A proposito degli articoli su CARC e GKN a firma Fabio Amendolara comparsi su LaVerità
Non sappiamo se è il caldo torrido che gli fa brutti scherzi o se Fabio Amendolara è uno dei tanti giornalisti precari che per portare a casa la pagnotta si rassegna a scrivere quello che il suo padrone, in questo caso Maurizio Belpietro, gli ordina. Oppure ancora, visto il giornale per cui lavora, non sappiamo se è un servo convinto dei padroni, per i quali è “contro natura” che gli operai si ribellino a chiusure e delocalizzazioni, a morire di lavoro, a non arrivare a fine mese pur lavorando, ecc.. e che temono, come il diavolo l’acqua santa, il legame tra operai e comunisti. Sta di fatto che negli articoli comparsi il 23 luglio a suo nome su LaVerità riesce a mettere in fila una serie di falsità talmente lunga che viene da consigliargli di cambiare mestiere o di ricoverarsi nel reparto di neurologia di qualche ospedale.
Non entriamo nel merito delle falsità relative alla battaglia condotta dal Collettivo di Fabbrica e dagli operai GKN, né tantomeno dell’efficacia della linea di costituire una cooperativa praticata da alcuni di loro, perchè saranno loro stessi a rispondere se lo riterranno opportuno. Su queste falsità ci limitiamo solo a due considerazioni e a una precisazione.
– Il cimitero di fabbriche che costella il nostro paese da nord a sud non solo la dice lunga sugli sforzi di governi, istituzioni locali e capitalisti volenterosi alla Borgomeo per evitare chiusure e delocalizzazioni. Mostra anche bene che hanno una speranza di salvezza solo quelle fabbriche che diventano dei “fortini rossi”, cioè centri promotori della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese: quelle dove gli operai non si rassegnano a cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali aspettando e sperando che nel frattempo passi la bufera: la linea del “meno peggio” promossa dai sindacati di regime.
– Sui “grossi salvataggi aziendali portati a termine” che Borgomeo vanterebbe, è istruttivo leggere cosa ne dicono a 5 anni di distanza gli operai della Saxa Gres (ex Ideal Standard) di Roccasecca (Fr), direttamente coinvolti in uno dei “miracoli” che Amendolara attribuisce al cattolicissimo Borgomeo. Clicca per leggere l’intervista anonima rilasciata da un operaio.
– Il merito di aver messo a punto un progetto di “fabbrica pubblica e socialmente integrata” per la mobilità sostenibile non va a noi del P.CARC, ma a ricercatori e ingegneri della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, a tecnici, giuristi ed economisti che hanno collaborato con loro. Evidentemente il “fortino rosso” va oltre i 20.000 mq dello stabilimento ex GKN!
Ci preme solo chiarire una cosa che ci riguarda direttamente. Il P.CARC punta non “a dare vita a una nuova compagine politica, capace di svolgere un ruolo di avanguardia nelle masse proletarie”. L’obiettivo del P.CARC è coalizzare le organizzazioni operaie e popolari, i partiti e gli organismi comunisti, i sindacati alternativi e di base e più in generale le forze anti Larghe Intese e quanti hanno a cuore le sorti del paese, nella lotta per costituire un governo d’emergenza. Un governo deciso e capace di
1) vietare la vendita delle aziende italiane ai gruppi industriali esteri che per loro natura sfuggono all’autorità dello Stato italiano e ai fondi di investimento che usano le aziende come carte nel gioco d’azzardo della speculazione finanziaria;
2) impedire lo smembramento delle aziende, la riduzione del personale, la loro chiusura e delocalizzazione;
3) imporre a ogni azienda che opera in territorio italiano di sottoporre a un vero Ministero dello Sviluppo Economico i propri piani industriali per ottenere il benestare dal punto di vista della qualità dei prodotti, dell’occupazione e dell’impatto ambientale.
I padroni, non solo quelli di Amedolara, e le loro autorità temono il legame tra operai e comunisti: non a caso Tajani, a 30 anni dalla sua dissoluzione, agita ancora il tema dell’Unione Sovietica. È il legame tra operai e comunisti che poco più di cent’anni fa ha portato alla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, alla creazione dell’Unione Sovietica e alla prima ondata della rivoluzione proletaria che ha sconvolto tutto il mondo e segnato la storia del secolo scorso. È il legame tra operai e comunisti che nel 1945 ha portato alla vittoria della Resistenza contro i nazifascisti a cui padroni e clero avevano affidato il governo del paese per salvarsi dal “pericolo rosso”. È il legame tra operai e comunisti e la forza del movimento comunista nel mondo che hanno portato alle conquiste di civiltà e benessere strappate nel secolo scorso nei paesi imperialisti. È questo legame che, instaurando il socialismo, permetterà di mettere fine alla spirale di miseria, inquinamento e guerra in cui la borghesia imperialista ha trascinato il mondo intero da quando ha ripreso in mano il dominio, da quando a seguito di limiti ed errori (ora riconosciuti) di noi comunisti la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita e il movimento comunista si è indebolito. L’instaurazione del socialismo è indispensabile non solo per il progresso dell’umanità, ma anche per la sua sopravvivenza: il caldo che in questi giorni soffoca metà paese e le tempeste di pioggia e grandine che devastano l’altra metà lo confermano, sono una delle tante conferme.
Vogliamo comunque rassicurare Amendolara. Quando avremo instaurato il socialismo, dopo un congruo periodo di rieducazione assegneremo anche a lui un lavoro, così sperimenterà finalmente che un lavoro socialmente utile fa bene a chi lo svolge e alla collettività!
PS: uno slogan della sinistra del PCI negli anni ’60 diceva che “chi chiama il padrone datore di lavoro, comincia con Marx e finisce con Moro”: il PD è lì a dimostrare che è finito molto oltre Moro!