Che il presidio del 31 dicembre davanti alla fabbrica abbia la più ampia partecipazione!
Che le iniziative di avvicinamento abbiano la più ampia visibilità!
Che in ogni azienda in cui batte il cuore della resistenza operaia si rafforzi il fronte contro la precarietà, l’insicurezza, lo sfruttamento!
Ai lavoratori ex Alitalia, ai lavoratori ex Ilva e dell’indotto ed ex Lucchini, ai lavoratori della Tim, agli operai Stellantis, ai lavoratori dei trasporti da mesi precettati, agli operai della Wartsila di Trieste, ai portuali di Genova, di Livorno, di Napoli, agli operai ex Whirlpool di Napoli… siete stati e siete un baluardo contro le pretese dei padroni, padroni e governi vogliono piegarvi, ricattarvi, prendervi con le lusinghe o per fame.
Governo e padroni stanno trasformando le fabbriche in caserme e pretendono di farvi scoppiare per stipendi da fame, vi mettono gli uni contro gli altri e cercano di convincervi che ognuno di voi può salvarsi solo se di fronte agli altri che affondano gira la testa dall’altra parte e fa finta di niente, fa finta che va bene così.
L’ora x non esiste, esiste l’ora della riscossa.
La battaglia contro i licenziamenti alla ex Gkn è diventata il simbolo della riscossa dei lavoratori e della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese ad opera delle multinazionali e dei fondi d’investimento.
Sosteniamo tutti insieme la lotta dei lavoratori ex Gkn per rafforzare e allargare il movimento di resistenza popolare che si sviluppa nel paese.
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Il P.CARC aderisce all’appello lanciato dal Collettivo di Fabbrica degli operai ex Gkn per una mobilitazione di fronte ai cancelli della fabbrica il 31 dicembre 2023 e chiama i membri, i simpatizzanti, tutti i partiti e le organizzazione del movimento comunista, tutte le le associazioni popolari del nostro paese ad aderire e partecipare.
Il P.CARC, nelle città in cui è presente, darà il proprio contributo affinché le tappe dell’Insorgiamo tour e alle altre iniziative che gli operai della exGkn stanno svolgendo in queste settimane alimentino la mobilitazione contro i licenziamenti che – secondo i piani e i programmi di Borgomeo – diventeranno effettivi dall’1 gennaio 2024 e per inserire questa battaglia nelle lotta più generale per cacciare il governo Meloni, il governo asservito alle multinazionali, agli imperialisti Usa, Ue e sionisti.
In ogni città in cui il P.CARC è presente, come è avvenuto a Firenze dall’inizio della mobilitazione contro la chiusura della Gkn nel luglio 2021, si mette a disposizione per ogni tipo di iniziativa che il Collettivo di Fabbrica riterrà utile.
Il P.CARC sta muovendo tutti i contatti e le relazioni con realtà operaie – singoli e organismi – per rafforzare e allargare il fronte della lotta contro i licenziamenti e si sta adoperando affinché il presidio del 31 dicembre davanti alla fabbrica abbia la più ampia partecipazione, affinché le iniziative di avvicinamento abbiano successo e affinché in ogni azienda in cui batte il cuore della resistenza operaia, sia essa “in crisi”, “sotto minaccia” o “in pieno funzionamento”, si rafforzi il fronte contro la precarietà, l’insicurezza, lo sfruttamento.
A partire da questo ultimo punto sviluppiamo un ulteriore ragionamento.
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Il 2023 in Italia va chiudendosi con il paese sempre più stretto nella morsa di degrado, guerra, devastazione, saccheggio e rapina ad opera della classe dominante. È un percorso che dura da anni, gli effetti si stanno manifestando “in grande” tutti adesso e contemporaneamente.
Dalla distruzione della sanità pubblica e del sistema Sanitario Nazionale alla distruzione della scuola pubblica, dall’economia di guerra al progressivo restringimento degli spazi di agibilità politica, dalla repressione al razzismo di Stato, dalla devastazione dell’ambiente alle grandi opere inutile e dannose.
A dicembre sono in via di licenziamento 2.700 lavoratori exAlitalia, sono in fase di definitivo smantellamento la exIlva (e il suo indotto, vedi la Sanac) e la exLucchini, avanza lo spacchettamento e lo scempio di Tim, procede il “progressivo disimpegno” di Stellantis che porterà, se non contrastato efficacemente, alla chiusura delle diverse fabbriche in Italia. Sono aziende, ma non sono solo aziende: sono interi rami produttivi che vengono smantellati.
I governi delle Larghe Intese (polo Pd e polo Meloni-Salvini-eredi di Berlusconi) – e il governo Meloni ha ampiamente mostrato di essere della stessa pasta, altro che “prima l’Italia e gli italiani” – non solo lo permettono, ma lo incoraggiano e lo favoriscono: speculatori di ogni risma e colore fanno affari sulle pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.
In questo contesto e in questo senso il caso della ex Gkn fa scuola.
Fa scuola perché è un esempio di come funziona il sistema degli amici degli amici. Nel caso della ex Gkn ha mostrato in chiaro in cosa è consistito il “metodo Borgomeo”, già sperimentato nel caso della Saxa Gres (ex Ideal Standard): “arriva il “capitalista buono” che rileva l’azienda per 1 euro (o poco più) grazie a relazioni e coperture politiche delle istituzioni e dei partiti delle Larghe Intese, promette il piano industriale che non arriva mai, intanto intasca fondi pubblici e prende per il naso i lavoratori che campano di rinnovo in rinnovo della cassa integrazione.
Nel caso della ex Gkn, Borgomeo ha tolto le castagne dal fuoco a Melrose (il fondo di investimento che ha decretato la chiusura della fabbrica) e ha avviato lo stabilimento alla chiusura dietro una selva di promesse di piani industriali che non ci sono. Adesso vuole passare all’incasso e lasciare in pasto alla speculazione immobiliare 80mila mq di terreni da liberare ed edificare.
Quali che siano le differenze specifiche, caso per caso, questo è l’iter (o meglio, questi sono gli obiettivi) che accomuna ogni chiusura, grande o piccola: quelli che vengono presentati come “i salvatori dei posti di lavoro” sono i becchini dei posti di lavoro: è stato così alla ex Ilva, alla ex Lucchini, alla ex Alitalia, ecc.
Il caso della ex Gkn fa da scuola, anche, perché dimostra una volta di più – ma più chiaramente di sempre – che da parte di governo, autorità e istituzioni l’unica certezza sono le chiacchiere. Tavoli, incontri, riunioni: sono tutti un grande castello di bugie, sono parte di un teatrino messo in scena per nascondere i veri obiettivi dei padroni e lasciare mano libera alle loro manovre, che a volte sono solo illegittime e altre sono anche illegali [Leggi l’articolo “La legge dei padroni fa comodo ai padroni” sui dossier che smascherano le manovre dei padroni di Gkn]
Il caso della ex Gkn, infine, fa scuola perché per più di due anni la mobilitazione operaia (assemblea permanente, manifestazioni con decine di migliaia di persone in una fase in cui scendere in piazza era difficilissimo, legami con operai di altre aziende, studenti e organizzazioni popolari da nord a sud dell’Italia) è stata un faro, una speranza e soprattutto una prospettiva.
Per più di due anni non solo gli operai hanno resistito, ma
– hanno scritto il testo di un disegno di legge contro le delocalizzazioni;
– hanno elaborato un piano industriale per il rilancio della fabbrica;
– hanno inserito quel piano industriale in un progetto di più ampio respiro per la mobilità sostenibile;
– hanno iniziato a cercare e hanno iniziato a trovare investitori per dare gambe al loro piano industriale.
Tutto questo valorizzando e mobilitando tecnici, esperti, intellettuali. Ma non solo.
Hanno sostenuto le mobilitazioni del territorio, i lavoratori in lotta, hanno partecipato a ogni tipo di mobilitazione promuovendo la convergenza fra lotte diverse, settori diversi delle masse popolari alimentando la rete di organismi operai e popolari da nord a sud d’Italia: dagli studenti alle donne, fino ad assumere un ruolo di promotori dell’organizzazione e della mobilitazione delle squadre di volontari per fare fronte all’alluvione di inizio novembre scorso in quei territori devastati tanto dalle conseguenze della crisi ambientale quanto dalla speculazione.
Siamo perfettamente consapevoli che una singola battaglia si può vincere o si può perdere e che quello che conta veramente è ciò che sedimenta, lascia, alimenta nel più generale movimento popolare e nella lotta di classe in corso. In questo senso, cioè, la lotta degli operai ex Gkn ha già insegnato e dimostrato molto, più di tutto ha dimostrato che gli operai organizzati possono fare cose – e ottenere risultati – che apparentemente sembrano impossibili (chi avrebbe scommesso anche solo nei più di due anni di resistenza?). Con la loro lotta gli operai exGKN hanno mostrato che nel nostro paese esiste già una nuova classe dirigente composta dagli esponenti degli organismi operai e popolari che non solo resistono e lottano contro il disastroso corso delle cose imposto da borghesia e padroni, ma elaborano piani di gestione alternativa dei territori, delle fabbriche, delle scuole, della sanità.
Se l’1 gennaio 2024 i licenziamenti diventeranno effettivi, gli operai della ex Gkn riceveranno una sconfitta.
Questa sconfitta si ripercuoterà su tutti i lavoratori e sull’insieme delle masse popolari. Per questo è importante condurre la battaglia per impedire i licenziamenti e sostenere in tutti modi la lotta dei lavoratori ex Gkn, collegandola alle altre decine di battaglie in corso contro la chiusura o il ridimensionamento di aziende.
Sappiamo bene che non è da questa battaglia che dipendono le sorti della più generale lotta di classe, ma dall’esito di quella battaglia dipende se quella più generale lotta continuerà da posizioni più avanzate o da posizioni più arretrate.
Se l’1 gennaio 2024 i licenziamenti saranno stati ritirati (o anche solo significativamente rimandati) la battaglia degli operai ex Gkn continuerà rafforzata e anche il più complessivo movimento operaio e popolare del nostro paese sarà rafforzato da questa vittoria.
Chi vede il bicchiere mezzo vuoto, riconosce che è in corso solo una battaglia “per la sopravvivenza”.
Noi diciamo che è in corso una battaglia il cui esito è importante per sviluppare, alimentare, rafforzare ed estendere tutto il movimento operaio e popolare del nostro paese.
In questo senso, oltre che a fare appello alla solidarietà, facciamo anche un appello alla razionalità, per guardare le cose in modo razionale e agire di conseguenza.
La lotta contro i licenziamenti alla ex Gkn è la lotta di tutti i lavoratori di questo paese. La vittoria alla ex Gkn rafforzerà i lavoratori di tutto il paese. Quali che siano e saranno le condizioni di questa lotta, i lavoratori la devono condurre insieme, perché vincere alla ex Gkn significa sgretolare la cappa di rassegnazione, pessimismo, scetticismo e fatalismo su cui la classe dirigente tutta (politici, amministratori, padroni, funzionari, ecc.) fa conto e leva per cercare di tenere sottomessi i lavoratori.
Ai lavoratori ex Alitalia, ai lavoratori ex Ilva e dell’indotto ed ex Lucchini, ai lavoratori della Tim, agli operai Stellantis, ai lavoratori dei trasporti da mesi precettati, agli operai della Wartsila di Trieste, ai portuali di Genova, di Livorno, di Napoli, agli operai ex Whirlpool di Napoli… siete stati e siete un baluardo contro le pretese dei padroni. Padroni e governi vogliono piegarvi, ricattarvi, prendervi con le lusinghe o per fame. Stanno trasformando le fabbriche in caserme e pretendono di farvi scoppiare per stipendi da fame, vi mettono gli uni contro gli altri e cercano di convincervi che ognuno di voi può salvarsi solo se di fronte agli altri che affondano gira la testa dall’altra parte e fa finta di niente, fa finta che va bene così.
Alle donne che lottano contro la violenza di classe e di genere, agli studenti che lottano contro lo smantellamento della scuola pubblica, a quelli che lottano contro il genocidio in corso in Palestina ad opera del governo sionista, a quelli che lottano contro le politiche reazionarie del governo Meloni, servo dei gruppi imperialisti Usa-Nato e complice dei sionisti e degli imperialisti europei, sosteniamo tutti insieme la lotta dei lavoratori ex Gkn per rafforzare e allargare il movimento di resistenza popolare che si sviluppa nel paese.