Sono trascorsi ventidue anni dalle grandi manifestazioni genovesi del 19, del 20 e del 21 luglio dell’allora movimento no global e dalla feroce repressione poliziesca operata dalla banda Berlusconi. Ventidue anni sono trascorsi dall’omicidio di Carlo Giuliani in Piazza Alimonda il 20 luglio, ammazzato mentre colpiva uno dei tanti blindati di polizia che nel corso della giornata erano stati usati per aggredire e compiere scorribande contro i manifestanti. Un omicidio di Stato che fu il prologo delle successive violenze, sevizie e torture contro i manifestanti che nella notte tra il 21 e il 22 luglio erano riparati nella scuola Diaz e contro gli arrestati deportati nella caserma di Bolzaneto.
Nel nostro paese i fatti di Genova furono anticipatori di un salto di qualità nell’uso della repressione. Le torture alla scuola Diaz e i fatti di Bolzaneto sono all’origine di numerosi episodi che si susseguono di torture e i soprusi nelle caserme e nelle carceri del nostro paese, dei massacri nelle carceri del 2020, quelli orditi a seguito delle rivolte organizzate dai detenuti fino all’infamia del 41bis contro cui Alfredo Cospito è in lotta ormai da mesi suscitando un movimento di solidarietà e riscossa senza precedenti contro questa misura. Ma anche gli attacchi repressivi inferti a giovani attivisti dei movimenti ambientalisti come Ultima Generazione ed Extinction Rebellion.
Sempre più tra le masse popolari cresce il malcontento e la resistenza di fronte alla deriva in cui la crisi della borghesia imperialista, il clero e le altre classi dominanti ci stanno sospingendo. Per fare fronte a tutto questo la borghesia deve ricorrere sempre più alla repressione. Essa si è sviluppata coi governi che si sono succeduti, fino all’attuale governo degli scimmiottatori del fascismo del XX secolo capeggiato da Giorgia Meloni sotto l’egida di Mattarella e Draghi, tutti protagonisti di una dispiegata azione contro i lavoratori e il movimento di resistenza delle masse popolari.
Genova 2001 ha dimostrato anche che solo le classi e i popoli oppressi possono instaurare il nuovo superiore ordinamento sociale di cui abbiamo bisogno, il socialismo. Questo la prima ondata delle rivoluzioni proletarie aveva già insegnato, insieme al fatto che per instaurarlo occorre sbarazzarsi della borghesia imperialista e del capitalismo!
La resistenza di Genova 2001 così come quella che si dispiega oggi in ogni angolo del mondo smentisce la propaganda che la lotta delle classi e dei popoli oppressi è finita, che il comunismo è morto. Lo spettro del comunismo non è mai tramontato. Si aggirava a Genova nel 2001 e si aggira oggi ovunque nel mondo si dispiega la resistenza spontanea delle masse popolari al procedere della crisi capitalista.
Carlo Giuliani non è morto invano! Carlo Giuliani vive nell’amore per la nostra classe e nell’odio per i suoi oppressori, vive nella lotta per un nuovo mondo possibile e necessario che si chiama socialismo, vive nella lotta per l’Italia socialista.