Il 21 ottobre il Coordinamento No Green Pass ha organizzato una manifestazione a Trieste per dire NO alla repressione, al controllo, al carovita e alla guerra, SÌ alla giustizia sociale, alla pace e alla libertà.
In piazza erano presenti circa 400 persone tra esponenti dei sindacati di base del trasporto pubblico, associazioni umanistiche e religiose, attivisti del centro sociale Burjana, giovani della comunità pachistana, gruppi ambientalisti e antifascisti. Presente anche la squadra del P.CARC che cura l’intervento del Partito nella regione.
Il concentramento, precedentemente previsto in piazza Borsa, è stato impedito dalla questura e spostato in largo Ulpiano, di fronte al tribunale e dietro la sede Rai. La motivazione addotta è stata che “il centro città è molto frequentato nella giornata del sabato”. Gli organizzatori però non si sono fatti scoraggiare: il breve percorso del corteo è comunque durato tre ore fra interventi al microfono, slogan e soste per fare propaganda contro il governo della guerra e della disoccupazione.
In questi ultimi mesi, nel porto di Trieste sono state ormeggiate le due più grandi portaerei nucleari americane che, con la scusa degli “addestramenti”, hanno fornito appoggio al governo ucraino e lo slogan più gridato dal corteo è stato: “Il porto di Trieste non sarà al servizio della Nato e dell’Ucraina, il porto è dei triestini”. Un filo rosso ha legato quindi la manifestazione di Trieste con quella di Ghedi, che il 21 ottobre ha aperto il corteo con lo striscione “Uniamo le nostre forze contro le loro guerre!”.