Nella mattinata di mercoledì 11 ottobre alla Iveco di Brescia si è verificato un gravissimo infortunio. Un operaio di ventun anni stava eseguendo una riparazione sotto a un camion quando un collega, che non si è accorto della sua presenza, ha spostato il mezzo. L’operaio è stato schiacciato dal camion e ha riportato lesioni gravissime al torace. Dopo alcuni giorni trascorsi in rianimazione il lavoratore è stato dichiarato fuori pericolo. Entrambi gli operai coinvolti sono precari, assunti con un contratto interinale.
I nostri contatti interni allo stabilimento ci riferiscono da mesi di un volume della produzione troppo elevato rispetto alle capacità dell’azienda in termini di spazi, di reparti insicuri anche a livello strutturale e lasciati all’incuria, di carichi e tempi di lavoro sempre più pesanti, di giovani neoassunti e precari lanciati allo sbaraglio senza la necessaria formazione.
Qui, come nelle altre fabbriche, la sicurezza e la salute sono variabili dipendenti dalla sete di profitto del padrone e puntualmente sacrificate a essa.
Alle pressioni aziendali, volte a far continuare la produzione come se nulla fosse accaduto, i lavoratori hanno risposto con uno sciopero immediato di due ore. Un altro sciopero, sempre di due ore, si è ripetuto il giorno successivo, in concomitanza di un’assemblea con presidio esterno all’ingresso della fabbrica.
Dopo gli scioperi la questione che si pone è come proseguire, come fare in modo che la spinta positiva che ha portato alla mobilitazione dei lavoratori non si disperda. Il terreno è fertile e il problema è sentito. Significa che c’è una base su cui fare leva per costruire un organismo che inizi a occuparsi della sicurezza in azienda, magari affiancando i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls) eletti e dando loro maggiore forza e spinta nel confronto con il padrone.
La lotta per la sicurezza in ogni azienda è frenata da una parte dal ricatto della precarietà – sempre più diffusa – e dalle minacce padronali, dall’altra dalla tendenza alla delega da parte dei lavoratori. Una tendenza che ha le sue radici nella disillusione e nella sfiducia instillata negli operai dai padroni e dai sindacalisti complici. É però possibile scardinarla, partendo da quei lavoratori che in qualche modo vogliono attivarsi. Partire dal costruire una rete che supporti, sostenga e sproni i Rls è la via più immediata per farlo, in questo come in altri contesti.
Il problema della sicurezza sul lavoro è un’emergenza nel nostro paese e la via per farvi fronte è il protagonismo dei lavoratori, sia all’interno che fuori dalle aziende, nella società.