Friuli

Opposizione popolare all’acciaieria di S. Giorgio di Nogaro

Ci sono grandi piani per la costruzione di nuova acciaieria in Friuli. Il progetto è promosso dalla multinazionale Danieli, con sede a Udine, unita in una joint venture con Metinvest dell’oligarca ucraino Rinat Ahmetov, già proprietario della Azovstal di Mariupol, venuta alle cronache per essere stata utilizzata come quartier generale dai battaglioni nazisti “Azov” al soldo del governo Zelensky, ma anche per l’inquinamento causato nei decenni di attività.
La nuova acciaieria dovrebbe sorgere a San Giorgio di Nogaro (UD) nella “Zona Industriale dell’Aussa Corno” (ora Consorzio di Sviluppo Economico del Friuli – Cosef) e occupare una zona di circa 70 ettari.

I piani prevedono la costruzione degli impianti nel bel mezzo della laguna di Grado e Marano con l’edificazione delle relative infrastrutture (attracchi per le navi, binari, fondali adeguati alle imbarcazioni di trasporto, strade adeguate ai trasporti eccezionali, ecc.). La laguna sarà interessata dagli scarichi delle acque reflue dell’azienda, delle acque di raffreddamento e dalle polveri sottili dell’acciaieria che sono stimate in circa una tonnellata e mezzo al giorno.

Incredibilmente il progetto ha ricevuto il marchio “green”. Per ottenerlo, alla futura proprietà è bastato affermare di voler utilizzare nella produzione acciaio e metalli di riciclo. Certo è che la locazione della nuova acciaieria e la joint venture con il già proprietario della Azovstal fanno pensare che più che di fronte a un progetto “green” ci troviamo davanti a un piano per sviluppare l’economica di guerra, per fare favolosi profitti sfornando acciaio per i carri armati, i blindati e le altre armi da mandare all’Ucraina.

All’opera, che ha già avuto il benestare della Regione Friuli Venezia Giulia, si oppone però una importante mobilitazione popolare.

A partire dallo scorso autunno i Comuni della laguna friulana hanno cominciato a promuovere iniziative informative e assemblee. Si sono mobilitate le associazioni locali che da anni si battono per la tutela dell’area.

La lotta si è via via estesa a numerosi altri comitati ambientalisti, fino ad assumere carattere regionale, con iniziative molto partecipate e lo schieramento di decine di amministrazioni locali che, tramite votazione del Consiglio comunale, hanno espresso il loro NO alla costruzione dell’acciaieria.

La Giunta Fedriga (Lega), che inizialmente ha appoggiato senza riserve il progetto, cerca ora di guadagnare tempo. Ma la mobilitazione dei comitati in difesa della laguna incalza dal basso le istituzioni: da un lato, alimentando l’organizzazione popolare in ogni Comune con assemblee e iniziative nelle grandi città (Udine, Trieste); dall’altro, rendendo la vita impossibile a Massimiliano Fedriga e Sergio Bini (assessore alle attività produttive e al turismo in Friuli), intervenendo in ogni consesso pubblico in cui questi sono presenti, denunciando e smascherando l’opportunismo istituzionale.

Da Piombino a Ravenna, da Coltano al Friuli si moltiplicano in tutto il paese mobilitazioni combattive e articolate contro le grandi opere dannose per l’uomo e per l’ambiente legate allo sviluppo dell’economia di guerra. Fermarle è possibile, se ci diamo i mezzi per vincere. Sviluppare il coordinamento tra questi comitati, legarsi al resto delle mobilitazioni popolari, promuovere il protagonismo dei lavoratori: da qui passa la via per la vittoria.

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