Pubblichiamo l’intervista a Nino De Cristofaro dei Cobas Scuola Catania sugli obiettivi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, resa alla nostra Agenzia Stampa durante il campeggio “Fermiamo l’escalation” che si è svolto dal 13 al 16 luglio a Coltano (Pi).
L’Osservatorio nasce dall’esigenza di impedire che le scuole siano ambito di propaganda e reclutamento di braccia e menti da mettere a servizio delle forze armate e dell’industria bellica, contravvenendo a ogni principio costituzionale. Un processo cominciato parecchio tempo fa e che nel 2014 ha avuto un’accelerazione con il Protocollo d’Intesa tra le Ministre dell’Istruzione Stefania Giannini e della Difesa Roberta Pinotti. È stato poi rilanciato con l’alternanza scuola lavoro della Buona scuola del governo Renzi. Negli ultimi anni, infatti, l’invasione di campo da parte delle forze armate italiane e Usa nelle scuole di tutti gli ordini e gradi si è approfondita ed estesa: dalla ginnastica militare per i bambini delle scuole elementari, ai periodi di alternanza scuola lavoro (ora denominata Pcto) nelle basi Nato per istituti tecnici e professionali, fino ai lauti finanziamenti e reclutamenti da parte delle aziende dell’industria bellica nelle università e nei centri di ricerca di tutto il paese. L’Osservatorio, quindi, ha il grande merito di aver dato voce a insegnanti e personale della scuola e delle università che lottano contro l’utilizzo bellicista del sistema scolastico italiano e contro l’imbonimento della popolazione locale da parte delle forze occupanti Usa, divenendo concretamente uno dei promotori della mobilitazione dei lavoratori contro la guerra in cui la classe dominante sta strascinando il nostro paese.
Sono infatti l’organizzazione e la mobilitazione dal basso le soluzioni alla crisi economica, politica e ambientale, come hanno dimostrato i lavoratori del Collettivo di Fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio (Fi) o i portuali del Calp di Genova, i compitati contro il rigassificatore di Piombino a cui va aggiunto il legame tra tutti gli organismi che lottano per porre fine agli effetti della crisi.
Che si moltiplichino iniziative di lotta congiunte, denunce sui giornali o conferenze sulla militarizzazione della scuola o – per gli studenti universitari – sui finanziamenti USA e sionisti e sull’industria delle armi.