Il 30 luglio è terminata la Festa nazionale della Riscossa Popolare 2023 ed è presto per avere un bilancio organico dell’iniziativa che è stata. Possiamo però già dire con certezza alcune cose.
Prima della Festa avevamo detto che sarebbe stata non solo una festa popolare, ma principalmente un’iniziativa politica e così è stato. Dai 4 giorni di festa sono passate oltre 2000 persone che hanno partecipato alle iniziative, alle cene, ai dibattiti e ai concerti, grazie a un centinaio di compagni che nei collettivi di lavoro hanno operato con determinazione per riuscire a realizzare questa iniziativa politica, consapevoli che il lavoro svolto sarebbe stato un passo ulteriore per l’avanzamento della lotta di classe nel nostro paese.
E’ stato un successo perché nella Festa sono intervenuti comitati e organismi come Massa Insorge, come la SANAC di Massa, come i comitati contro il rigassificatore di Piombino, la Consulta Popolare Salute e sanità di Napoli, l’assemblea permanente NO KEU dell’empolese-valdelsa e molti altri. Hanno partecipato e si sono confrontati su che tipo di amministrazioni locali servono, su che forma devono prendere e su come si possa costruirne di adatte a rispondere alle esigenze concrete dei comitati e delle masse popolari, non degli speculatori e affaristi. Hanno riflettuto sulle esperienze elettorali come quelle di Massa Insorge e di amministrazioni anti larghe intese. Lo è stato perché organizzazioni antifasciste, che combattono contro la guerra e gli effetti che la guerra riversa sulle masse popolari come il CALP di Genova, la Carovana Antifascista per il Donbass, come l’associazione ANVUI (associazione nazionale vittime dell’Uranio impoverito), come l’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, media indipendenti che si vogliono mettere al servizio dei comitati e di chi porta avanti operazioni che boicottano la guerra e la propaganda di guerra come Ottolina TV si sono confrontati sulle operazioni da mettere in campo, sul sostegno reciproco e le sinergie da costruire per alimentare il movimento contro la guerra.
Le masse popolari che hanno partecipato alla Festa lo hanno fatto perché sono in cerca di soluzioni agli effetti più gravi della crisi e della guerra che subiscono, lo hanno fatto perché non trovano soluzioni nel governo Meloni o nell’amministrazione comunale di Massa, anzi perché trovano in loro dei problemi, l’aggravamento ulteriore delle loro condizioni. A questa cricca che concorre a peggiorare la vita delle masse popolari appartengono tutti i partiti delle Larghe Intese, compresi gli esponenti locali di Fratelli d’Italia che oggi trovano pretesti e appigli per scagliarsi contro una festa politica che ha contribuito a creare le soluzioni per le masse popolari. E’ di ieri l’attacco di Evangelisti, esponente locale di Fratelli d’Italia, contro la festa per delle scritte sui muri apparse e che non dicono altro che la verità. Evangelisti parla di danni fatti dalla Festa, ma danni nei confronti di chi? A scapito di chi? Comprendiamo che Fratelli d’Italia, così come altri partiti delle Larghe intese locali al di là degli scontri interni e delle occasioni che colgono per farsi la guerra l’un l’altro, abbiano interesse a far cessare la Festa della Riscossa popolare, a delegittimare il lavoro svolto sul campo non solo in 4 giorni, ma settimane e mesi prima. Che abbiano tutto l’interesse a lavorare per creare un distacco tra le masse popolari e i comunisti che organizzano questa iniziativa.
Evangelisti nel suo attacco parla anche di spazzatura accumulata ai margini dei cassonetti per la raccolta differenziata che si trovano all’interno del parco. E’ vero, l’afflusso alla festa nella piatta estate massese è stato eccezionale, di conseguenza il volume di rifiuti è stato importante. Dimentica però Evengelisti che se si è determinata questa situazione è grazie allo stato nel quale si trova ASMIU che proprio il suo partito ha diretto fino a tempi recenti; dimentica che ASMIU è stata lasciata senza direzione a causa della guerra tra FdI e l’Amministrazione. Dimentica infine la situazione che si è determinata nel parco a causa di un evento eccezionale è la normalità in tantissimi punti della città grazie alla gestione targata FdI che oggi lascia nella merda (o sporcizia se vogliamo mantenere toni “diplomatici”!) la città. Su questo riflettano Evangelisti e FdI!
Quello che vogliamo dire a questa cricca è che possono risparmiarsi provocazioni e attacchi sterili, che possono risparmiarsi di perdere il loro tempo in questo intento perché per quanto oggi abbaino e sbraitino la verità è sotto gli occhi di tutti. E la verità è che in anni di amministrazione comunale in cui anche Fratelli d’Italia è stata al governo non hanno fatto che aggravare le condizioni in cui Massa versa, le condizioni di devastazione ambientale, di smantellamento dell’apparato produttivo e dei servizi sanitari, di abbandono del territorio. La soluzione a questo degrado, al loro governo, lo abbiamo detto prima della Festa e lo ribadiamo dopo questa: sono le masse popolari che su Massa si organizzano per cambiare le cose, per risanare lacittà. Sono i comitati come Massa Insorge che sta lavorando per far riaprire e mettere in sicurezza il vecchio ospedale per ripristinare la sanità territoriale, sono i comitati come quelli di Poveromo, che si mobilitano per impedire opere speculative che aggravano la devastazione ambientale, è il sindacato ASIA USB che si batte contro gli sfratti di masse popolari impoverite e a cui adesso viene tolto il reddito di cittadinanza. Queste sono le soluzioni per le masse popolari, queste sono in grado di imporre soluzioni per risolvere i propri problemi e da queste deve emergere un’amministrazione locale nuova, di emergenza e popolare.
Evangelisti ha ragione quindi a provare a delegittimare queste esperienze. Ha ragione perché la Festa di Riscossa Popolare è stata l’ennesima conferma che nel nostro paese esistono capillarmente esperienze di organizzazione, di lavoratori che si incontrano nei corridoi delle scuole e degli ospedali, negli spogliatoi delle fabbriche, nei vicoli dei quartieri per capire come fare a risolvere le problematiche che vivono, che si organizzano per provare a risolverle: per non far chiudere l’ospedale, per non far partire un’opera che devasta ambiente e salute, per non far chiudere la fabbrica perché la produzione è portata dove i padroni possono risparmiare su lavoro.
La Festa della Riscossa Popolare è stata l’ennesimo momento di confronto tra queste esperienze per sviluppare insieme le soluzioni e le pratiche con cui applicarle, con cui imporle. Per imparare a costruire insieme le istituzioni che servono alle masse popolari per rimettere in sesto il paese intero e liberarsi dalla guerra.
Ha ragione quindi Evangelisti ad agitarsi, ma possiamo assicurargli che noi come Partito dei CARC non smetteremo di costruire iniziative simili e che le masse popolari non smetteranno di costruire le proprie soluzioni alla crisi. Che si agiti Evangelisti perché effettivamente la Festa della Riscossa è stato un megafono per alimentare la mobilitazione per cacciare il governo Meloni e la cricca delle Larghe Intese a Massa.