Martedì 24 ottobre, alle ore 15, si terrà una nuova udienza del processo per la scritta “Fontana Assassino”. Il processo vede coinvolti i compagni Pablo Bonuccelli e Claudia Marcolini, della Direzione Nazionale P. CARC e dalle ore 14.30 terremo un presidio fuori dal Tribunale di Milano di solidarietà ai compagni.
La storia di questo processo comincia con la comparsa della scritta su un muro nei pressi di via Padova, lungo il naviglio Martesana a Milano, nella prima fase della pandemia da Covid 19. L’azione fece scoppiare un caso: pubblico scandalo, titoli sui giornali e indagini per terrorismo. E dopo mesi di questo circo, finì in una denuncia per imbrattamento…La montagna ha partorito un topolino!
Allora, perché quella scritta fece scoppiare un caso?
Perchè era la verità, una verità dirompente: Fontana e la sua giunta erano responsabili della gestione criminale dell’emergenza, della speculazione senza ritegno su questa tragedia, delle migliaia di morti ampiamente evitabili che hanno fatto della Lombardia una delle regioni più falcidiate dalla pandemia di Covid 19.
Pablo e Claudia, che avevano rivendicato pubblicamente quella scritta come giusta in una conferenza stampa, andavano intimoriti e zittiti.
Perché tutto si è ridotto ad un processo per imbrattamento?
Perchè quella scritta continua ad essere vera, perché negli anni che sono passati dalla sua realizzazione Fontana e la sua giunta, con la complicità dei governi che si sono succeduti, hanno continuato a smantellare il Sistema Sanitario Nazionale, confermando la Lombardia come leader nazionale in quest’opera funzionale a favorire la sanità privata a scapito del diritto alla salute. Il risultato sono le sofferenze e le migliaia di morti evitabili che le masse popolari devono patire a causa delle interminabili liste d’attesa, della chiusura di strutture e servizi, dei continui tagli ai fondi che hanno portato sul baratro una sanità pubblica che oramai sta in piedi solo grazie allo sforzo dei lavoratori.
La scritta “Fontana assassino” ha suscitato molta simpatia, ha alimentato anche la mobilitazione contro la giunta Fontana e le loro gestione della sanità. Per questo quella scritta fa ancora paura e visto che la mobilitazione contro lo smantellamento è continuata, le autorità borghesi hanno scelto di processare i compagni per un capo di imputazione relativamente “lieve” e trattare la questione senza troppo clamore. Perché Fontana e i suoi compari vogliono continuare indisturbati la loro opera criminale, non permettiamoglielo!
Facciamo di questa udienza un’occasione di mobilitazione in difesa della sanità pubblica, di denuncia delle politiche di privatizzazione e di propaganda delle nostre soluzioni e prospettive. Oggi ci sono molti comitati, sportelli, associazioni, organizzazioni sindacali che sono sorti anche durante la pandemia e la lotta contro il Green Pass, si sono rafforzati e coordinati per difendere il diritto alla salute, coinvolgendo medici, infermieri, utenti, tecnici e (pochi) eletti nelle istituzioni locali. É con loro che possiamo invertire la rotta, perché loro sanno di cosa c’è bisogno per la salute delle masse popolari.
Da dove partiamo? Coordiniamoci e scriviamo il piano della “sanità che serve” alle masse popolari; mobilitiamoci per attuare dal basso e direttamente le misure praticabili moltiplicando gli ambulatori e gli sportelli popolari, tende della salute e case di cura territoriali, organizzando iniziative di lotta nelle aziende, negli ospedali, nei quartieri. Dobbiamo rendere la situazione ingovernabile a questa giunta, commissariandola dal basso fino a cacciarla e fino a instaurare una nostra amministrazione di emergenza popolare. Un’amministrazione composta dai principali esponenti del movimento popolare, da esperti e tecnici di fiducia, che rifondi la sanità con massicce assunzioni di personale, ricostruendo la sanità territoriale, riaprendo le strutture chiuse e costruendone di nuove, prendendo ogni misura necessaria a garantire il diritto alla salute, alla sicurezza sui posti di lavoro, istruzione, casa e reddito.
Vi aspettiamo, alle ore 14.30, al presidio di solidarietà fuori dal Tribunale di Milano in Largo M. Biagi per esprimere solidarietà ai compagni e per confrontarci sulla mobilitazione e la prospettiva che possiamo costruire.