La Federazione Lombardia del Partito dei CARC aderisce, partecipa e invita a partecipare alla manifestazione del 21 ottobre a Ghedi.
Rilanciamo il comunicato nazionale di adesione a tutte le mobilitazione indette per quella data: da Ghedi a Pisa, da Palermo a Trieste e Taranto.
“Il 20 ottobre è stato proclamato lo sciopero generale dei sindacati di base.
Il 21 ottobre si svolgono manifestazioni contro la guerra, l’economia di guerra, le basi militari e le installazioni militari a Ghedi (BS), a Pisa e a Palermo.
Il 4 novembre è una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra.
Per liberare il paese dai guerrafondai e dai servi della Nato bisogna moltiplicare le manifestazioni e le iniziative fino a rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia, ponendo continui problemi di ordine pubblico, ma principalmente bisogna curare che ogni mobilitazioni sia strumento per rafforzare gli organismi operai e popolari esistenti, farne nascere di nuovi, favorire il coordinamento di tutti e accrescere in loro la fiducia che è possibile costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate. Il successo della mobilitazione per cacciare il governo Meloni è strettamente legato alla mobilitazione per costituirlo.
(…)
Fra gli organizzatori e i promotori della manifestazione di Ghedi, di Pisa e di Palermo ci sono differenze di carattere politico e divergenze sull’analisi della situazione e sulle prospettive da dare alla mobilitazione, in certi casi divergenze importanti.
Le divergenze non vanno nascoste e non vanno messe in secondo piano. L’unità d’azione, mobilitarsi insieme su tutto quello per cui è possibile farlo, è anche il modo per trattare a fondo e seriamente le divergenze.
Per questo, al netto delle differenze e delle divergenze, le manifestazioni del 21 ottobre incarnano oggettivamente la mobilitazione della parte più sensibile e avanzata rispetto alla lotta contro la guerra e l’economia di guerra, così come oggettivamente sono in concatenazione con tutte le mobilitazioni, grandi e piccole, di cui sono protagonisti i lavoratori e le masse popolari in questi mesi.
Le masse popolari del nostro paese sono alla ricerca di un centro autorevole che le organizzi e che le mobiliti per cambiare il corso delle cose perché la direzione della classe dominante sta portando il paese e la società intera alla rovina. In questa ricerca – che avviene per lo più in modo spontaneo e incosciente – si condensa la lotta fra la via della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e la via della mobilitazione reazionaria promossa dalla borghesia imperialista e dal suo governo Meloni.
Ogni titubanza, ogni reticenza, ogni manifestazione di attendismo e di disfattismo indebolisce il fronte delle masse popolari e la via della mobilitazione rivoluzionaria e favorisce la classe dominante e la via della mobilitazione reazionaria.
Per questo il P. CARC porta in ogni contesto, in ogni ambito, in ogni piazza, azienda, scuola e territorio la parola d’ordine unitaria e unificante cacciare il governo Meloni e imporre un governo di emergenza popolare.
Unitaria, perché cacciare il governo Meloni è l’obiettivo politico che in questa fase sintetizza tutte le lotte di resistenza alla crisi, agli effetti della crisi e alle manovre della classe dominante.
Unificante, perché imporre un governo di emergenza popolare è l’obiettivo politico che rende realistiche tutte le rivendicazioni dei lavoratori e le masse popolari.
Tutti gli organismi operai e popolari, le organizzazioni sindacali e politiche, i partiti anti Larghe Intese, i partiti e gli organismi del movimento comunista cosciente e organizzato del nostro paese hanno l’opportunità – e pertanto il compito – di dare una direzione unitaria alla mobilitazione spontanea delle masse popolari (sviluppare al massimo livello l’unità nella protesta e l’unità nella proposta) e di dare sbocco politico alle giuste rivendicazioni delle masse popolari”.
Il P.CARC sostiene e invita a costruire insieme mobilitazioni e iniziative per porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra scatenata da USA-NATO come:
– denunciare capillarmente con scritte murali, con locandine e volantini, sui social network ogni base militare, agenzia e installazione NATO e USA, ogni servitù e operazione militare: che la presenza di ognuna di queste postazioni risalti in ogni località come risalta la presenza di una chiesa e di una stazione ferroviaria.
– promuovere manifestazioni stradali contro la partecipazione alla guerra e contro ogni operazione in cui la partecipazione si concretizza;
– bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina: ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi;
– generalizzare l’esempio dato dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani;
– fare agitazione contro la partecipazione dell’Italia alla guerra USA-NATO in ogni istanza delle forze armate italiane;
– denunciare e contrastare l’addestramento di militari del governo Zelensky o comunque mobilitati per l’invio sul fronte ucraino;
– promuovere la solidarietà di massa con ogni persona perseguitata dal governo Meloni e dai suoi complici e agenti perché si oppone alla guerra USA-NATO.
Invitiamo a mettersi in contatto con noi per organizzare presidi e mobilitazioni fuori dagli uffici della NATO a Milano e le mobilitazioni del 4 novembre.
Non un uomo, non un soldo, non un metro di suolo per la guerra!