Non un passo indietro – Dibattito del 30 settembre a Napoli

Che cosa occorre perché i proletari vincano in Occidente? 
Innanzitutto la fiducia nelle proprie forze, la coscienza che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia, che la classe operaia è non solo capace di demolire ciò che è vecchio, ma anche di edificare il nuovo, di edificare il Socialismo. Tutta l’attività della socialdemocrazia [leggi oggi “sinistra borghese”, ndr.] consiste nell’istillare negli operai lo scetticismo, la sfiducia nelle proprie forze, la sfiducia nella possibilità di conseguire con la forza la vittoria. 
Tutto il nostro lavoro, la nostra edificazione hanno questo significato: convincono la classe operaia dei paesi capitalisti che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia e di costruire una nuova società con le proprie forze” 
(Stalin)

Non è una citazione come le altre. È un orientamento e un monito. È un invito e un’indicazione. È una linea. Quella che Stalin, alle prese con la costruzione del primo paese socialista della Storia nel tempo della prima crisi generale del capitalismo, traccia per i comunisti dei paesi imperialisti. La linea di una rivoluzione, la rivoluzione socialista, che non si esporta, non si copia, non si importa. Una rivoluzione che non scoppia, ma si costruisce nella combinazione dialettica tra le condizioni oggettive poste della crisi e quelle soggettive, di scienza, coscienza, organizzazione, che tocca ai comunisti maturare, porre e imporre per condurre il proletariato alla vittoria.

È questo l’incipit con il quale Edizioni Rapporti Sociali, in collaborazione con PGreco, ha ripreso la pubblicazione delle Opere di Stalin, ripartendo dal volume 12, inedito in Italia, ovvero da lì dove esse furono interrotte dalle Edizioni Rinascita per ragioni principalmente legate alla svolta revisionista impressa al movimento comunista dal XX Congresso del PCUS cui fece eco l’VIII Congresso del PCI e aprendo a un progetto editoriale di profondità che, nell’arco dei prossimi anni, le porti a compimento fino al volume 16. La ragione? Fornire ai comunisti, agli altri rivoluzionari e ai lavoratori avanzati uno strumento indispensabile per assimilare gli insegnamenti dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, perché la loro comprensione e il loro studio, alla luce di quanto è avvenuto successivamente fino ai nostri giorni, permetterà di distinguere il grande patrimonio teorico e pratico che va salvaguardato dagli errori che vanno evitati e dai limiti di concezione che vanno superati.

Volume che verrà presentato pubblicamente, in prima nazionale, il 30 settembre 2023, ore 17.30, in Villa Salvetti, a Napoli, nel quadro delle iniziative della Festa nazionale della Riscossa Popolare.

Non una presentazione “d’accademia” né un convegno, ma un’iniziativa pensata come dibattito pubblico su fase e prospettive del movimento comunista che rinasce, la sua natura, il suo ruolo e i compiti dei comunisti oggi, tra il guadagnarsi alla testa del movimento di resistenza sociale spontanea alla crisi e imprimere un colpo l’ala alla necessità storica non rinviabile di un’alternativa di classe, di governo, di sistema, di potere a una società borghese ormai alla fine della sua decadenza. 

Ancora oggi sono decine di migliaia le compagne e i compagni, lavoratrici e lavoratori con la falce e martello nel cuore, studenti che hanno ripreso in mano la bandiera rossa che si chiedono, senza avere risposte che non siano disfattiste e liquidatorie,

– perché nessuno dei partiti comunisti costituiti in tutti i paesi imperialisti sotto l’impulso e come sezioni dell’Internazionale Comunista, ha instaurato il socialismo durante la prima crisi generale del capitalismo (1900-1950);

– perché, dopo la seconda Guerra Mondiale e fino agli anni Settanta, in tutti i paesi imperialisti gli operai e le masse popolari sono riusciti a strappare conquiste in ogni campo della vita sociale e, a partire da quegli stessi anni, quelle conquiste la borghesia le ha rosicchiate, pervertite, cancellate o lo sta facendo;

– perché e come i primi paesi socialisti hanno abbandonato la costruzione del socialismo e il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale e si sono reintegrati, in vari gradi e forme, nel sistema imperialista mondiale di cui avevano rotto le catene. 

Tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose, che lottano per la rinascita del movimento comunista, hanno bisogno di risposte esaurienti e scientificamente fondate alle questioni poste, perché è su questa base che possono decidere, in modo scientificamente fondato, il che fare?oggi.

Gli scritti raccolti nel volume, la lotta ideologica e politica che Stalin, acuto polemista poco noto in queste vesti, dispiega in essi, offrono insegnamenti, principi, criteri, linee. Consegnano uno spaccato importante dello sviluppo storico e politico delle idee di Lenin, affrontando tutti i temi inerenti l’affermazione della giusta concezione del mondo a giuda del movimento comunista, al suo rafforzamento ideologico, politico, organizzativo, all’edificazione stessa del socialismo. Ponendosi, così, di fatto, come punto di riferimento indispensabile per combattere – allora come oggi, diremmo – revisionismi e falsificazioni con cui i detrattori del movimento comunista vollero all’epoca e vorrebbero ancora seppellire l’idea-forza del comunismo.

Conoscere, dunque, questioni e problemi che si posero al movimento comunista della “prima ondata” e come i suoi massimi dirigenti li affrontarono, li risolsero o non vi riuscirono significa ragionare insieme su fase e prospettive della crisi del capitalismo e dello sviluppo della lotta per la rivoluzione socialista oggi e il suo strumento primo e prima condizione, il partito comunista. Oggi che, in una certa misura, quei problemi e quelle questioni si ripropongono (elettoralismo, economicismo e dogmatismo, militarismo, vere e proprie tare del movimento comunista italiano e dei paesi imperialisti), sebbene in forme nuove e nelle nuove condizioni della lotta di classe. Nel nostro paese come pure a livello internazionale.

Tutta l’opera di Stalin dimostra che il fattore determinante delle nostre sconfitte nello scontro storico tra il proletariato e la borghesia che oramai determina la storia dell’umanità non è la forza della borghesia, ma essenzialmente la combinazione di limiti ed errori del movimento comunista. Ai fini della vittoria nella guerra, popolare, rivoluzionaria, di lunga durata, sono i comunisti, dunque, che devono promuovere e dirigere le masse popolari a trovare la via per farlo.

Questa è, in sintesi, la lezione che dobbiamo trarre dalla storia del primo paese socialista al mondo, l’Unione Sovietica e il piglio con il quale muovere alla vittoria della rivoluzione socialista per la prima volta nella Storia in un paese imperialista, il nostro.

Edizioni Rapporti Sociali invita i comunisti, gli altri rivoluzionari, i lavoratori avanzati a partecipare e intervenire all’iniziativa Non un passo indietro! Stalin e la rinascita del movimento comunista, presentazione pubblica delle Opere di Stalin volume 12 in programma sabato 30 settembre 2023, ore 17.30 in Villa Salvetti, quartiere Barra-San Giovanni, Napoli, nel quadro della Festa nazionale della Riscossa Popolare e chiede a ognuno di favorire in ogni modo la pubblicazione, la diffusione e la presentazione del volume.

Per le Edizioni Rapporti Sociali- Il direttore Igor Papaleo

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Il 29 novembre è sciopero generale! Partecipiamo compatti e costruiamolo insieme

Scarica il Pdf Dopo che Cgil e UIL hanno proclamato...

Sull’esito delle elezioni in Liguria, Emilia Romagna e Umbria

Il Pd festeggia per la “vittoria” in Emilia Romagna...

Lottare per la Palestina e lottare per il proprio paese

Parlare di unità, lottare per l'unità, praticare l'unità