Durante la spedizione in Sicilia di ottobre, il gruppo di lavoro che cura il radicamento del Partito a Palermo ha organizzato una presentazione pubblica di Resistenza nel più grande concentramento studentesco della città, la cittadella universitaria. Con questa iniziativa abbiamo riportato la bandiera rossa all’interno dell’università, fucina storica di importanti sommovimenti sociali. Molti studenti si sono avvicinati a noi e abbiamo anche approfondito i rapporti con i compagni palermitani del Fronte della Gioventù Comunista (Fgc), compiendo un piccolo, ma significativo, passo avanti per superare la frammentazione del movimento comunista cosciente e organizzato.
Con i compagni del Fgc abbiamo discusso del bilancio dei tentativi di ricostruzione del partito comunista negli anni Settanta, dell’imperialismo, dell’esperienza dei primi paesi socialisti, della tendenza alla guerra e della necessità della rinascita del movimento comunista. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha rappresentato un fertile terreno di confronto.
Dalla discussione è inoltre emerso che nelle scuole medie e superiori e nelle università, dove già intervengono organizzazioni politiche non legate al movimento comunista, le organizzazioni comuniste subiscono una sorta di sabotaggio (rimozione dei manifesti, riduzione dell’agibilità politica, ecc.).
Partendo dal fatto che con i compagni del Fgc già collaboriamo nella direzione di un collettivo studentesco a cui partecipano militanti di entrambe le organizzazioni, abbiamo convenuto che una prima misura per rompere questo “cordone sanitario” consiste nello sviluppare l’unità d’azione, ad esempio con iniziative comuni di propaganda sui temi che ci uniscono.
A pugno chiuso,
GP