8.12.2023
Ieri si è svolta l’iniziativa promossa dalla Federazione Toscana del P.CARC per contestare la continua manipolazione mediatica e la propaganda bellicista propinata dal sistema mediatico.
Nei nostri interventi abbiamo, innanzituto, ricordato il contributo di Juliane Assange alla lotta conro la manipolazione mediatica e per la libertà di stampa e di espressione; una lotta per la quale sta ancora pagando: solidali e complici con Assange, dunque!
In secondo luogo, abbiamo precisato il senso dell’iniziativa, come scritto anche nella lettera preparata (e consegnata) ai lavoratori de La Nazione (che trovate in seguito integrale): il senso era quello di ridare dignità e decenza a una professione importante come quella giornalistica, e che, come ha detto anche un attivista della comunità palestinese presente al presidio, porta con sé “grandi responsabilità”.
Abbiamo fatto due incontri con i giornalisti de La Nazione: una prima volta sono venuti loro da noi, gli abbiamo consegnato la lettera e il nostro comunicato, una seconda volta siamo andati noi (con una delegazione più nutrita e composta anche da alcuni attivisti della comunità palestinese) da loro. In entrambi i casi abbiamo raccolto silenzio, lo stesso silenzio che abbiamo trovato questa mattina, sulle colonne del quotidiano (salvo un trafiletto che “raccontava” l’esistenza della nostra iniziativa).
Al netto di questo (non ci aspettavamo qualcosa di differente) la presenza degli attivisti palestinesi è il risulato politico più importante che segue la sporca operazione messa in campo dalla stampa locale (Nazione compresa…) in occasione della manifestazione del 18 novembre e cioè il tentativo di criminalizzare e isolare i comunisti dal movimento di solidarietà alla causa palestinese.
Rispetto alle prospettive: riteniamo che l’iniziaiva di ieri per quanto contenuta nei numeri sia stata altamente significativa e abbia “colto nel segno” (come si evince dallo stesso basso profilo de La Nazione, del resto…); prendere di mira il sistema mediatico asservito agli interessi dei sionisti, della NATO e della Comunità Internazionale come indica anche il (n) PCI in un suo recente comunicato è un altro modo con cui mettere i bastoni tra le ruote alle operazioni genocidiarie di Israele, all’appoggio a queste del governo Meloni, contro la valanga di menzogne e di omertà con cui il sistema mediatico e di informazione asservito ai poteri forti prova a intossicare le menti e i cuori delle masse popolari.
E allora, 10,100,1000 iniziative di lotta, protesta e contestazione contro le agenzie di informazione asservite ai guerrafondai e ai sionisti!
Federazione Toscana del P.CARC
Lettera al comitato redazionale de La Nazione, alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori/lavoratrici de La Nazione
Abbiamo organizzato questo presidio per denunciare la costante manipolazione dell’informazione, la censura e la propaganda bellicista promossa da tutti i governi e che quotidiani come La Nazione assecondano.
Conosciamo bene la manipolazione: l’abbiamo vista terrorizzarci durante la stagione dei lockdown e delle misure di gestione pandemica, con testimonianze a senso unico che hanno nascosto le politiche criminali portate avanti dal governo Conte 2 e da Draghi. L’abbiamo sentita criminalizzare chi si è opposto a quelle politiche, in particolare allo strumento del Green Pass.
L’abbiamo vista all’opera sul conflitto in Ucraina, occasione in cui tutto il sistema mediatico e dell’informazione si è speso nel tentativo di nascondere le responsabilità geopolitiche della NATO e degli USA, con al seguito i Paesi dell’UE tra cui l’Italia. L’abbiamo sentita criminalizzare chi ha provato a portare una visione differente del conflitto in atto, anche tra gli stessi giornalisti, con tanto di liste di proscrizione, sbattuti in prima pagina come mostri filo-putiniani!
La vediamo anche oggi con il tentativo di criminalizzare l’indomita resistenza del popolo palestinese contro lo stato di apartheid del regime sionista, con il becero tentativo di spaccare il fronte dei solidali additandoli come “filo-Hamas” e provando a isolare chi non si allinea a questa narrazione. È quanto è successo il 18 novembre in occasione di una delle manifestazioni chiamate dalla comunità palestinese, quando il contenuto di un volantino diffuso dai compagni e dalle compagne del P.CARC è stato strumentalizzato dalla stampa (locale e nazionale) per avvalorare la tesi (falsa!) della “piazza pro-Hamas” e provare a isolare i compagni e le compagne.
Ma la manipolazione e l’intossicazione non sono gli unici problemi, c’è anche la censura, l’omertà: come non denunciare l’assordante silenzio della stampa intorno al progetto di installazione di un comando della NATO proprio qui, a Firenze, nel quartiere di Rovezzano?
Sono queste le ragioni per cui scendiamo in presidio, rivolgendoci a tutti i giornalisti e ai dipendenti del La Nazione: per spronare un sussulto di coscienza! È doveroso, in questo momento in cui la propaganda di guerra ed il revisionismo storico con cui la classe dirigente guerrafondaia cerca di legittimare le sue azioni criminali e il genocidio perpetrato dall’occupazione sionista ai danni del popolo palestinese, SCHIERARSI e dire la verità!
Se TV e giornali, anziché dare spazio a gossip e notizie spazzatura, al posto delle mistificazioni funzionali alla classe dirigente, dessero spazio e visibilità alle tante manifestazioni che ci sono state e ci sono in favore della causa palestinese, a quella parte della popolazione che si organizza per far fronte alle carenze della sanità pubblica, che lotta contro il carovita, i licenziamenti e le alluvioni, che lotta contro la militarizzazione delle scuole e dei territori o in difesa dei posti di lavoro, forse nessuno si sentirebbe così solo e rassegnato.
D’altronde, non è certo un caso che TV e giornali siano pieni di menzogne e di spazzatura e descrivano la realtà solo come fa comodo alla classe dominante e alle loro guerre. Esiste ancora una deontologia del mestiere?
L’onestà intellettuale di investigare, di conoscere e di raccontare la realtà per com’è e non per come fa comodo alle mire ed ai profitti della classe dominante? Forse no, ma il tentativo di ridare decenza alla professione del giornalista vorremmo farlo comunque, partendo da chi anche all’interno de La Nazione vuole schierarsi.
Firenze, 7 dicembre 2023