Qualche giorno prima della manifestazione a Firenze “Basta aeroporti in città!” del 30 settembre, due compagni della Sezione di Peretola del P.CARC e un compagno del Comitato No Aeroporto sono andati ad attaccare alcuni manifesti per propagandare il corteo. Intercettati da una volante della polizia, sono stati fermati e identificati, ma non solo. Dopo l’identificazione e la ramanzina di rito, i poliziotti hanno deciso di chiamare la Digos che ha trattenuto i compagni per diverso tempo e hanno chiesto ai compagni il loro numero di cellulare e indirizzo di casa (una richiesta che va ben oltre l’identificazione… la “leggerezza” dei compagni è stata quella di fornire questi dati) e hanno imposto loro di staccare i manifesti appena incollati (altra cosa che non è scritta da nessuna parte e che non è prevista da nessuna legge!). In cambio, i “magnanimi” sbirri hanno lasciato andare i compagni, promettendo di non procedere oltre (ma sappiamo bene cosa possiamo farcene delle promesse delle forze della repressione…). A notte fonda, poi, i due compagni della Sezione hanno ricevuto una chiamata sul cellulare – alla quale non hanno risposto – da un numero sconosciuto. Che fosse un’altra “puntatina” della polizia politica per intimidire o minacciare?
Quello subìto dai compagni potrebbe sembrare all’apparenza una cosa di poco conto, niente di grave alla fine. Di certo non è nostra intenzione ingigantire le cose (i compagni sono stati fermati, identificati e, dopo una “lavata di capo” sono stati rilasciati), ma ogni attacco delle forze dell’ordine va denunciato sempre e comunque. Questo episodio, che apparentemente sembrerebbe rientrare nelle “regolari mansioni” della polizia (che però allora non si capisce perché abbia dovuto allertare anche la Digos), in realtà per come si è svolto ci mostra bene che la classe dominante teme la mobilitazione delle masse popolari e dei comunisti. Infatti la volante non si è limitata a identificare e rimproverare i compagni, ma si è sentita in dovere di chiamare la polizia politica, proprio perché l’attività che stavano svolgendo aveva un valore politico (per il contenuto del manifesto) in vista di una manifestazione che ha oggettivamente dato molto fastidio alle Larghe Intese e alla classe dominante, motivo per cui tutti i giornali in questi giorni stanno provando a screditarla facendo leva sulla guerra fra poveri e mettendo masse popolari contro altre masse popolari.
Le intimidazioni, le lunghe attese, le ramanzine e gli abusi (perché di questo si tratta) sono pratiche quotidiane per le forze dell’ordine deputate a reprimere i comunisti, i lavoratori e le masse popolari che si organizzano. Il colmo della faccenda è che mentre i compagni venivano identificati e la Digos si affannava a leggere i manifesti “incriminati”, sulle loro teste partivano e atterravano aerei che, in barba a ogni ordinanza anti-rumore, continuano a volare a ogni ora del giorno e soprattutto della notte a danno degli abitanti di Peretola, Brozzi e Quaracchi. Che la polizia andasse a controllare quelli invece che accanirsi su coloro che la città e gli abitanti vogliono salvaguardarli, non distruggerli!
Il corteo del 30 settembre, al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche i sindaci di Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Carmignano, ha mostrato chiaramente che gli abitanti della piana fiorentina sono contrari all’ampliamento e alla stessa esistenza dell’aeroporto di Peretola, pericoloso e inutile. E questo nonostante le Larghe Intese cerchino in tutti i modi di strumentalizzare l’esasperazione degli abitanti “sorvolati”, alimentando l’idea che la nuova pista toglierà loro gli aerei da sopra le teste. Bella forza! Dopo decenni di promesse e dopo aver ignorato le richieste degli abitanti, adesso la classe dominante utilizza strumentalmente la loro più che giustificata frustrazione e rabbia per avallare il progetto della nuova pista che, sì, toglierebbe (in parte) gli aerei da sopra le loro teste… ma per spostarli su altri quartieri e cittadini!
Non facciamoci prendere in giro! È sempre il solito giochino quello di trasformare le contraddizioni tra classe dominante e masse popolari in contraddizioni tra gruppi di masse popolari! Rigettiamo l’ottica di chi vuole usare una parte degli abitanti della zona per avallare un’opera inutile e dannosa come il nuovo aeroporto: l’organizzazione dal basso per farla finita con questo e altri scempi è la miglior risposta da dare!
Infatti alla manifestazione del 30 erano presenti molti comitati della piana e della Toscana, uniti non solo per dire no all’aeroporto, ma per dire no al sistema di speculazione, guerra e miseria che porta a progetti del genere e alla rovina dell’intera società.
In questo senso dobbiamo usare il corteo No aeroporto, ma anche le mobilitazioni delle prossime settimane per l’ambiente, contro la guerra, per il diritto allo studio, per un lavoro utile e dignitoso, per alimentare l’organizzazione dei lavoratori e delle masse popolari e il loro coordinamento sempre più capillare che miri a cacciare Nardella, Giani e la Meloni per imporre un governo loro emanazione che faccia i loro interessi e prenda le misure di emergenza necessarie. Non dobbiamo quindi pensare di andare “di grande manifestazione in grande manifestazione”, ma dobbiamo vederle in concatenazione e soprattutto usarle per fare passi in avanti e togliere pezzi di gestione crescenti della società alla classe dominante.
Quindi rispediamo al mittente gli attacchi repressivi e passiamo dalla difesa all’attacco!
Cacciare il governo Meloni! Costruire un governo di emergenza popolare!
La Sezione di Firenze Peretola del P.CARC