Lettera alla Redazione

L’esperienza del movimento per il diritto allo studio e all’abitare di Milano

Cari compagni e compagne,

sono uno studente dell’università Bicocca e militante del P.CARC. In queste ultime settimane sto partecipando attivamente al movimento “Tende in piazza” di piazza Leonardo a Milano, che si batte per avere adeguate soluzioni abitative per gli studenti fuori sede. Vi scrivo per portare la mia esperienza e alcune riflessioni.

Il movimento è nato nel maggio 2023. Tutto è iniziato dall’azione di una studentessa fuori sede (Ilaria Lamera) che, per protestare contro i costi esorbitanti degli affitti e la mancanza di studentati pubblici, si è accampata con una tenda in piazza Leonardo da Vinci, davanti al Politecnico. L’iniziativa ha avuto una grande eco mediatica e la solidarietà del movimento studentesco milanese. Altri studenti hanno cominciato ad accamparsi in piazza e il risultato è stato la nascita di un’assemblea permanente che si riuniva quotidianamente, con al suo interno le più disparate anime del movimento: dalle realtà studentesche della “Rete della conoscenza” a vari centri sociali come il “Lambretta” e il “Cantiere” con le loro brigate di solidarietà, l’Unione inquilini ecc. La pratica dell’accampata ha poi cominciato a essere replicata in varie città, come per esempio a Roma e Bari.

Il movimento “Tende in piazza” è caratterizzato da alcune rivendicazioni: disponibilità di affitti a canone concordato, più studentati pubblici da reperire attraverso la ristrutturazione e il riuso di immobili sfitti e via dicendo. Ma una caratteristica molto avanzata, che fin da subito ha avuto l’assemblea, è stata la volontà di allargare la lotta non solo alla componente studentesca ma anche agli operai e al resto delle masse popolari (all’assemblea partecipavano anche gli studenti lavoratori).

Fin da subito le istituzioni (in primis il polo Pd delle Larghe intese che ha tentato, fallendo, di assumere un ruolo nella protesta) hanno mostrato un interesse di facciata verso le rivendicazioni del movimento. I successivi tavoli con il governo Meloni e il comune di Milano però sono stati sostanzialmente fallimentari, poiché alle promesse non seguivano i fatti.

L’assemblea nazionale del 16 e 17 settembre a Milano è stata convocata per creare un coordinamento nazionale sul tema del diritto all’abitare, unito sulla base di una piattaforma e di un’analisi della situazione comuni. Per l’occasione il movimento ha occupato e riaperto a Milano l’ex cinema Splendor, che è diventato la sede dell’assemblea, suddivisa in tre tavoli di lavoro: spazi e sgomberi, gentrificazione e abitare universitario. Hanno partecipato tantissime organizzazioni popolari da tutta Italia, non solo quelle per il diritto all’abitare. In particolare, è degna di nota la partecipazione del “Movimento No base” di Coltano (PI) e del gruppo di supporto agli operai Gkn di Firenze.

La risposta da parte del governo e delle istituzioni è stata lo sgombero dell’ex cinema occupato e le denunce arrivate a dodici militanti per occupazione abusiva, a dimostrazione dell’avversità verso il movimento. Anche in questo caso è stata positiva la solidarietà giunta da tutta Italia (addirittura dalla Cgil!!).

Lo sgombero ha innescato all’interno del movimento una sana discussione rispetto al ruolo delle istituzioni e all’atteggiamento da tenere nei loro confronti.

I lavori dell’assemblea ora continuano e nel momento in cui scrivo è in corso un tavolo di trattativa col comune (l’ennesimo), mentre è prevista per il 17 novembre una mobilitazione nazionale.

Personalmente ritengo che questo movimento abbia un’importanza e un potenziale molto alti. Un movimento nazionale tematico sulla casa può assumere un ruolo come quello che stanno assumendo organizzazioni come il “Movimento No base – Né a Coltano né altrove” e il Calp di Genova sul tema della guerra oppure quello degli operai Gkn sulla questione delle delocalizzazioni delle aziende oppure il coordinamento nazionale “End Fossil” sulla questione ambientale. C’è la tendenza e la volontà di unirsi al resto delle lotte. C’è anche una positiva tendenza a non limitarsi a chiedere ma ad applicare dal basso le misure che servono (l’occupazione e “risistemazione” del ex cinema Splendor a Milano è stata un’azione che va in questo senso) e c’è una buona capacità di risposta alla repressione. Sulla spinta data da questo movimento si stanno creando altre organizzazioni popolari in città come il “Coordinamento antisfratto di zona 4” e analoghi in costruzione nelle zone 5 e 6.

Milano, 23 settembre 2023

P. C.

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