Webinar su 175° anniversario della pubblicazione del Manifesto di Marx ed Engels organizzato dal Fronte Nazionale Democratico delle Filippine

Cari compagni,

vi ringrazio a nome del Partito dei CARC per l’opportunità di intervenire sul Manifesto di Marx ed Engels, opera che segna la data di nascita del movimento comunista cosciente e organizzato. In Italia quest’opera è stata tradotta da Antonio Labriola (1843-1904) che nel 1895 anticipava la celebrazione nel 1898 del 50° anniversario della sua pubblicazione con un suo scritto In memoria del Manifesto dei comunisti. Qui Labriola cita Engels che nella prefazione del 1895 a Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 è il primo ad anticipare ciò che verrà ripreso da Antonio Gramsci, e che la carovana del (nuovo)PCI, di cui il P.CARC è componente, afferma, e cioè che la rivoluzione non scoppia, ma si costruisce. Labriola intese immediatamente ciò che Engels aveva detto. Nel 1895 dichiara che questa rivoluzione, a differenza delle precedenti, richiede la partecipazione delle masse popolari: “…la dittatura del proletariato, la quale dovrà preparare la socializzazione dei mezzi di produzione, non può procedere da una sommossa di una turba guidata da alcuni, ma deve essere e sarà il risultato dei proletari stessi, che siano, già in sé, e per lungo esercizio, un’organizzazione politica”.1

Nel nostro intervento alla Conferenza Teorica su Imperialismo e Guerra tenuto in Olanda a metà dello scorso ottobre abbiamo negato che la rivoluzione socialista sia un fenomeno che scoppia come risultato della quantità ed estensione delle lotte rivendicative delle masse nel corso di una delle crisi per sovrapproduzione di merci in cui per sua natura ciclicamente la società borghese incorre. Abbiamo affermato che invece è guerra popolare rivoluzionaria del proletariato contro la borghesia imperialista che il partito comunista promuove. Mao Tse tung ha sperimentato che la classe operaia conquista il potere con un processo che dura nel tempo, che è diretto dal partito comunista e che ha la forma di una guerra, processo il cui nome è Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPRdLD). La GPRdLD è costituita da fasi, di cui la prima è la fase della difensiva strategica, la fase dell’accumulazione delle forze. Questa accumulazione non è solo quantitativa, ma qualitativa, perché consiste nella elevazione delle masse popolari che imparano a dirigersi e a dirigere e imparano a organizzarsi e costituirsi come un esercito. Questo è il “lungo esercizio” di cui parla Antonio Labriola ripetendo il pensiero di Engels, questo è il lavoro di cui la Rivoluzione d’Ottobre fu risultato (pure se Lenin e Stalin non lo condussero con la consapevolezza del processo che Mao ebbe e sintetizzò), questo è ciò che intende Gramsci quando parla di “guerra di posizione” e questo è quello che la Carovana del (nuovo)PCI ha fatto proprio e mette in pratica per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

La GPRdLD è una strategia che si sviluppa attraverso tattiche, e nel nostro paese la tattica che la Carovana del (nuovo)PCI sta attuando è quella del creare le condizioni per un governo d’emergenza che chiamiamo Governo di Blocco Popolare. La crisi imperversa generando condizioni sempre più insostenibili per la classe operaia e le altre classi delle masse popolari, che quindi si organizzano, costituiscono Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari analoghe ai Soviet antecedenti la Rivoluzione d’Ottobre. Queste organizzazioni costituiscono il fondamento del Governo di Blocco Popolare. Al vertice di questo governo stanno uomini in cui le masse popolari confidano. In Italia come negli altri paesi imperialisti il livello di fiducia delle masse popolari nei comunisti e nei loro partiti è ancora scarso: pesano la sconfitta dell’Urss e la degenerazione del movimento comunista ad opera dei revisionisti, che sono stati complici dell’attacco della borghesia contro le masse popolari e tale complicità spacciavano per “politica comunista”. Le masse popolari del nostro paese, quindi, oggi confidano in singoli individui (sindacalisti, politici, intellettuali, scienziati) che reputano onesti e capaci di realizzare l’interesse della collettività. La Carovana del (nuovo)PCI spinge questi individui, che generalmente si limitano a lamentarsi del cattivo andamento delle cose, ad assumersi responsabilità di governo e a legiferare in base alle decisioni delle organizzazioni operaie e popolari e alle loro esigenze.

Questo governo non potrà essere la soluzione della crisi, che è determinata da contraddizione intrinseca al modo di produzione capitalista e che ha come soluzioni alternative o la rivoluzione socialista o la guerra. Consentirà però di affrontare da posizioni di forza la borghesia imperialista quando essa, pur di mantenere il suo dominio, trascinerà il paese verso la guerra civile. Soprattutto, sarà una occasione per le masse popolari per fare un salto nella comprensione della realtà e di come trasformarla: sarà una grande scuola di comunismo. Questo dico riguardo al primo tema da voi posto: Sulla lotta di classe: Lo stato attuale del proletariato rispetto alle altre classi nel vostro Paese (o nel vostro gruppo di Paesi) e il suo ruolo nella lotta di classe.

Il secondo tema è Riforme e rivoluzione: Come il vostro partito/organizzazione affronta o si relaziona con la questione delle riforme e della rivoluzione? Quanto sopra detto risponde alla domanda per quanto riguarda la situazione particolare del nostro paese. Il Governo di Blocco Popolare si fonda su organizzazioni operaie e popolari che non mirano alla rivoluzione socialista, ma ad attuare riforme del sistema capitalista. In Italia tra le masse popolari tanto è ridotta la fiducia nella rivoluzione socialista quanto persiste l’idea che i revisionisti moderni cominciarono a propagandare mezzo secolo fa, che la società capitalista sarebbe riformabile e che non sarebbe necessario il rovesciamento del regime borghese, e di questo sono convinti anche gli elementi che godono della loro fiducia e che noi spingiamo ad assumersi ruolo di governo del paese. Le masse popolari perseguano questa “strada delle riforme” e i comunisti le sosterranno a ogni passo in questo processo: sperimenteranno nella pratica che la borghesia si piega ad accettare le riforme che il proletariato rivendica solo dopo dure lotte e in ogni caso oltre un certo livello non le accetterà, e scatenerà la guerra civile. Questo vale per la condizione particolare presente del nostro paese. In generale, dice il (nuovo)PCI nel suo Manifesto Programma: “Le riforme creano condizioni di cui le classi sfruttate, se seguono una linea rivoluzionaria, approfittano per rafforzare la loro lotta. La lotta politica per le riforme è un terreno favorevole per l’educazione e l’aggregazione delle classi oppresse in vista della guerra civile. Questa, quando non raggiunge la vittoria, produce riforme che creano un terreno più̀ favorevole all’ulteriore sviluppo della lotta delle classi oppresse. Questa è la dialettica riforme- rivoluzione, quando le classi sfruttate lottano per la propria emancipazione (vale a dire quando il partito comunista ha una linea giusta)”(MP, pag. 25).

Il terzo tema è sul ruolo del partito comunista: nel contesto dell’esistenza di diversi o molti partiti comunisti/operai nel vostro Paese (o nel vostro gruppo di Paesi), come si rapporta la vostra organizzazione a questa situazione? La nostra posizione rispetto agli altri partiti comunisti a livello nazionale e internazionale è la politica da fronte comune, fondata su 1. conoscenza reciproca e azione comune sui fronti della lotta di classe, 2. solidarietà reciproca di fronte alla repressione con la quale la borghesia imperialista ci attacca,3. dibattito franco e aperto sulle questioni di principio.

I vari partiti comunisti devono fare fronte comune nella lotta di classe e verificare nella pratica quali sono le linee più efficaci, togliendo di mezzo il porsi in concorrenza l’uno rispetto all’altro, il dogmatismo secondo il quale qualcuno sarebbe in possesso della verità assoluta che giustificherebbe il settarismo nei confronti di tutti gli altri. È la pratica comune quella che conferma la verità o meno di una affermazione teorica. Ogni visione scientifica della realtà porta a una conclusione, a una verità e anche nel caso della scienza della lotta di classe una è la concezione giusta, uno è il partito che la attua e che anzi si costituisce come unità compatta grazie ad essa. A conclusioni, verità, concezioni giuste si arriva tramite il dibattito franco e aperto e la pratica comune che vale a sperimentare la validità di una linea rispetto a un’altra.

Ciò detto, la situazione in Italia così come nel mondo fino a ieri è stata quella di una miriade di partiti comunisti, alcuni grandi, alcuni minimi, alcuni esistenti solo a parole, ciascuno non comunicante con gli altri. Oggi la tendenza alla guerra si fa sempre più evidente e spinge il movimento comunista verso la via della rivoluzione socialista, il dibattito sulle questioni di principio e di linea si impone. Le linee non sono più mille, ciascuna adatta a sé e diversa da tutte le altre, ma due, e ciascuno è tenuto a schierarsi. Nel nostro intervento alla Conferenza Teorica sull’Imperialismo tenuta nello scorso ottobre ad Amsterdam abbiamo posto i temi dirimenti e la nostra posizione al riguardo.

– La posizione della Carovana del (n)PCI sull’epoca imperialista è che essa è l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese, non una forma nuova del capitalismo o un modo di produzione del tutto nuovo rispetto al capitalismo.

– La posizione della Carovana del (n)PCI sulla crisi è che essa è una crisi generale per sovraccumulazione assoluta di capitale, non una crisi per sovrapproduzione di merci o una delle crisi cicliche quali quelle del periodo 1825-1867. Dall’interpretazione della natura e della causa della crisi attuale derivaanche la via d’uscita e la linea politica da seguire. Se si trattasse di crisi ciclica, i suoi effetti riguarderebbero solo il campo economico e la linea sarebbe aspettare che termini e si risolva da sé. È invece crisi generale, cioè si riversa sul piano politico e sociale, ed è crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale. Non si risolve con l’eliminazione di merci in eccesso come nella crisi per sovrapproduzione di merci. Una sua soluzione è la distruzione del capitale in eccesso nelle varie forme in cui esso si incarna, di materie prime, di strumenti di produzione, di beni di consumo, di denaro, di forza lavoro. Il modo più efficace di distruggere tutto questo è la guerra. La tendenza alla guerra, quindi, non è causata dal conflitto tra gruppi a torto o a ragione definiti imperialisti, ma da una contraddizione intrinseca al modo di produzione capitalistico. L’altra soluzione è togliere alla ricchezza prodotta la natura di capitale e organizzare le forze produttive ai fini del benessere della collettività e dei popoli, e in ciò consiste la rivoluzione socialista.

– La Carovana del (nuovo)PCI afferma che oggi nel mondo la rivoluzione socialista è la tendenza storicamente principale. Nega la posizione dei partiti e organizzazioni comuniste secondo i qualiil corso delle cose nel mondo oggi sarebbe caratterizzato da preparativi di una guerra aperta tra blocchi e Stati imperialisti vecchi e nuovi e dalla catastrofe ecologica mondiale incombente.

– La Carovana del (nuovo)PCI afferma che i paesi socialisti si trovano oggi in stadi diversi della lotta tra le due classi principali (lotta tra due linee nel partito comunista e lotta tra due classi nella società) che nell’epoca imperialista si contendono la direzione del corso delle cose nel mondo. Nega la tesi secondo cui tutti i primi paesi socialisti sarebbero dominati dalla borghesia imperialista.

– Infine, come detto sopra, la Carovana del (nuovo)PCI afferma che la rivoluzione socialista si costruisce, e si costruisce come una guerra, la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata. Questa è la strategia universale della rivoluzione socialista e ha forme particolari, tra loro differenti, se si attua in un paese imperialista o in un paese oppresso o neocoloniale. La Carovana del (nuovo)PCI nega che la rivoluzione sia cosa che scoppia per cause esterne e meccaniche, evento da attendere e cogliere al momento in cui si verifica. Afferma che è evento risultato dall’azione dei comunisti nel tempo, nella lunga durata della guerra popolare rivoluzionaria.

Questi sono i temi dirimenti che la Carovana del (nuovo)PCI ha individuato e che pone ai comunisti del nostro paese e a livello internazionale. Questo seminario è occasione per riaffermarli, e per questo ringraziamo chi lo ha promosso e organizzato.

Saluti comunisti.

Paolo Babini (Partito dei CARC, Gruppo di Lavoro Internazionale)

1 A. Labriola Tutti gli scritti filosofici e di teoria dell’educazione, Bompiani, 2014, pag. 1178.

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