Venerdì 20 ottobre i sindacati di base Si Cobas, Cub, Sgb, Usi-Cit e Adl Cobas hanno proclamato lo sciopero generale contro la guerra della Nato, l’economia di guerra in cui il governo Meloni ha trascinato il paese e l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Sabato 21 ottobre si sono tenute manifestazioni a Ghedi, a Pisa e a Palermo per bloccare la militarizzazione dei territori, per impedire l’ampliamento delle basi e per vigilare e controllare ciò che accade dentro le basi. Lo stesso giorno in tantissime piazze d’Italia sono scesi in piazza in decine di migliaia per ribadire il sostegno fermo al popolo palestinese e la lotta contro gli imperialisti sionisti, americani e nostrani.
Dalle piazze abbiamo raccolto varie testimonianze, abbiamo parlato con la base ad esempio dei sindacati presenti e quello che emerge è che gli iscritti dei sindacati di base e dei sindacati confederali vedono bene il legame che c’è tra la lotta per il lavoro, per una vita dignitosa e la lotta contro la sottomissione alla Nato e alle sue guerre. Vedono il ruolo che devono avere i lavoratori e che possono avere i sindacati nella creazione di un fronte compatto contro il governo Meloni e gli imperialisti Usa-Nato. Ogni singola vertenza oggi per avere uno sbocco concreto deve legarsi alla più generale lotta contro gli imperialisti USA-NATO e la sottomissione del nostro paese alle loro imposizioni, che rendono la vita sempre più difficile a larga parte della popolazione italiana.
Va detto che allo sciopero del 20 non hanno aderito i sindacati confederali e non tutti i sindacati di base. Eppure lo sbocco politico unitario di tutte le rivendicazioni in atto nel paese si riassume nel cacciare il governo Meloni, sbarrare la strada a tutti i partiti che attuano l’agenda Draghi, da Fdi al Pd, e dotare il paese di un governo che faccia gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari.
L’unità va costruita! Ogni lavoratore e sindacalista che vuole prodigarsi su questa strada possono innanzitutto occuparsi di allargare la chiamata e l’adesione a ogni data futura, ogni appuntamento e ogni manifestazione! Un esempio? Facciamo delle mobilitazioni del 4 novembre contro la militarizzazione del paese, date per iniziare a costruire concretamente questa unità, per scendere uniti in piazza al di là delle differenze di sigla sindacale. E facciamo lo stesso per il prossimo sciopero del comparto pubblico proclamato da Usb per il 17 novembre e delle date che verranno definite per ulteriori scioperi e manifestazioni, presidi, banchetti occasioni di lotta e coordinamento.
Ciascun lavoratore può discutere di queste mobilitazioni sul tuo posto di lavoro, con i colleghi, con il delegato sindacale; organizzare la partecipazione a queste e alle prossime giornate di sciopero. È possibile scioperare e partecipare a qualunque manifestazione anche se non siete iscritti al sindacato che ha indetto quello sciopero!
Questo è il modo per costruire dal basso quel fronte unito e compatto che può cacciare il governo Meloni e imporre un governo che faccia gli interessi delle masse popolari, che applichi la Costituzione a partire dall’articolo 11 (l’Italia ripudia la guerra!).
La resistenza palestinese ha mostrato a tutte le masse popolari come un esercito compatto, unito su un obiettivo e una linea possa sconfiggere eserciti e intelligence tra i migliori al mondo! Non sono padroni e istituzioni ad essere forti, siamo noi che dobbiamo fa valere la nostra forza!