Tre considerazioni sulla strage di Brandizzo

a. Mentre la Procura cerca i colpevoli, in televisione e sui giornali va in onda la vomitevole recita che si ripete ogni volta che gli omicidi sul lavoro sono così gravi da superare la soglia di omertà: “c’è bisogno di più sicurezza”.

C’è bisogno di più sicurezza, certo. Qual è il motivo per cui manca la sicurezza?

Sono stati inventati, realizzati e messi a punto sistemi di sicurezza per ogni esigenza, per ogni contesto, per ogni cantiere ed eventualità – e del resto è perfettamente plausibile che ciò sia avvenuto nella “culla” di una civiltà che manda decine di migliaia di satelliti nello spazio.

Eppure non sono usati. Perché sono un costo incompatibile con il profitto. Non solo. Sempre in nome del profitto i ritmi di lavoro vengono costantemente e sistematicamente aumentati e il personale viene tagliato.  Lavorano meno persone, ma lavorano sempre di più. Fino a far mancare anche la possibilità del controllo diretto della squadra di lavoro sulle condizioni del cantiere. Perché bisogna “abbassare la testa, stare zitti e lavorare”.

Mentre la procura cerca i colpevoli, lo sforzo unanime della classe dominante e dei suoi burattini è nascondere che al netto di qualche possibile disattenzione e superficialità, il colpevole è “il sistema”.

Il sistema degli appalti, ad esempio. I cui responsabili siedono in giacca e cravatta nei consigli di amministrazione, alcuni di loro versano lacrime di coccodrillo in pubblico e contano i denari in privato.

Il sistema delle privatizzazioni, per cui tutto è ridotto a merce e fra la merce più ambita ci sono i servizi che sono stati ideati come servizi pubblici e oggi sono snaturati e saccheggiati dalla “legge del mercato”.

Il sistema del mercato, appunto, dove tutto si compra e si vende per permettere agli investitori di fare profitto, dove “il lavoratore è sacro” (Papa Francesco) quando muore, altrimenti è carne da macello.  

Troverà un colpevole, la Procura. Se è ricco e potente se la caverà con due spiccioli di risarcimento e qualche mese di domiciliari (vedi Espenan della Thyssen Krupp… “arrestato” dopo 16 anni per la strage di Torino). Molto spesso è un poveraccio, un altro lavoratore: il macchinista che non è stato attento, il capo squadra che non ha rispettato le prassi, gli operai morti che per fare prima non hanno curato la sicurezza…

La verità è che quel colpevole sta in alto, tanto in alto che per affrontarlo e condannarlo non bastano i tribunali e le procure, serve rovesciare il tavolo a cui è seduto a banchettare insieme ai suoi complici. Serve cambiare dalle fondamenta un sistema fatto di profitto per i capitalisti e di morte e devastazione per le masse popolari.

Come volevasi dimostrare…

b. Quanto sono veritiere le parole di cordoglio di autorità e istituzioni, partendo da Mattarella e giù a seguire fino all’ultimo sottosegretario del governo, lo dimostra plasticamente che a Berlusconi hanno fatto il funerale di stato e giorni di lutto nazionale. Per cinque operai ammazzati sul lavoro se la sono cavata con un mazzo di fiori e due frasi del cazzo.

Che dire? Tutti, autorità, istituzioni, falsi amici e nemici dei lavoratori non hanno più nemmeno lo scrupolo di salvare la faccia: presiedono uno Stato che fa la guerra ai lavoratori, alle loro famiglie, alle masse popolari tutte e – man mano che la guerra va avanti – si sentono tranquilli a dimostrare in ogni caso, in ogni ambito e in ogni situazione che esistono due paesi diversi. Esiste il paese dei poveracci che muoiono sul lavoro e il paese di quelli che diventano sempre più ricchi sul lavoro degli operai.

Lo Stato dei vertici della Repubblica Pontificia italiana è, insieme, boia, cappellano e becchino delle masse popolari.

c. L’Usb ha proclamato 24 ora di sciopero per tutti i lavoratori delle ferrovie. Questa è la prima e più significativa risposta, immediata, alla strage di Brandizzo.

In alcune fabbriche sono state proclamate alcune ore di sciopero (ad esempio 2 alla Same di Treviglio, ma probabilmente anche in altre). Questa è la dimostrazione positiva di quanto esiste di solidarietà di classe organizzata nel nostro paese.

I sindacati confederali hanno proclamato 4 ore di sciopero per i soli lavoratori delle Rfi. Questa è la dimostrazione di qualcosa che non va.

I tentennamenti delle altre organizzazioni sindacali hanno sollecitato la commissione di garanzia sugli scioperi a intervenire su Usb affinché proclamasse solo 4 ore di sciopero anziché 24. Giustamente l’Usb si è rifiutata e ha confermato le 24 ore. Anche questo aspetto è parte della guerra.

I capitalisti e le loro autorità pretendono – sognano – che i lavoratori porgano l’altra guancia e chiedano scusa. Si uniscano per una breve manifestazione di cordoglio. Meglio se ciò non incide affatto sulla produzione e sui flussi della circolazione e delle merci.

La verità è che bisogna fermare il paese. Bisogna fermarlo perché non ci sono altre lingue che la controparte capisce. Bisogna fermarlo perché è la principale manifestazione di solidarietà ai morti sul lavoro e alle loro famiglie. Bisogna fermarlo, infine, perché è la principale arma immediata che i lavoratori e le masse popolari hanno contro il dominio dei funzionari del capitale e dei drogati del profitto.

Sappiamo che ciò non succederà. O per lo meno, non succederà adeguatamente. Non perché i lavoratori sono menefreghisti, stupidi, idioti, masochisti o leccapiedi del padrone.

Non succederà perché sui posti di lavoro non c’è un livello di organizzazione adeguato.

Organizzazione è anche il sindacato, ma non solo il sindacato. Organizzazione è un gruppo, anche piccolo, di lavoratori che si prende la responsabilità di indicare a tutti gli altri cosa fare e come farlo. Un gruppo anche piccolo che sia una scintilla di riscossa in questo oceano di barbarie.

Le considerazioni sono finite. C’è una conclusione? No.

L’osservatorio Vega enginering sostiene che ci sono stati in media 80 morti sul lavoro al mese, dall’inizio del 2023 e fino a luglio.

Intanto prosegue il “dibattito” sul salario minimo.

Intanto prosegue “il dibattito” sul carovita.

Intanto prosegue lo smantellamento della sanità pubblica.

Non c’è una conclusione, bisogna casomai decidere quando è il momento di iniziare su ampia scala e senza scrupoli di fare il passo più lungo della gamba. Bisogna cacciare gli sciacalli che dirigono e governano il paese e imporre un governo di emergenza delle organizzazioni operaie e popolari.

Pablo Bonuccelli

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