere l’ufficio di rappresentanza dentro la fabbrica.
Questi sono solo alcuni esempi e appigli, giuridici e non solo, a cui l’Amministrazione di Campi può fare ricorso e con un po’ di fantasia siamo sicuri che se ne troveranno altri; quello che conta è far leva sulla mobilitazione, l’organizzazione e il coordinamento delle masse popolari e dei lavoratori del territorio, tutti vittime dello scempio causato da decenni di malaffare e malgoverno del territorio. Una simile azione avrà ricadute benefiche non solo sulla vertenza della GKN ma anche nella lotta per ottenere i ristori per gli alluvionati, per avviare le opere di manutenzione che servono, per continuare a stanare il lavoro nero e sommerso che si annida nella zona industriale e che da anni il Si Cobas denuncia, per far fronte alle manovre del PD e del resto delle Larghe Intese cominciate il giorno stesso dell’elezione: da allora lavorano per far saltare la giunta.
Agire in questo modo, attuando iniziative di rottura e facendosi forza sulla classe operaia, le masse popolari e le loro organizzazioni, è anche il solo modo che ha questa Amministrazione per rimanere in piedi e andare avanti, e ricaviamo questo insegnamento dalle passate esperienze delle giunte “arancioni” e dal governo Conte I; tutte hanno dimostrato che non basta cercare di fare i buoni amministratori, confidando che tutto fili liscio una volta preso in mano le leve di comando. Senza il sostegno delle organizzazioni operaie e popolari, senza il supporto e la direzione di quello che furono i Soviet per l’URSS e i CLN per la Resistenza antifascista, anche il miglior proposito è destinato a schiantarsi contro il muro di gomma che il nemico di classe alza per rendere inefficace ogni azione: oggi lo vediamo a Campi con i ristori e i rimborsi che mancano, lo abbiamo visto con l’articolato boicottaggio del Reddito di Cittadinanza e delle (poche) leggi a favore delle masse popolari adottate dal governo M5S-Lega, lo abbiamo visto con i continui sabotaggi portati contro gli operai della GKN nel cercare e proporre soluzioni industriali alla loro vertenza.
Il nuovo potere deve scalzare quello vecchio conquistando posizione su posizione, insieme al movimento comunista che rinasce; è una vera e propria guerra di lunga durata, ma è la sola soluzione e la risposta più sana a quella che la borghesia imperialista ci conduce ogni giorno che, seppur condotta senza armi, provoca morti e feriti attraverso la mattanza sui posti di lavoro, i decessi per le cure e visite mediche mancate, con la disperazione e l’abbrutimento che spande a piene mani sulle teste dei più giovani inondando di droghe e diversione di ogni genere i quartieri, le scuole e le città. E con le alluvioni di cui sono responsabili.
Continuare a insorgere a Campi Bisenzio e nel paese, convergere per cacciare il governo Meloni, i loro alter ego del PD e imporre il governo di emergenza popolare che serve per fare fronte alla situazione!
Andare a fondo nella rottura con le Larghe Intese, assumere ogni provvedimento purché sia legittimo e negli interessi della classe operaia e delle masse popolari!
Federazione Toscana del Partito dei CARC