Le giuste mobilitazioni che servono

Giovedì 5 ottobre si è tenuta un’importante manifestazione del coordinamento per la bonifica di Via Mastellone presso Palazzo San Giacomo a cui hanno partecipato le realtà organizzate dell’area orientale e non solo: organismi come la rete territoriale BonifichiAMO Napoli Est, il comitato civico San Giovanni, l’associazione Nazione Napolitana Indipendente, il comitato Barra (R)esiste, la Consulta Popolare per la Salute e Sanità di Napoli, attivisti legati a realtà politiche come “I Verdi” e “PER le persone e per la comunità”, compagni della federazione Campania del P. CARC e di Potere al Popolo, il presidente della VI Municipalità, la consigliera Marì Muscarà, ma anche coordinamenti tematici di altre zone vicini alla battaglia per l’ambiente come la rete No Box. Il presidio è riuscito a strappare all’assessore Santagada un tavolo per venerdì 13 ottobre più alcune promesse di disposizioni possibili. Sono queste le mobilitazioni di cui abbiamo bisogno per imporre alle istituzioni le giuste misure per le masse popolari!

La questione è di  volontà politica

Non illudiamoci che l’amministrazione Manfredi prosegua spontaneamente la strada di soluzioni urgenti e immediate: i risultati raggiunti sono frutto dell’attenzione, pressione e organizzazione del coordinamento, per cui non bisogna mollare la presa. D’altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio: Manfredi, perché rettore della Federico II, fu nominato commissario di governo per l’area dell’ex. Italsider di Bagnoli, e negli anni ha fatto tante promesse ai comitati di Bagnoli cui però, non ha mai dato seguito. Tutt’oggi non ha perso quest’abitudine: appena insediato, dichiarò ai giornali “tolleranza zero verso chi avvelena la terra”, poi a Maggio 2022, in seguito ad alcuni incendi all’ex. mercato orto-fruttifero di Poggioreale, assicurò che c’erano i fondi per bonificare i campi rom della città. Eppure, non ha fatto nulla in questa direzione.

Basta mettere la lente d’ingrandimento su quest’amministrazione per capire che, da un lato, è un’armata Brancaleone terrorizzata dalla mobilitazione popolare, e dall’altro è lasciata dal governo centrale a spolpare le masse popolari napoletane in nome di un patto che sta affossando ulteriormente la città. Personaggi come Edoardo Cosenza (presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli oggi assessore alle infrastrutture e alla mobilità, indagato insieme allo stesso Manfredi per falso ideologico in atto pubblico per la mega–speculazione edilizia portata avanti dal governo Berlusconi a seguito del terremoto de L’Aquila del 2009), oppure Antonio De Iesu, oggi assessore alla legalità con un passato da questore di grandi città come Napoli, Milano e Salerno, o ancora l’assessore alla sanità Vincenzo Santagada (in precedenza presidente dell’Ordine dei Farmacisti indagato per uno scandalo su test d’ingressi truccati alla facoltà di medicina) non sono messi ai loro posti per mettere mano ai problemi dei cittadini.

Rispetto alla questione delle bonifiche, poi, è un’amministrazione logorata da contraddizioni interne: l’assessore Santagada nel consiglio del 2 agosto alla VI Municipalità affermò che “dobbiamo chiedere i soldi alla Regione” perché, a detta sua, il Comune ne era sprovvisto. Sembra acuirsi la contraddizione interna al PD per cui, con la nuova guida del PD, il governatore De Luca è oggi in rottura col suo ex. pupillo Manfredi. Eppure sono entrambi in egual modo responsabili del degrado attuale. Inoltre, in un recente tavolo col viceprefetto, è stato detto che il governo centrale ha stanziato dei fondi per Napoli Est, il che è stato confermato dal vicepresidente della Camera Sergio Costa in una recente conferenza stampa, mentre il Comune dice che non ci sono. Ci chiediamo allora, questi soldi ci sono e vogliono essere gestiti in altro modo? Mobilitiamoci per fare luce su questo ed evitare l’ennesimo furto di soldi pubblici!

La questione delle bonifiche di Napoli Est è principalmente politica perché dietro ci sono interessi enormi, per questo ogni formazione locale e non, ha la responsabilità politica di mobilitarsi per fare chiarezza ed esprimersi su questa vicenda.

Lavorare affinché monti la maionese

Il tavolo di venerdì 13 è una “breccia” nel silenzio corazzato dell’amministrazione Manfredi sul problema ambientale di Napoli Est: ora allarghiamo questa breccia. Allargarla significa passare dallo sdegno e dalla denuncia ad agire sempre più come artefici e costruttori di una nuova governabilità dal basso che poggia sul protagonismo e sull’azione delle masse popolari organizzate. Ciò significa intendere questo tavolo non come un fine ma come uno strumento per allargare la mobilitazione per le bonifiche di Napoli Est a partire da Via Mastellone. Non dobbiamo in alcun modo affidare la “soluzione” dei nostri problemi all’assessore di turno perché raggiungeremo le bonifiche solo con un percorso di lotta, e proprio per questo dobbiamo spingere per portare sempre più elementi delle masse popolari a intervenire in queste occasioni (allargare le delegazioni fino a farne consigli pubblici), fare pressioni sulle istituzioni per sostenerle nell’applicazione delle misure favorevoli alle masse popolari ma anche prendere in mano quelle rispetto cui c’è più titubanza. In definitiva, battere i pugni per imporre soluzioni invece che stringersi la mano per ringraziare di quelle presunte!

La lotta tra due linee

In ogni percorso, i passi avanti e il conseguimento di risultati implicano il superamento di determinate difficoltà ma anche l’apertura di nuovi nodi e contraddizioni. Contraddizioni che vanno sciolte con il dibattito pubblico, franco e aperto e mettendo al centro gli interessi delle masse popolari e l’avanzamento della lotta, più che personalismi, guerre mosse da interessi personali (spesso miserabili) e tutto quanto finisce per dividere il campo delle masse più che costruire una più forte e superiore unità, estenderla fino a vincere. Non affrontare questo dibattito spinge questa lotta su un terreno nefasto per le masse fatto di personalismi, scazzi tra singoli e divisioni che favoriscono solo la borghesia e le ambizioni che vari camorristi e imprenditori di zona pure hanno in quell’area.

Nella lotta in corso per le bonifiche di Napoli Est, a fronte dei passi compiuti, c’è chi è spinto ad affidare la lotta nelle mani delle istituzioni e chi vuole avere invece il pallino in mano e dettarne il più possibile contenuti, obiettivi e tempi. Questa seconda linea è quella giusta perché sono vent’anni che le istituzioni fanno orecchie da mercante, è il momento che siano le masse popolari a far valere con decisione i loro interessi! Bisogna arrivare al punto che siano i comitati stessi, mobilitando tecnici, esperti e quant’altro, a elaborare il progetto per il recupero dell’area di Via Mastellone, e a cascata di Napoli Est, com’è stato già fatto da organismi popolari come il Comitato Vele, che ha elaborato e presentato all’amministrazione il piano poi applicato per la riqualificazione delle Vele di Scampia. In definitiva, rimbocchiamoci le maniche, non solo per mettere delle pezze dove il governo e le sue istituzioni non intervengono, ma per fare del recupero dei nostri territori un ambito attraverso il quale rilanciare sempre più fino a costruire una nuova governabilità dei territori, dal basso

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