A maggio la magistratura ha assolto Renata, lavoratrice REA, dall’accusa di furto. La sua storia di repressione aziendale è iniziata qualche anno fa quando fece emergere, con coraggio, gravi irregolarità nello smaltimento dei rifiuti all’interno della stazione ecologica di Cecina. L’azienda per tutta risposta le mise un ispettore alle calcagna fino ad arrivare a licenziarla in tronco per furto. Ora è stata assolta dalla magistratura, ma non ancora reintegrata nel posto di lavoro!
A seguito della sentenza di assoluzione da parte della magistratura, il licenziamento di Renata appare chiaramente per quello che è fin dall’inizio e cioè una ritorsione di REA (Rosignano Energia Ambiente) nei confronti di una lavoratrice che da sempre lotta per i propri diritti; è un licenziamento funzionale a intimidire gli altri lavoratori, portarli a chinare la testa, a non guardarsi attorno e a fare quello che gli viene chiesto!
Di questi casi ce ne sono a migliaia, ma spesso le vertenze rimangono confinate nelle aule di tribunale, tra un ufficio e l’altro, ed è invece importante farle uscire all’esterno, portarle come esempio di quello che si può e si deve fare nei luoghi di lavoro; per sviluppare la solidarietà di classe, affermare che “se colpiscono uno, colpiscono tutti!”, e che è necessario organizzarsi e coordinarsi per un lavoro utile e dignitoso contro i tentativi del padrone a tenerci divisi e rassegnati.
Sostenere la lotta per il reintegro di Renata significa sostenere tutti i lavoratori combattivi che alzano la testa, tutti i delegati sindacali (a prescindere dalla tessera in tasca) che svolgono con coscienza il proprio operato in difesa dei diritti dei lavoratori e che ogni giorno sono bersaglio di repressione aziendale. Significa sostenere tutti quei lavoratori invisibili del mondo degli appalti, doppiamente sfruttati, repressi e ricattabili; significa lottare contro la legge sulla fedeltà aziendale: chi denuncia la mala gestione, l’insicurezza e il malaffare non deve essere punito, ma premiato!
Come P.CARC sosteniamo qualunque operaio o lavoratore che si mette su questa strada. Andremo avanti fino a che Renata non sarà reintegrata al proprio posto di lavoro e invitiamo tutte le situazioni di repressione aziendale presenti sul territorio a uscire allo scoperto, contattandoci per fare insieme iniziative.
La repressione ha infatti, per i padroni che la promuovono, uno scomodo “rovescio della medaglia”: alimenta la solidarietà e la mobilitazione degli operai, a patto che chi ne è colpito non si tiri indietro e ne approfitti per promuoverle. Per quanto odiosa e grave, la repressione è anche un’occasione per costruire un vero e proprio “muro operaio”.
Sollecitiamo anche le istituzioni a farsi avanti e a prendere posizione nei confronti di REA che è una società di proprietà del socio unico RetiAmbiente, il cui capitale è a sua volta detenuto interamente dalle Amministrazioni Comunali, che avrebbero tanto da imparare da Renata, che da anni lavora in REA e in materia di raccolta rifiuti e riciclo è un’esperta sia in tema di sicurezza sul lavoro, ma anche su pratiche virtuose da mettere in campo per un’effettiva economia circolare dei rifiuti.
Tra i sindacati solo USB sta sostenendo la lavoratrice ed ha risposto all’appello di fare un presidio per il suo reintegro (tenutosi il 5 agosto); sollecitiamo nuovamente tutti gli altri sindacati, collettivi di fabbrica, rappresentanti sindacali a prendere posizione contro questo ingiusto licenziamento e per il reintegro di Renata. Occorre dire basta alle intimidazioni, ai soprusi, ai licenziamenti, alle morti sul lavoro, all’obbligo di fedeltà aziendale. Per farlo bisogna ORGANIZZARSI, prendere esempio da Renata, SOLIDARIZZARE con lei, COORDINARSI e far valere la forza dei lavoratori.
Il presidio che abbiamo promosso insieme agli altri partiti comunisti della zona (PC, PCI e PRC) è un fatto molto positivo che va nel senso di contrastare la delusione diffusa tra i lavoratori e le masse popolari per la debolezza che riscontrano nel movimento comunista. La borghesia cerca con ogni mezzo di spazzarci via dalla storia, denigrarci e soprattutto isolarci dalla classe operaia, infatti la repressione padronale colpisce non solo i lavoratori più combattivi ma anche quei comunisti che vanno sotto le fabbriche a portare loro solidarietà, supporto, organizzazione per far avanzare la lotta della classe operaia e farla arrivare al suo compito storico di governare il paese attraverso il partito comunista.
Avanti per la conquista del potere operaio!
Colpiscono uno, colpiscono tutti!
Solidarietà a Renata e a tutti i lavoratori colpiti dalla repressione aziendale!