Volantino per la manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma promossa dalla Cgil

Lo sbocco politico unitario di tutte le rivendicazioni si riassume nel cacciare il governo Meloni, sbarrare la strada a tutti i partiti che attuano l’agenda Draghi, da Fdi al Pd, e dotare il paese di un governo che faccia gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari.

È necessario. Perché il governo Meloni attua l’agenda Draghi (smantellamento dei diritti conquistati con le lotte dei decenni passati) in una fase in cui la precarietà e la povertà dilagano, il degrado materiale e morale cresce, i servizi sono diventati merci – a partire dalla privatizzazione della sanità – e gli effetti della crisi ambientale devastano i territori quanto e più lo devastano le speculazioni e le grandi opere inutili e dannose.

Ma è anche possibile. Perché il governo Meloni ha la maggioranza in parlamento, ma non ce l’ha nel paese. Bisogna fare in modo che le tante proteste che oggi vengono organizzate in ordine sparso convergano sull’obiettivo politico che le unisce oggettivamente; bisogna fare in modo che tutti gli organismi che hanno già un ruolo nella mobilitazione (sindacati, partiti, associazioni, movimenti e reti sociali) si coordinino attorno all’obiettivo politico comune e agiscano in modo da affermare SEMPRE e COMUNQUE gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, anche se questo comporta entrare in rotta con il governo Meloni composto dai nostalgici del Ventennio e dai promotori del razzismo di Stato.

Serve un governo di emergenza che attua l’agenda dei lavoratori da contrapporre all’agenda Draghi

  1. Nessuna azienda deve essere chiusa, a ogni azienda devono essere assegnati compiti produttivi utili alla società e adatti alla sua natura.
  2. garantire a tutte le famiglie e a tutti gli individui quello che è necessario per vivere dignitosamente e alle aziende quello che serve per funzionare.
  3. Assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società.
  4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per le persone e per l’ambiente, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti o altre produzioni.
  5. Riorganizzazione tutte le relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e di distribuzione.
  6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi, nonostante e contro le pretese della Nato e della Ue.
  7. Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese.

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