[Pisa] Studenti e operai uniti contro la repressione!

La sezione di Pisa del Partito dei CARC esprime massima solidarietà agli studenti del collettivo Scuole in Rivolta che sono stati indagati per le scritte apparse alla sede dell’INAIL di Pisa lo scorso 18 febbraio in occasione del corteo studentesco.

La scritta incriminata riportava la frase “di scuola (lavoro) non si può morire”, ebbene, chi sono i veri criminali? Dal 2022 a oggi, gli studenti morti in alternanza scuola-lavoro sono stati tre, ma si contano anche numerosi infortuni ed incidenti, di cui uno molto grave. Quanto pesa un “reato” di imbrattamento, per altro sulla sede di una struttura che, di fatto, non riconoscendo neanche i risarcimenti per le vittime, si è schierata contro i giovani studenti proletari che hanno perso la vita e le loro famiglie, rispetto alle responsabilità di imprese che risparmiano sui costi della sicurezza e di uno Stato che permette ai padroni di far profitto anche su giovani studenti, che permette alle scuole, oggetto già di numerosi tagli, di utilizzare le proprie ore anziché per lo studio, per far sfruttare i giovani in qualche azienda?

La scuola dovrebbe essere il luogo in cui i giovani si formano non solo dal punto di vista didattico, ma imparano anche a costruirsi una coscienza critica, per essere in grado di affrontare al meglio le scelte della vita. Ebbene, in questo sistema-un sistema basato sul profitto, oggi in una crisi irreversibile- la scuola rappresenta la principale palestra per allenare i giovani a quello che sarà il loro futuro: un futuro fatto di precarietà, di lavoro povero, di sfruttamento, di competizione e di ricatto.

Tanti sono gli esempi di alternanza scuola-lavoro che mostrano quanto l’obiettivo di tali attività non abbia niente a che vedere con la formazione dei giovani (alternanza nei fast- food, in aziende di produzioni inutili o dannose per l’ambiente e la salute, addirittura in ambienti vicini ai corpi militari!), esperienze che chiariscono già quello che per lo Stato rappresenta il futuro dei giovani: essere esuberi, manodopera non specializzata e a basso costo, forza-lavoro da far spremere ai padroni, oppure carne da cannone da spedire nelle guerre.

Lo scenario che hanno trovato gli studenti durante le ore di alternanza è la realtà in cui siamo immersi: una realtà fatta di 4 morti al giorno sul lavoro spacciate come tragedie, fatalità, ma che hanno dei responsabili. Anche il fatto che ci sia chi alza la testa e dice le cose come stanno, rappresenta una preoccupazione per la classe che ci opprime, la quale deve ricorrere alla repressione per intimidire, indebolire, dividere coloro che si organizzano. Lo hanno fatto con gli studenti di Scuole in Rivolta soltanto per una scritta e lo hanno fatto con un nostro compagno, Lino Parra, soltanto per aver detto al megafono la verità davanti ai cancelli della Sevel, fabbrica di Atessa. In questa occasione il compagno, durante il volantinaggio, è stato accerchiato dalla polizia. Davanti a questa intimidazione, ha risposto dicendo alla polizia di andare ad indagare piuttosto su chi ha ammazzato Luana d’Orazio a Prato, l’operaia di 22 anni assassinata sul posto di lavoro. Per questo avvenimento, Lino andrà a processo il 14 luglio presso il tribunale di Lanciano.

Ogni attacco repressivo che ci colpisce ci fa capire che siamo dalla parte giusta e che ciò che svolgiamo crea timore nei padroni e nella classe dominante che ci governa. Contro questi attacchi è necessario sviluppare la più ampia solidarietà di classe, dagli studenti, agli operai, al resto dei lavoratori e delle masse popolari, indipendentemente da ciò che viene compiuto, dobbiamo considerare legittimo tutto ciò che rientra negli interessi delle masse popolari, anche se illegale.

La solidarietà è l’arma che abbiamo non solo per resistere alla repressione (facendo in modo che questa non blocchi la nostra attività, che non crei disgregazioni e che non indebolisca l’organizzazione), ma anche per fare di ogni attacco un motivo di ulteriore rafforzamento della nostra parte della barricata.

Dobbiamo utilizzare quindi ogni attacco per allargare ulteriormente la rete, per sviluppare ad un livello superiore la nostra organizzazione e ritorcere contro la classe dominante ogni forma di repressione.

Estendiamo il fronte contro la repressione unendo la lotta degli studenti con quella degli operai e il resto dei lavoratori! Il nemico è uno e il futuro da costruire è il medesimo!

Chiamiamo alla più ampia espressione di solidarietà per gli studenti di Scuole in Rivolta, per Lino Parra, e per tutti coloro che ogni giorno vengono repressi, nelle scuole, sui posti di lavoro, nei quartieri.

10, 100, 1000 organismi giovanili, organizzazioni operaie e organizzazioni popolari che resistono e lottano contro la repressione per rispedire al mittente ogni attacco ed elevare i propri rapporti di forza!

Nessuna intimidazione per chi si organizza per cambiare il corso disastroso delle cose. Denunciamo i padroni, lo Stato e tutti coloro che ci sfruttano, ci affamano, ci ammalano facendo profitto sulla nostra pelle!

P.CARC sez. Pisa

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