Anche nel nostro paese è iniziata la campagna elettorale per le elezioni europee che si terranno dal 6 al 9 giugno del 2024. I risultati influiranno più sulle relazioni fra le fazioni della classe dominante che sull’orientamento delle istituzioni della Ue; cioè esse sono più un’occasione per regolare i conti fra partiti e comitati d’affari che lo strumento per indirizzare la politica europea. L’inutilità delle elezioni europee è evidente già dall’organigramma istituzionale in cui è inserito il parlamento europeo e dalle sue funzioni.
Al vertice della Ue c’è la commissione europea: un organismo composto da membri non eletti (commissari europei), ma candidati dal governo in carica in ogni paese e “ammessi”, cioè selezionati, dal presidente della commissione. È l’organo esecutivo, cioè quello che prende tutte le decisioni. L’attuale presidente è Ursula von der Leyen.
Subito sotto c’è il consiglio europeo. È composto dai capi di Stato o di governo dei 27 paesi membri. Formalmente non ha alcun potere decisionale, ma è più corretto dire che non si assume responsabilità per nessuna decisione. L’attuale presidente è Charles Michel.
Sotto gli organi in cui si prendono le decisioni, ci sono gli organi “legislativi” (che propongono le leggi): una “camera alta” formata da membri nominati dai governi dei 27 paesi e poi il parlamento europeo, formato da 705 membri (compreso il presidente, che ora è Roberta Metsola).
L’iter che ha portato alla definizione di questa complicata e intricata struttura istituzionale è stato lungo e tortuoso.
I gruppi imperialisti franco-tedeschi, che l’hanno ideata e hanno lottato per imporla (non senza contraddizioni interne) si sono prodigati per creare una cortina di fumo che coprisse dietro il paravento delle “regole democratiche” e degli “iter burocratici” l’esigenza di muoversi liberamente per affermare i loro interessi.
Nei fatti, il parlamento europeo non conta niente. Può criticare le decisioni della commissione europea attraverso interrogazioni scritte, può istituire commissioni d’inchiesta, ma il potere legislativo è condiviso con il consiglio della commissione europea, come anche la funzione di controllo e approvazione dei bilanci.
Dunque, al netto della propaganda e della retorica, le funzioni del parlamento europeo sono essenzialmente tre:
– costituisce un ambito di spartizione di denaro tutt’altro che contenuto, a partire dal ricco stipendio dei parlamentari europei, dai rimborsi, le diarie, lo stuolo di portaborse, consulenti, segretari, ecc. Questo lo rende particolarmente utile per i capibastone dei partiti borghesi nel “sistemare” amici e parenti o ricambiare favori;
– costituisce il principale teatro di attività lobbistiche di grandi aziende e corporazioni (che vanno a implementare il già ricco giro di denaro fra eletti, portaborse, amici, parenti, ecc.);
– ma soprattutto costituisce l’argomento principale di tutti quelli che vogliono nascondere la natura antidemocratica, autoritaria e arbitraria delle istituzioni della Ue. È la foglia di fico dietro cui la commissione europea nasconde il suo operato.
Non è strano, quindi, che da quando il parlamento europeo è entrato in funzione come assemblea elettiva, nel 1979, le elezioni europee abbiano rapidamente fatto registrare il minimo storico di affluenza al voto: già nel 1999 l’affluenza era sotto il 50% e solo nel 2019 è risalita appena sopra il 50%.
Stabilito che le elezioni europee sono il più evoluto tentativo della borghesia imperialista di presentare come farsa la tragedia del suo dominio sulla società, rimane da stabilire se è possibile per i comunisti e per le masse popolari italiane usare la campagna elettorale. La risposta è sì, è del tutto possibile.
L’obiettivo non è – non può e non deve essere – “eleggere un pugno di persone per bene”, perché quel pugno di persone per bene non conterà niente. Non è un’opinione “estremista”: basta fare un bilancio dell’operato delle persone per bene che nel parlamento europeo ci sono già! A cosa sono servite ?
I discorsi campati per aria su quanto sarebbe utile avere nel parlamento europeo almeno un gruppo di persone per bene sono il frutto di una immotivata e ottusa fiducia nella buona fede dei gruppi imperialisti che hanno ideato e imposto la struttura istituzionale della Ue oppure nascondono l’ambizione di partecipare al banchetto e alle spartizioni di denaro che è la principale attività del parlamento europeo.
L’obiettivo deve essere, invece, alimentare la mobilitazione delle masse popolari contro la guerra, l’economia di guerra, lo smantellamento delle aziende e la devastazione ambientale, a partire dalla mobilitazione contro le basi Usa-Nato in Italia.
Secondariamente, la campagna elettorale per le europee è un’occasione per intervenire sui lavoratori autonomi “vessati dalle imposizioni della Ue”. Essi sono uno dei bacini di riferimento di Lega e Fdi, ma proprio Lega e Fdi devono rendere conto delle promesse non mantenute e delle politiche che colpiscono i lavoratori autonomi in favore dei “poteri forti”.
È su questi due piani che vanno valutate le iniziative e le proposte di chi vuole partecipare alle elezioni e alla campagna elettorale: il contributo all’organizzazione e alla mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari è il criterio di verifica.