Appunti sul caso Vannacci

Fumo negli occhi

Il generale Vannacci, insieme al suo vice del contingente italiano in Iraq del 2018, depositò ben due denunce per omissioni di tutele presso la Procura di Roma (civile e militare), contro il Ministero della Difesa, che non informava e non tutelava, né lo fa oggi, i militari italiani in missione dalle esposizioni ai metalli pesanti.

Gli costò il parcheggio presso l’ambasciata italiana a Mosca da cui è stato richiamato lo scorso anno a seguito degli inasprimenti delle relazioni diplomatiche dei paesi Nato con la Federazione Russa.

Vannacci è, anche se non lo dice apertamente, tra i non allineati alla linea di governo nel seguire le scelte Usa e Nato nella guerra in Ucraina e come lui ce ne sono tanti.

Il suo libro, Il mondo al contrario, sarà sicuramente discutibile (confesso che non l’ho letto e onestamente non lo comprerei), ma è solo lo strumento per attaccare, assieme al suo autore, tutta una frangia delle Forze Armate contraria alla linea di governo. Vannacci, come molti ufficiali, è un fascistoide che ha posizioni reazionarie su tanti temi. L’ipocrisia con cui lo attaccano anche vertici militari che fino a oggi l’hanno pensata (e tuttora la pensano) come lui su migranti e omosessuali, che hanno collaborato allo sterminio dei popoli oggi migranti, alle torture e carcerazioni in Libia e agli affondamenti nel Mediterraneo, dà la misura della lotta interna che c’è anche in ambito militare sull’essere o meno fedeli (ma è più giusto dire sottomessi) alla Nato.

Certo, Vannacci non è difendibile sulle posizioni che assume sui temi sociali e civili, ma bisogna stare attenti a non abboccare alla propaganda di regime che in maniera strumentale usa come paravento le sue esternazioni per restituire una verginità ormai persa alle istituzioni della classe dominante che sono le prime a discriminare migranti, omosessuali, donne, ecc.

Alzano il polverone sul libro di Vannacci – un argomento come un altro per intossicare il dibattito pubblico – e intanto proseguono nell’attuazione delle misure contro le masse popolari. Prima di tutto con l’intruppamento del paese nella guerra che la Nato combatte per interposta persona in Ucraina contro la Federazione Russa”.

EL

Epurazioni

Il generale Vannacci non ha alcuna particolare colpa individuale. Pensa cose ampiamente diffuse non solo nei circuiti dei vertici militari, ma sostenute (o per lo meno ben tollerate) in tutti gli ambienti della classe dominante. Vannacci si è preso la briga di dirle – di scriverle in un libro – ma questa è solo una tendenza sdoganata da altri ben prima di lui. Basta ricordare Piantedosi che ha commentato la strage di immigrati a Cutro addossando la colpa ai genitori che “non si fanno scrupoli a far affrontare un viaggio tanto pericoloso ai figli”!

Chi si sorprende e si sconcerta per le affermazioni di Vannacci si comporta come se si fosse svegliato solo oggi da un sonno lungo decenni, come se fosse stato catapultato in Italia da una dimensione parallela o da un altro sistema solare. Ma se a indignarsi, a sorprendersi e a sconcertarsi sono gli esponenti del teatrino della politica borghese – in particolare quelli del Pd – si tratta invece di mera ipocrisia.

L’Italia vanta una lunga tradizione di presenza fascista nei vertici delle Forze Armate, nei servizi segreti e nei gangli dello Stato. La stagione delle stragi di Stato ne è stata dimostrazione eclatante. Ma quella stagione non si è mai conclusa: i militari golpisti, i promotori di Gladio e i suoi affiliati, gli affiliati alla P2, i conniventi con la mafia e la ‘ndrangheta non sono mai stati allontanati né hanno mai pagato alcun “prezzo di fronte alla giustizia”.

I fascisti sopravvissuti al Ventennio (complice l’amnistia di Togliatti nel 1946) hanno fatto carriera, non sono stati solo “tollerati”: gli Usa avevano bisogno di loro per costruire in Italia una fitta ed efficace rete di militari di comprovata fede anticomunista… Vannacci è figlio e frutto di quella rete. Non è l’unico e non è affatto isolato.

Non è un caso che la settima misura del programma generale del Governo di Blocco Popolare riguardi proprio questo aspetto: “Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 e ripristinare la partecipazione universale dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico”.

Noi lasciamo volentieri al Pd e ai suoi cespugli l’indignazione a comando, la (finta) sorpresa e il (finto) sconcerto di chi ha precise responsabilità nel corso attuale delle cose.

Tutta questa vicenda, alimentata ad arte, è solo un pretesto per rinfocolare quell’antifascismo di facciata, l’antifascismo padronale, di cui la classe dominante riempie bocche e giornali per eludere i problemi e le contraddizioni.

Noi lottiamo per il governo del paese. E che sorpresa e che sconcerto, quando TUTTI i vertici militari di comprovata fede antidemocratica e antipopolare saranno epurati!

I più audaci potranno provare a ricostruirsi una vita come autori di libracci. Ma non è affatto detto che avranno tutta la réclame di cui gode oggi Vannacci.

PB

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